Nato a Londra il 16 aprile 1889, Charles Spencer Chaplin crebbe senza l’appoggio di una famiglia stabile. Il padre abbandonò la famiglia quando lui aveva solamente tre anni e la madre, un’attrice di music–hall conosciuta con il nome d’arte di Lily Harley, ben presto, soffocata dalle luci della ribalta abbandonò il mondo dello spettacolo passando gran parte della propria vita tra ospedali e manicomi.
Chaplin, a soli cinque anni, fece la sua prima apparizione in uno spettacolo teatrale per sostituire la madre sul palcoscenico. A nove anni era già una piccola stella del music-hall. A causa della sua situazione economica instabile e poco sicura Chaplin accettò qualsiasi tipo di lavoretto gli si proponesse, dal giardiniere al barbiere; non chiuse mai le porte alla sua vera vocazione e talento, quelle del teatro.
Con tenacia a diciannove anni entrò nella compagnia teatrale di Fred Karno, la stessa di cui, pochi anni dopo, entrò a far parte anche Stan Laurel, 'secoli' prima di formare il duo comico per eccellenza, 'Stanlio e Ollio'.
Nonostante la sua timidezza, ben presto Chaplin divenne un membro insostituibile del music–hall. E attraverso i suoi innumerevoli sketch, si distinse dalla maggior parte dei comici presenti all’interno della compagnia.
Con il passare degli anni, la compagnia teatrale organizzò moltissime trasferte in diversi luoghi degli Stati Uniti: una tournée cambiò il destino di colui che divenne tra le colonne portanti del cinema comico.
Durante lo spettacolo 'A night in an English music–hall' venne notato dal direttore della Keystone, Mack Sennet, che convinse i proprietari della New York Motion Picture ad offrirgli un contratto come comico.
Chaplin, inizialmente dubbioso all’idea di abbandonare il teatro per entrare nel cinema, accettò di firmare il contratto propostogli da Sennet solamente in virtù dell appetitoso compenso che gli era stato offerto, più di quanto avesse mai guadagnato in vita sua.
Abbandonata la compagnia di Karno Chaplin, intraprese il viaggio artistico che lo avrebbe portato alla creazione del suo più celebre personaggio: 'il vagabondo Charlot'.
Il 7 febbraio 1914 nacque la maschera di Charlot: 'The Tramp-Il Vagabondo'
Il personaggio comparve per la prima volta nel film 'Charlot ingombrante 'nelle vesti di un personaggio maldestro, ma di buon cuore, un vagabondo che si sforza di comportarsi con le buone maniere e la dignità di un gentiluomo, nonostante il suo status sociale. Tuttavia, Charlot sa usare anche la sua ingegnosità per ottenere ciò che gli serve.
'Charlot ingombrante' noto anche come 'Kid Auto races at Venice' - di cui parleremo successivamente nel dettaglio - è un film diretto da Henry Lehrman, prodotto dalla Keystone Pictures Studio e distribuito negli Stati Uniti dalla Mutual Film proprio il 7 febbraio di quell’anno.
Il personaggio nacque da un’idea di Charlie Chaplin e del produttore e regista Mack Sennett nel 1913; Chaplin stipulò un contratto con la casa di produzione Keystone Film Company, e voleva creare un personaggio in chiave comica che usasse pochissimi dialoghi per esprimere le sue idee, a meno che non ne fosse stato estremamente necessario.
Perfino l’operaio pasticcione del film 'Tempi moderni' del 1936, diretto e interpretato da Chaplin, non recita una sola parola nel film dando completamente spazio al linguaggio del corpo agile ed esile.
Il film ritrae storicamente la situazione in America durante la Grande Depressione, dopo il Crollo di Wall Street. La pellicola divenne nel corso del ventesimo secolo una raffigurazione visiva schierata apertamente dalla parte dei lavoratori, affamati e sottopagati in un’America in piena crisi economica. Costretti a lottare per un tozzo di pane e conservare la propria dignità verso un sistema capitalistico che sfruttava la precarietà degli operai in massa, i proletari vennero rappresentati da Chaplin come figure teatrali in un mondo ostile.
Scena tratta dal film 'Tempi moderni'
L’unico film in cui il personaggio del vagabondo si esprime con le parole è 'Il grande dittatore' del 1940, in cui Chaplin interpreta due ruoli: quello in chiave comica che prende in giro i costumi di Adolf Hitler, chiamato Adenoid Hynkel, e quello di un loquace e mite barbiere ebreo.
Il punto più cruciale del film in cui il "nuovo" personaggio di Charlot rompe definitivamente i rapporti con quello antecedente lasciando quindi spazio alla parola, nuovo mezzo per esprimersi al mondo, è il discorso finale ai nazisti, intimando loro di abbandonare le persecuzioni contro gli ebrei in quanto esseri umani e uguali a loro.
