Politica | 25 novembre 2022, 12:10

Femminicidio, allarme di VdA Aperta, 'urge aumentare presidi di protezione e di informazione'

Femminicidio, allarme di VdA Aperta, 'urge aumentare presidi di protezione e di informazione'

"L’istituzione, anche in questa legislatura, della commissione bicamerale sul femminicidio, che ieri ha visto il primo passaggio all’unanimità al Senato, è senz’altro un messaggio di unità, di tutte le forze politiche, nella battaglia al contrasto di tutte forme di violenza contro le donne". E' quanto si legge in una nota del Movimento 'Valle d'Aosta Aperta' - che esprime in Consiglio Valle Erika Guichardaz e Chiara Minelli (nella foto) - a commento della notizia diffusasi ieri proveniente dai tre senatori della Lega in commissione Affari costituzionali Nicoletta Spelgatti (senatrice della Valle d'Aosta), Daisy Pirovano e Paolo Tosato.

"Proprio in questa giornata - si legge nella nota - noi di Valle d’Aosta Aperta non possiamo che accogliere con favore tutte le azioni e gli strumenti messi in atto per contrastare quella che continua ad essere un vero e proprio fenomeno strutturale che può essere contrastato solo attraverso politiche attive e una vera rivoluzione culturale che accompagni la società ad uscire dal binomio violenza-normalità. In questo senso dal 31 agosto giace in Quinta Commissione regionale il piano triennale degli interventi contro la violenza di genere, attualmente fermo al 2017, che potrebbe dare concretamente alcune delle risposte al fenomeno che colpisce seriamente anche la nostra regione".

In Italia, ogni tre giorni una donna viene uccisa, dal 2000 fino ad oggi le vittime di femminicidio sono state più di 3000 e, sebbene ci si sia dotati di diversi strumenti, negli anni, per contrastare questa strage, appare evidente come la violenza maschile sulle donne continui ad essere un problema culturale che vive e si fa forte con la logica del possesso tipica della cultura patriarcale.

"Ecco perché diventa necessario, ora più che mai - insiste VdA Aperta - introdurre l’insegnamento dell’educazione affettiva e sessuale sin dai primi anni di scuola".

Serve dunque "garantire una diffusione capillare dei centri antiviolenza e delle case rifugio, bisogna poi migliorare le misure a protezione delle donne, dai braccialetti elettronici al fermo di indiziato, al divieto di avvicinamento e all'ordine di allontanamento, fino alla circolazione di informazione tra tribunale civile e penale per evitare situazioni paradossali di affido congiunto in caso di violenza intra-familiare. Serve una formazione costante e continua di tutti gli operatori che si occupano di violenza di genere e, bisogna poi intervenire su chi fa del male, potenziando i centri per uomini maltrattanti per rafforzare i programmi di recupero e, allo stesso tempo, mirare alla sensibilizzazione ed alla prevenzione della violenza contro le donne".

red.laprimalinea.it