Cronaca | 25 marzo 2023, 08:15

Era accusato di maltrattamenti in famiglia ma in processo la compagna ritratta tutto

Condannato a tre mesi di carcere solamente per minaccia aggravata e immediatamente scarcerato un 24enne residente ad Aosta

Era accusato di maltrattamenti in famiglia ma in processo la compagna ritratta tutto

"Non ha mai cercato di uccidermi"; "Non ho mai temuto di essere uccisa"; "Non mi ha mai puntato contro un coltello o un'altra arma"; "Non mi ha mai picchiata tranne quel giorno, il 18 dicembre 2022, perché per errore aveva ingoiato dei farmaci che lo hanno alterato"; "tre giorni prima c'era stato un alterco ma senza alcun tipo di violenza".

Con queste e altre dichiarazioni rese in aula, che smentiscono in toto quanto invece aveva lei stessa messo a verbale al Comando dei carabinieri la sera del 18 dicembre 2022, ieri nell'aula del Tribunale del capoluogo un'aostana ha di fatto scagionato dalle accuse di maltrattamenti in famiglia il suo compagno, un 24enne residente ad Aosta e sino ai ieri detenuto in carcere, che il giudice Marco Tornatore al termine del dibattimento ha condannato a tre mesi di carcere per il solo reato di minaccia aggravata.

L'imputato è stato assolto dal reato di lesioni personali dolose (il reato originario era quello di maltrattamenti in famiglia ma è stato riqualificato durante il processo) perché la donna, che ha tre figli, ha anche rimesso la querela nei confronti del compagno. Il giudice lo ha condannato per minaccia aggravata e ne ha ordinato l'immediata scarcerazione

I fatti risalgono alla sera del 18 dicembre scorso, quando a casa della coppia erano intervenuti i carabinieri dopo una violenta lite: lei aveva dichiarato di essere stata aggredita dal compagno e picchiata, nonché di essere stata minacciata di morte sia quella sera, sia tre giorni prima, il 15 dicembre e che i maltrattamenti dell'uomo duravano da tempo nonostante lei fosse incinta. Accuse negate ieri nell'aula del tribunale, dove il giudice Tornatore (pm Manlio D'Ambrosi) prima di sospendere l'udienza ha spiegato alla donna che ritrattando si esponeva al rischio di due reati: calunnia nei confronti del compagno resa durante la verbalizzazione dei carabinieri (da due a sei anni di carcere) o di falsa testimonianza in udienza (da due a sei anni di carcere).

Alla lettura della sentenza, però, il giudice non ha annunciato la trasmissione degli atti alla procura per l'eventuale valutazione dei reati.

pa.ga.