Pena detentiva convertita in cinquemila euro di multa, sei mesi di sospensione della patente, auto sequestrata ma non confiscata. Si è conclusa con questa sentenza, l'udienza al tribunale di Aosta nei confronti di un'ultrasessantenne professionista valdostano del settore edile arrestato la sera del 24 marzo scorso e processato in direttissima per guida in stato di ebbrezza e resistenza a pubblico ufficiale.
Che avesse bevuto troppo è un dato di fatto ed è stata la prima cosa che lui stesso ha ammesso. Che abbia dato in escandescenze 'resistendo' alle pressioni degli agenti per sottoporsi all'etilometro è altrettanto vero, ma dalla ricostruzione dei fatti emerge che quando è stato arrestato, il professionista non era su una pubblica strada ma fermo nel piazzale di una sua proprietà.
L'uomo era stato seguito nelle vie cittadine da una pattuglia della Sezione Volanti della polizia: gli agenti avevano notato la sua auto che sbandava a più riprese.
Ma è stato un privato cittadino a seguirlo fino all'ingresso della sua auto nell'area industriale di sua proprietà e a indicare gli spostamenti alla polizia. Il professionista edile ha fermato l'auto nel perimetro del suo abituale luogo di lavoro e lì è rimasto. Poi ha visto le luci delle torce degli agenti che erano entrati nella proprietà e lo cercavano: lui non era 'nascosto', non stava fuggendo ed era fermo in auto: quando lo hanno trovato gli hanno intimato di scendere dall'auto.
Sceso dalla vettura, alla richiesta di sottoporsi all'alcoltest il professionista edile si è rifiutato: ha detto loro che aveva bevuto molto e questo per lui era sufficiente perché si vedeva chiaramente. Sul posto è giunto anche il Radiomobile dei carabinieri ma il valdostano aveva ormai iniziato a dare in escandescenze: ne è nata una breve collutazione conclusasi con l'ammanettamento dell'automobilista, caricato a forza sulla Volante e condotto in Questura, dove ha trascorso una notte in cella di sicurezza per poi essere scarcerato il giorno dopo, alla convalida del fermo.