Venerdì 26 maggio, alle ore 18, negli spazi della Chiesa di San Lorenzo di Aosta, sarà inaugurata la mostra 'Miriam Colognesi. L’autre portrait. Le jeu'. Il progetto espositivo è arricchito da un video di Luca Bich e da un catalogo edito dalla Tipografia Duc con testi di Valeria Bianchi Mian, Omar Borettaz e Daria Jorioz, in vendita in mostra al prezzo di 15 euro.
Orario di apertura: martedì-domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18.La mostra è a ingresso gratuito e sarà aperta al pubblico fino al 15 ottobre.
L’esposizione, realizzata dalla Struttura Attività espositive e promozione identità culturale e curata da Daria Jorioz, propone un progetto di ricerca dell’artista Miriam Colognesi, che dedica una sezione ad Aosta, arricchendo un percorso iniziato da alcuni anni che ha coinvolto nel tempo fondi pubblici e privati degli archivi di Émarèse, Melpignano (Puglia) e El Masnou (Catalunya).
L’interazione tra immagini e documenti antichi crea una sorta di Atlante della memoria e per le carte dedicate ad Aosta l’utilizzo dell’antico manoscritto di Nicolas Claude, De universo terrarum orbe, 1662 (Aosta, Biblioteca regionale Bruno Salvadori) rende preziose e uniche le opere d’arte contemporanee realizzate dall’autrice.
“Con la mostra di Miriam Colognesi alla Chiesa di San Lorenzo la nostra programmazione espositiva estiva, che intende promuovere una cultura inclusiva e legata alla società attuale, si arricchisce di una proposta interessante e innovativa, afferma l’assessore Jean-Pierre Guichardaz. L’artista unisce sapientemente la pittura alle fotografie storiche e ai documenti d’archivio, realizzando opere che incuriosiscono e catturano l’attenzione del pubblico”.
“Il fascino del gioco delle carte percorre tutta la storia dell’arte e basta ricordare alcune celebri opere di Caravaggio, Georges de La Tour, Cézanne e Balthus per comprendere la pregnanza di un soggetto di genere dalle straordinarie implicazioni simboliche, sottolinea la curatrice Daria Jorioz. Miriam Colognesi si cimenta con un tema denso, densissimo e lo arricchisce ulteriormente di riferimenti: parte dal ritratto fotografico storico, lo associa a documenti d’archivio, ne ridisegna i confini in un gioco di specchi, mobile come la superficie dell’acqua increspata da un sasso gettato per produrre cerchi concentrici che si allontanano dal centro. Semplificando potremmo affermare che Miriam Colognesi compie una scelta molto precisa, quella di indagare attraverso un personale registro espressivo il tema della memoria individuale e collettiva”.