Politica | 14 dicembre 2022, 11:05

Ecco il progetto per trasformare Cime Bianche in maxi collegamento funiviario

Uno scorcio del vallone di Cime Bianche

Uno scorcio del vallone di Cime Bianche

È uno dei progetti, al momento in fase di studio, più significativi e discussi di tutte le Alpi: il collegamento funiviario fra il comprensorio del Cervino-Matterhorn e quello del Monte Rosa, ovvero tra il Colle delle Cime Bianche e Frachey.

"Un trait d’union intervallivo tra Sud e Nord delle Alpi che darebbe vita a un comprensorio montano eterogeneo, unendo popolazioni e tradizioni" si legge nella presentazione dell'ambiziosa iniziativa giunta nei giorni scorsi alla redazione de LAPRIMALINEA.IT e che qui proponiamo integralmente.

Il progetto, il cui studio di fattibilità si è concluso solo pochi giorni fa, "punta a creare valore e nuove opportunità di crescita per le comunità locali e per il territorio e ad attrarre un turismo moderno e di qualità, con esigenze completamente diverse dal passato. Tutto ciò tenendo conto degli aspetti ambientali e di sostenibilità economica, nonché del parere della popolazione locale interessata".

A questo proposito, già nel 2015,si era svolta una consultazione informale sul territorio che aveva visto più dell’85% dei residenti delle zone coinvolte favorevoli al progetto.

L’investimento economico, stimato inizialmente in 66 milioni di euro (cifra che nel corso del 22 potrebbe stata però incrementata), è tra i più rilevanti degli ultimi anni per opere di infrastruttura di tutta la Valle d’Aosta e, anche per questo, richiede ancora attente valutazioni di carattere ambientale, economico e di fattibilità.

Risale infatti al 2019 l’assegnazione dell’incarico a Monterosa Spa da parte della Regione per l’emissione di un bando per la realizzazione di uno studio di fattibilità approfondito e trasparente finalizzato a valutare l’impatto complessivo del progetto.

Di seguito la presentazione integrale del progetto, che anticipa lo studio di fattibilità recentemente consegnato alla società funiviaria Monterosa Spa

CINQUE VALLI, TRE REGIONI, DUE NAZIONI UN PO’ DI NUMERI

Cinque valli (Valtournenche, la Val d’Ayas, la valle di Gressoney, la valle di Alagna e quella di Zermatt), tre regioni (Valle d’Aosta, Piemonte e Vallese), due nazioni (Italia e Svizzera) e ben 5 comprensori (Zermatt, Cervinia-Valtournenche, Champoluc, Gressoney e Alagna): sono questi i grandi numeri del nuovo collegamento.

Un unico comprensorio che unirebbe in 30 minuti di tragitto le diverse ski area del Cervino Ski Paradise e del Monterosa Ski, tutte collegate sci ai piedi per un totale di 75 piste da discesa.

Attualmente il comprensorio Matterhorn Ski Paradise (Breuil-Cervinia, Valtournenche, Zermatt) offre 380 km di piste, quello del Monterosa Ski 200 km.Con il nuovo collegamento i chilometri totali di piste diventerebbero 580.Attenzione: non si parla di costruire nuove piste da sci (che comporterebbero opere gravose e lavori dal forte impatto ambientale), bensì di allargare gli orizzonti e le possibilità. Ad esempio si aprirebbe al freeride una zona di oltre12 km di lunghezza per un totale di 2289 metri di dislivello: un vero paradiso per gli amanti della neve fresca senza compromettere in alcun modo la tutela del territorio.

Discese a parte, il collegamento permetterebbe a chiunque, sciatori e non, di ammirare un panorama unico, con vista sconfinata su ben 38 delle 82 vette alpine sopra i 4000 metri: dai versanti Sud e Nord del Monterosa ai tre versanti del Cervino/Matterhorn, dal Gran Combin al Weisshorn fino al Monte Bianco e anche il Monviso, solo per citarne alcuni.

OLTRE LO SCI

Maggiori possibilità per gli sciatori e tempi ridotti di spostamento, ma non solo. Il nuovo collegamento porterebbe con sé diversi vantaggi ad ampio respiro. Innanzitutto la destagionalizzazione del turismo di montagna: è vero che lo sci è oggi l’elemento di maggior attrazione per le valli, ma l’attenzione va puntata anche sulla valorizzazione di un’offerta estiva attrattiva, alla riscoperta di tante altre possibili attività outdoor in quota. Per questo, il progetto si propone di garantire una fruibilità che copra l’intero arco dell’anno: d’inverno come d’estate si potrebbe infatti raggiungere sia il Piccolo Cervino sia Zermatt e viceversa.

DESTAGIONALIZZAZIONE, ACCESSIBILITÀ E NUOVE OPPORTUNITÀ

La destagionalizzazione aprirebbe nuove opportunità di fruizione del territorio: vivere la montagna tutto l’anno significa offrire al turista sportivo attività ed esperienze diverse, ben oltre lo sci. Trekking e mountain-bike, ad esempio,  diventerebbero il volano per aprire a nuovi mercati: a piedi o in bicicletta, d’estate si potrebbero scoprire i “safari tour” attraverso percorsi panoramici in quota. Si andrebbe a definire un itinerario che partendo da Torgnon e passando da Chamois, Cheneil, Valtournenche, il Breuil, porterebbe a scollinare dal colle delle Cime Bianche, per poi giungere fino ad Alagna passando dalla Val d’Ayas ela valle di Gressoney. Un percorso magnifico, unico nel suo genere, il tutto sempre assistiti dagli impianti di risalita.

