Uno spettacolo 'a due'. Risate ed emozioni, occhi spalancati sulla magia di una rappresentazione teatrale originale e capace di sorprendere il più distratto degli spettatori. Ma non ce n'erano di distratti, tra i quasi 300 tra bambini e i loro genitori che sabato 3 dicembre al cineteatro Giacosa di Aosta hanno assistito allo spettacolo 'Il Sogno di Leonardo', messo in scena da Barabao Teatro di Padova per la regia di Cristina Ranzato.
Sul palco, gli attori Romina Ranzato e Ivan di Noia che hanno interpretato con destrezza e divertimento i personaggi che ruotano intorno alla vita di Leonardo e, soprattutto, Leonardo stesso. Un'alternanza di ruoli, a ritmo incalzante e senza tregua, tale da mantenere alta l'attenzione del pubblico, coinvolto per tutta la durata dello spettacolo. Un crescendo, vale la pena ripeterlo, di risate e di emozioni, anche forti, soprattutto nel finale, quando Leonardo viene riconosciuto da tutti come 'genio'.
Due teli, sorretti da due bastoni, che prendono forma sul palco, come per magia, dall'abitazione di Leonardo e dei suoi familiari, per poi 'spostarsi' sui fiumi, nel cielo e fino alla bottega del Verrocchio a Firenze e all'esplosione, in tutte le forme possibili, di tutti i congegni e i meccanismi avveniristici per l'epoca dei quali Leonardo con fatica e determinazione giunge a compimento. Un personaggio del '400 che in mezzo alla Natura inventa e si reinventa, in contrasto con il mondo attuale 'bombardato' dai social che spengono la curiosità del bambino.
Con delicata ironia la Compagnia Barabao, ha fatto uso di un linguaggio moderno (anche attraverso canti e musica rap, adattati al personaggio di Leonardo e alle sue opere, che hanno coinvolto il pubblico dei piccoli) e di un linguaggio di facile comprensione ma 'del tempo', condito da alcune battute in dialetto toscano rivisitate sul contesto del tema.
Le idee, le creazioni e le opere di Leonardo, inizialmente definite 'scarabocchi' dalla sua stessa famiglia, diventano per lui un crescendo di genio esplosivo. Barabao Teatro è stato in grado di fissare le invenzioni dell'artista, scienziato e inventore con immagini ben definite e dialoghi 'netti', per giungere al pubblico dei bimbi.
La parte finale della rappresentazione giunge all'apice del ritmo incalzante mantenuto per tutta la pièce con gli adattamenti musicali di Andrea Mazzacallo e con le intense emozioni generate come una sorta di fotogrammi che si susseguono, creati dagli attori tramite il canto, la mimica, la parola e una scenografia essenziale e asciutta ma mirata a trasmettere tutta la gioiosa genialità leonardesca che anora oggi ritroviamo in capolavori come La Gioconda, L'Uomo Vitruviano, L'Ultima Cena e tanto alto. Uno spettacolo che rivolge lo sguardo all'amore per il volo, una delle maggiori ricerche tecnico-scientifiche di Leonardo e ci invita ad ammirare con occhio curioso ed entusiasta il mondo che ci circonda così come a cercare il genio che vive dentro di noi e se si comincia da piccoli è ancora meglio...
Attraverso una sorta di ipnosi collettiva rivolta al palco, i due attori sono stati in grado di rendere Leonardo un mito "moderno" da imitare (geniali al riguardo i 'pezzi' rap).
Improvvisamente il ritmo frena, volutamente e dopo qualche secondo di silenzio ecco che dal palco giunge una voce dolcissima e delicata:
"Allora Leonardo non è un matto, ma un genio!".
Lo sguardo dei piccoli, incollati alle poltroncine del Giacosa, rimane incantato. Anche quello degli adulti per un attimo ritorna ai sogni del passato, la curiosità del bello, dell'immaginazione e della fantasia.
Tutta l'energia dello spettacolo si raccoglie in un turbinìo di emozioni volte a lasciare alla fantasia lo spazio necessario per far filtrare i sogni.