"Alla fine, si scopre che si è bloccata la Regione per redistribuire gli incarichi secondo logiche private, senza alcun progetto politico". Così scrive in una nota la segreteria del Movimento Adu-VdA che, commentando la composizione della nuova Giunta, stigmatizza che "il Presidente Renzo Testolin è stato coinvolto nell'inchiesta sulla ‘ndrangheta. Ricordiamo, come già fatto da Cgil e Libera, che la sua posizione è stata archiviata, ma la magistratura aveva dimostrato l'esistenza di un sostegno elettorale promesso, accettato ed effettivamente assicurato dai componenti del locale ‘ndranghetista di Aosta".
E poi: "Il riconfermato presidente dell'Osservatorio antimafia, Alberto Bertin, pare non avere nulla da osservare. In questa Restauration, assistiamo persino al ritorno di Augusto Rollandin in maggioranza, nel mutismo del consigliere Andrea Padovani, un tempo suo oppositore. L’assessore Marzi ripercorre passo dopo passo gli exploit negativi di Baccega ed è ora chiamato al capezzale della Sanità. La scelta di dare un assessorato a Jean Pierre Guichardaz è criticabile sotto molti punti di vista, tra questi anche la particolarità che il futuro responsabile della scuola e dell'università non sia laureato".
Adu VdA evidenzia poi come la Valle d'Aosta resti l'unica regione italiana "senza rappresentanza femminile, in aperta violazione della normativa europea e nazionale".
Il Movimento intende valutare "con la società civile quali azioni intraprendere a difesa dei diritti delle donne. L'autonomia speciale non può essere, ogni volta, la scusa per fare peggio degli altri".
Quanto al programma, "più che un elenco di obiettivi pare una semplice ricognizione, nemmeno completa, dei problemi della nostra regione. Il sociale e la crisi economica non vengono quasi trattati, a confermare una separazione tra Palazzo e cittadini. Su Cime Bianche, tunnel del Bianco, aeroporto e ospedale (nel programma si parla di nuovo ospedale, ma è un falso dato che la maggioranza intende continuare a rattoppare la vecchia struttura) il Pd conferma di aver barattato gli impegni elettorali in cambio di un paio di poltrone".
Per Adu VdA, insomma, "più che una riforma elettorale, serve un totale ricambio della classe dirigente".