Sport ma non solo: non scordiamo ad esempio il lato gourmet, che negli ultimi anni è diventato una delle chiavi di attrazione più importanti su tutto l’arco alpino. Poter offrire esperienze e tour enogastronomici, far conoscere piatti locali e ricette antiche fa la differenza in un’ottica di turismo internazionale, moderno e di qualità. Il gusto si unisce alla tradizione: fondamentale per lavalorizzazione del territorio è riuscire a proporre tour alla scoperta del costume e dei prodotti delle popolazioni alpine. L’offerta turistica potrà prevedere anche itinerari botanici, attività di bird watching e gite accompagnate alla scoperta della fauna, per consentire a tutti di entrare ancora più in sintonia con la natura unica di queste montagne. Da questo punto di vista, grande attenzione verrebbe posta ai sistemi di imbarco affinché consentano un facile accesso anche alle persone con disabilità. Il nuovo collegamento potrebbe poi avere risvolti anche di tipo culturale e divulgativo. Educare alla montagna è un argomento più che mai di attualità: non c’è luogo migliore dell’alta quota per verificare gli effetti del riscaldamento globale e interpretare il futuro delle nostre montagne. Per questo potrebbero essere organizzate sul territorio escursioni, percorsi e attività di sensibilizzazione per bambini e ragazzi: l’esperienza in prima persona sul ghiacciaio non solo consente di toccare con mano il suo stato attuale, ma permette di conoscere da vicino anche il suo ciclo vitale acquisendo così una maggior consapevolezza in tema di sostenibilità ambientale.

UNA VISIONE SOSTENIBILE PER IL FUTURO DELLE COMUNITÀ DI MONTAGNA

Il progetto non può restare un’utopia. Rappresenta un’evoluzione necessaria per sostenere il futuro della montagna e delle sue comunità. Un’opportunità significativa per imprimere un cambio di passo in ottica futura e per sviluppare un turismo moderno lungo tutto l’anno in una delle zone più affascinanti dell’arco alpino, sposando al contempo la sostenibilità ambientale, economica e sociale.

SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

Una certezza: la realizzazione del collegamento avrebbe il minor impatto possibile sul territorio. Il tema della sostenibilità ambientale è infatti uno dei pilastri su cui si basa lo studio tecnico di fattibilità. Un fattore dal quale non si può prescindere poiché riguarda da vicino le stesse comunità che vivono in questi luoghi e che hanno chiaramente a cuore l’interesse e la preservazione dell’ambiente circostante.

La tutela della natura rappresenta dunque una prerogativa fondamentale. Fortunatamente il rispetto dei principali criteri di sostenibilità trova un valido alleato nell’innovazione tecnologica in campo ingegneristico che oggi consente di realizzare progetti con materiali a basso impatto ambientale nonché facilmente removibili e smantellabili.

Il trasporto effettuato con impianti di risalita a fune ha sicuramente un minor impatto ambientale rispetto ad altri sistemi di trasporto: è elettrico (in Valle d’Aosta viene utilizzata l’energia prodotta dalle centrali idroelettriche, quindi energia verde), ha un basso inquinamento acustico, occupa meno spazio (il suolo potenzialmente occupato è molto ridotto rispetto a quello riservato ai percorsi per auto, treni, aerei).

Spostarsi con gli impianti di risalita rappresenta inoltre un risparmio di tempo e di energia rispetto all’auto. È questo un altro inconfutabile plus in termini di ecosostenibilità: il tragitto che separa Champoluc da Zermatt è di 240 km, ovvero circa quattro ore di auto. La linea del collegamento invece sarebbe di soli 10km.

SOSTENIBILITÀ ECONOMICA E SOCIALE

Realizzare il collegamento significherebbe creare nuove e diffuse opportunità e garantire un’importante ricaduta economica a favore di tutta la regione. Se altre zone alpine (si pensi alla Svizzera, alla Francia e all’Austria) hanno anche ultimamente investito in progetti moderni e innovativi per ampliare la propria offerta sciistica e turistica, la Valle d’Aosta, come del resto le altre Regioni immediatamente a Sud delle Alpi, è rimasta pressoché ferma: un collegamento del genere permetterebbe di rimettersi al passo coi tempi, creare nuovi stimoli, dare nuove opportunità ai giovani dei suoi territori.

Il progetto porterebbe valore aggiunto alle comunità locali, puntando su un turismo evoluto e di qualità. E sulla scia delle dinamiche di un circolo virtuoso, é logico ipotizzare che si registrerebbe un maggiore afflusso di turisti, con la conseguente necessità (o meglio, opportunità) di ampliare e potenziare le strutture turistiche in loco. L’indotto, va da sé, sarebbe decisamente molto interessante.

Non si tratta di correre dietro a un turismo di massa, ma di rendere questa zona delle Alpi molto più appetibile, soprattutto per il pubblico internazionale. Secondo molti studi di settore, nei prossimi anni si assisterà all’arrivo crescente di turisti dai Paesi emergenti, in primis quelli asiatici. Persone desiderose discoprire le città d’arte e di ammirare le Alpi: un nuovo tipo di clientela che non vuole solo praticare sport invernali ma vivere esperienze uniche.

Con il nuovo collegamento non solo si potrà sciare per 12 mesi l’anno, ma si potrà portare in quota un’ampia platea di pubblico che altrimenti non potrebbe godere di queste cime, tra cui il Monte Rosa e il Cervino, famoso in tutto il mondo e dal forte richiamo turistico anche grazie al collegamento con Zermatt.

pa.ga.