E' il primo lungometraggio interamente parlato di Chaplin: il regista sapeva che far parlare il suo personaggio più famoso, Charlot, avrebbe potuto snaturarlo fino a ucciderlo, ma sentiva anche di vivere in un contesto storico in cui parlare era diventato un dovere. Alla sua uscita, Il Grande Dittatore fu censurato quasi in tutta Europa, almeno fino al 1945, quando finì la guerra. Nel 1941 era stato candidato a cinque premi Oscar: fu uno dei maggiori successi, anche commerciali, dell'autore.
Ecco la trascrizione del testo, il monologo finale del film 'Il grande dittatore'
"Mi dispiace, ma io non voglio fare l'imperatore. Non è il mio mestiere. Non voglio governare né conquistare nessuno.
Vorrei aiutare tutti se è possibile: ebrei, ariani, uomini neri e bianchi.
Tutti noi, esseri umani, dovremmo aiutarci sempre, dovremmo godere soltanto della felicità del prossimo, non odiarci e disprezzarci l'un l'altro.
In questo mondo c'è posto per tutti: la natura è ricca, è sufficiente per tutti noi; la vita può essere felice e magnifica.
Ma noi lo abbiamo dimenticato.
L'avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha precipitato il mondo nell'odio, ci ha condotti a passo d'oca a far le cose più abiette. Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi; la macchina dell'abbondanza ci ha dato povertà; la scienza ci ha trasformato in cinici; l'abilità ci ha resi duri e cattivi.
Pensiamo troppo e sentiamo poco.
Più che macchinari, ci serve umanità. Più che abilità, ci serve bontà e gentilezza. Senza queste qualità, la vita è violenza, e tutto è perduto.
L'aviazione e la radio hanno riavvicinato le genti.
La natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà nell'uomo, reclama la fratellanza universale, l'unione dell'umanità.
Perfino ora la mia voce raggiunge milioni di persone nel mondo, milioni di uomini, donne e bambini disperati, vittime di un sistema che impone agli uomini di torturare e imprigionare gente innocente.
A coloro che mi odono, io dico: non disperate! L'avidità che ci comanda è solamente un male passeggero.
L'amarezza di uomini che temono le vie del progresso umano, l'odio degli uomini scompare insieme ai dittatori.
E il potere che hanno tolto al popolo, ritornerà al popolo! E qualsiasi mezzo usino, la libertà non può essere soppressa.
Soldati! Non cedete a dei bruti! Uomini che vi disprezzano e vi sfruttano! Che vi dicono come vivere! Cosa fare! Cosa dire! Cosa pensare! Che vi irreggimentano! Vi condizionano!
Vi trattano come bestie! Non vi consegnate a questa gente senza un'anima!
Uomini macchina, con macchine al posto del cervello e del cuore.
Voi non siete macchine, voi non siete bestie, siete uomini! Voi avete l'amore dell'umanità nel cuore.
Voi non odiate coloro che odiano solo quelli che non hanno l'amore altrui.Soldati! Non difendete la schiavitù, ma la libertà! Ricordate, nel Vangelo di S. Luca è scritto: 'Il Regno di Dio è nel cuore dell'uomo'.
Non di un solo uomo o di un gruppo di uomini, ma di tutti gli uomini! Voi! Voi, il popolo, avete la forza di creare le macchine, la forza di creare la felicità.
Voi, il popolo, avete la forza di fare che la vita sia bella e libera, di fare di questa vita una splendida avventura.
Quindi, in nome della democrazia, usiamo questa forza! Uniamoci tutti! Combattiamo per un mondo nuovo, che sia migliore, che dia a tutti gli uomini lavoro, ai giovani un futuro, ai vecchi la sicurezza. Promettendovi queste cose dei bruti sono andati al potere: mentivano!
Non hanno mantenuto quelle promesse, e mai lo faranno! I dittatori forse sono liberi perché rendono schiavo il popolo. Allora combattiamo per mantenere quelle promesse!
Combattiamo per liberare il mondo, eliminando confini e barriere, eliminando l'avidità, l'odio e l'intolleranza.
Combattiamo per un mondo ragionevole. Un mondo in cui la scienza e il progresso diano a tutti gli uomini il benessere. Soldati, nel nome della democrazia, siate tutti uniti!"
Arriva diritto al cuore ancor oggi il monologo pronunciato da Chaplin-barbiere-ebreo-travestito-da-dittatore, per la sua universalità e la sua attualità: da un lato, riporta la politica a un livello umano e per certi versi ideale, ma soprattutto perché smaschera le promesse della politica disumana dei "dittatori", che pensano solo a loro stessi e al loro potere.
Charlie Chaplin realizzò 34 cortometraggi con la Keystone, di seguito i primi tre, di cui anche 'Charlot ingombrante' girati nel febbraio del 1914.
