"Lo slittamento dell'incontro tra Forze autonomiste auspicato per martedì scorso è fisiologico e non vi sono attriti alla base della decisione, ma solo la necessità di far passare questi giorni di Feste natalizie per ritrovarci attorno a un tavolo con più calma e magari con un programma di cose da fare".
A dirlo è Cristina Machet, presidente dell'Union Valdotaine e convinta sostenitrice della possibile 'réunion autonomista', tema alquanto dibattuto in questo fine 2022 ma sul quale gravano ancora perplessità di alcuni esponenti politici valdostani circa le modalità e i tempi di attuazione del progetto.
"La riflessione politica è aperta da tempo e si accettano i contributi di tutti - prosegue Machet - ma i tempi sono sicuramente maturi perché dalle parole si possa passare a qualcosa di più concreto. E sono convinta che se Réunion deve essere, questa possa e debba partire proprio dall'Uv stessa: il Mouvement è la casa madre dell'autonomismo valdostano, non si può prescindere da questo valore fondamentale. L'ideologia dalla quale muove il principio di autodeterminazione del popolo valdostano è l'essenza stessa dell'Union Valdotaine. Qualunque proposta ha questa essenza come trampolino di lancio".
Il Leone Rossonero è certamente fiaccato da anni di crisi politiche e inchieste giudiziarie che hanno coinvolto alcuni esponenti unionisti di spicco, ma per Cristina Machet "questo stesso Leone è vivo più che mai perché ha saputo risollevarsi nei momenti meno 'popolari' e ha saputo far tesoro degli errori, nonché pulizia al suo interno rispetto a realtà che ne stavano adombrando la sostanza, la serietà ideologica e programmatica, la rispettabilità politica e morale. Quindi è da qui che deve partire la proposta di riunificazione della galassia autonomista: siamo disposti a farci carico in maniera convinta di questo proposito? Io credo di si. Un tavolo di discussione e confronto è sempre aperto e attorno vi si potranno sedere più persone".