"Un atto grave, che il Savt condanna fermamente". Così il Sindacato autonomo valdostano dei lavoratori, in una nota, esprime il proprio giudizio totalmente negativo sulla sentenza del Tar di Bastia, in Corsica, che ha definito "incostituzionale" l'utilizzo della lingua corsa da parte dei consiglieri durante i dibattiti dell'Assemblea.
E "nell'esprimere sostegno e vicinanza al popolo corso e ai colleghi del Syndicat des travailleurs corses", il Savt del segretario Claudio Albertinelli si augura "una presa di posizione in tal senso anche da parte delle istituzioni della Regione autonoma Valle d'Aosta". È dal 2021 che, per l'azione dei partiti autonomisti che governano la Regione, "i 63 consiglieri dell'assemblea della Corsica (nella foto) possono esprimersi nella loro lingua, il corso, durante i lavori di questo organismo", spiega il sindacato valdostano.
A chiedere al Tar di pronunciarsi sulla questione era stato il prefetto della Corsica "che aveva sollevato non solo la questione della lingua - prosegue il Savt -, ma anche quella della violazione della Costituzione da parte del nuovo regolamento interno del parlamento locale, che sancisce 'l'esistenza del popolo corso'".
Il giudice amministrativo -appellandosi all'articolo 2 della Costituzione del 4 ottobre 1958, secondo cui "la lingua della Repubblica è il francese"- ha dichiarato che "l'uso del francese si impone per le persone giuridiche di diritto pubblico" e "nell'esercizio di una missione di servizio pubblico".
Per il Savt, "le lingue costituiscono una parte essenziale della nostra vita quotidiana: rappresentano il più efficace strumento di comunicazione, garantiscono la coesione sociale di un popolo e sono alla base della sua identità e delle sue tradizioni". Il sindacato valdostano Il SAVT-Vallée d'Aoste -insieme a LAB-Pays Basque, CUT-Galiza, Intersindacal CSC-Catalunya, Intesindical Canaria, STC-Corsica, SLB-Bretagne, UGTG-Guadeloupe, UGTM-Martinique, USTKE Kanaky, UTG-Guyane, CSS-Sardegna - fa parte della Plateforme des Syndicats des Nations sans État (PSNSE), che da sempre sostiene i popoli che non si riconoscono nello Stato in cui vivono e che aspirano all'indipendenza e al riconoscimento della propria cultura e della propria storia.
"Questi popoli- conclude la nota- devono avere la possibilità di intraprendere un percorso pacifico verso la propria autodeterminazione. Un tema, quello delle Nazioni senza Stato, che il Savt ha inserito nel testo modificato del proprio Statuto, approvato durante il Congresso straordinario del 2 dicembre 2022".