Making a Living (2 febbraio 1914)
Nella sua prima apparizione cinematografica, Charlie Chaplin interpretò un damerino dall’aria naif, con tanto di monocolo e bastone da passeggio che, nell’arco di tredici minuti (la durata del corto) ruberà al suo rivale (il regista Henry Lehrman) prima i soldi, la futura sposa e infine il lavoro. "Making a Living" è un susseguirsi di situazioni comiche dal ritmo frenetico, in cui Chaplin e Lehrman passano la maggior parte del tempo ad inseguirsi ed azzuffarsi. Il film termina mentre la lite tra i due rivali è ancora in corso sul respingente di un tram in corsa.
Charlie Chaplin; una scena del corto “Making a Living”
Mabel’s strange predicament (9 febbraio 1914)
Girato pochi giorni prima di 'Kid Auto races at Venice, Cal', 'Mabel’s strange predicament' è ufficialmente il primo cortometraggio con protagonista Charlot, sebbene la Keystone decise di invertire l’ordine di uscita dei due corti .Ambientato interamente in un hotel, vedrà Charlot ubriacarsi per poi corteggiare con insistenza la giovane Mabel (Mabel Normand), rimasta chiusa fuori dalla sua stanza, causando lo scompiglio tra i residenti dell’albergo. Difatti, pur di sfuggire alle attenzioni del vagabondo senza farsi notare da nessuno in pigiama, che all’epoca era considerato indecoroso, la Normand si nasconderà nella camera di un uomo sposato ancor più indecoroso!
Tutto questo trambusto avrà ripercussioni sullo svolgimento dello storia. Equivoco dopo equivoco, Charlot incasserà un sacco di botte sia dall’uomo sposato, che dalla moglie di quest’ultimo e, infine, dal fidanzato di Mabel.
Fu in quell’occasione che nacque Charlot, il personaggio più famoso della storia della comicità. Indotto all’ultimo minuto da Sennett a inventarsi un trucco appropriato per la parte in 'Mabel’s Strange Predicament', Chaplin modellò sia il trucco che il vestiario, applicando sul suo volto un paio di baffetti per invecchiarsi un po’ (a quell’epoca Chaplin aveva venticinque anni) e, traendo ispirazione dai comici vagabondi del music-hall, e da un cocchiere londinese da cui riprese la camminata, Chaplin diede vita al personaggio di Charlot.
Charlie Chaplin; Mabel’s strange predicament
Kid Auto races at Venice, Cal. (7 febbraio 1914)
Durante le riprese della corsa, uno strano personaggio scopre la presenza della cinepresa e diventa impossibile allontanarlo dall’obiettivo. Ufficialmente riconosciuto come la prima apparizione di Charlot, 'Kid Auto races at Venice, Cal.' venne girato due giorni dopo il termine delle riprese di 'Mabel’s strange predicament'
La Keystone, tuttavia decise di proiettarlo per primo.
In “Kid Auto races at Venice, Cal.”, Chaplin è uno spettatore che, durante una corsa automobilistica per bambini, cerca in tutti i modi di essere ripreso dall’obiettivo ostacolando il lavoro del cameraman, interpretato nuovamente da Henry Lehrman. Girato in soli 45 minuti durante lo svolgimento di una corsa automobilistica a Venice, “Kid Auto races at Venice, Cal." cambiò la storia del cinema.
Non solo segnò il debutto cinematografico di Charlot, ma la reazione del pubblico fu sorprendente osservando il personaggio del 'vagabondo' in azione. Nei pochi minuti che completano il corto, si notano gli sguardi incuriositi del pubblico recatosi sul luogo appositamente per assistere alla gara automobilistica. All'improvviso, i presenti, ignari delle intenzioni della Keystone, videro spuntare uno strambo personaggio che intralciava, con manie di protagonismo, il lavoro della troupe.
Charlie Chaplin; Kid Auto races at Venice, Cal.
Il personaggio di Charlot è un simbolo di grande umanità che accusa e rispecchia la triste realtà delle generazioni dell’America degli anni Venti e Trenta. Non a caso è un vagabondo con buffi vestiti e dai modi sgraziati, un reietto della società, bersagliato dalla sfortuna e dalla cattiveria della gente più potente di lui, obbligato a essere l’ultima ruota del carro. Fame e sofferenza sono le uniche amiche e accompagnatrici del povero vagabondo che cerca la fortuna per le strade deserte, e degradate della città. Spesso Charlot si aggrappa all’amore per qualche animale, per lo più un cane, o per una bella ragazza, la maggior parte delle volte anche lei sfortunata, apparendo gentile e cortese e dai portamenti nobili.
Charlot è entrato nel mito, nella leggenda, con i suoi pantaloni larghi, il cappotto stretto, la bombetta piccola, un grosso paio di scarpe ai piedi, il bastone e i suoi famosi baffetti. Una leggenda che non morirà quand'anche, soffocato dalle nuove tecnologie, dovesse morire il Cinema così come lo conosciamo.