Cronaca - 29 maggio 2023, 19:42

Inchiesta The Stone, Appello di riesame tra un mese e intanto spunta una carta 'chiave'

In base a un documento privato sequestrato dalla Guardia di finanza al momento dell'arresto insieme all'atto preliminare di compravendita, Cappelletti avrebbe dovuto restituire la somma di 10.000 euro consegnatagli da Colliard tramite assegno circolare se per il 30 novembre non si fosse perfezionata l'operazione di acquisto dell'ex area camper di Valtournenche

Ezio Colliard (sn) insieme all'avvocato Corrado Bellora all'ingresso di Palazzo Giustizia

Ezio Colliard (sn) insieme all'avvocato Corrado Bellora all'ingresso di Palazzo Giustizia

La data non è stata ancora fissata ma sarà discusso a fine giugno al Tribunale di Torino il ricorso in Appello presentato dal pm Luca Ceccanti contro l'ordinanza del gip di Aosta che il 23 maggio scorso ha rimesso in libertà l'imprenditore Ezio Colliard, amministratore unico della Vico srl di Hone, e l'architetto Valerio Cappelletti, membro sino a domenica 21 maggio scorso della Commissione edilizia comunale di Valtournenche. Erano stati arrestati nel pomeriggio di venerdì 19 maggio, accusati di corruzione per un presunto accordo volto al rilascio delle autorizzazioni per la realizzazione del 'mini grattacielo' The Stone. 

Secondo gli inquirenti l'architetto Cappelletti (foto sotto) si sarebbe accordato con Colliard per fargli ottenere il parere positivo sul rilascio del titolo a costruire, ottenendo quale contropartita la promessa di una dazione complessiva di 330.000 euro. Gli indagati, sostiene il Nucleo di polizia tributaria delle Fiamme Gialle, "avrebbero pattuito di diluire il pagamento della somma nel tempo, sotto forma di corrispettivo per false consulenze, con un anticipo pari a poco più di 10 mila euro"; denaro versato da Colliard a Cappelletti nel pomeriggio di venerdì 19 maggio in piazza Chanoux con un assegno circolare sotto gli occhi degli stessi finanzieri.

Il gip Giuseppe Colanzingari, nella sua ordinanza, pur assentendo sulla sussistenza di indizi e convalidando il fermo ha sollevato dubbi su tale ricostruzione, accogliendo invece diverse osservazioni degli avvocati difensori, Corrado Bellora e Andrea Giunti per Colliard e Filippo Vaccino per Cappelletti.

La prima è che tra Cappelletti, che si è presentato in udienza con un trolley zeppo di documenti, e Colliard sussistesse da oltre dieci un fattivo rapporto finalizzato alla realizzazione di un grande albergo sull'ex area camper di Valtournenche, grande appezzamento metà del quale è di proprietà della società Alva srl dei fratelli Alessio e Valerio Cappelletti e l'altra metà di altri sei proprietari. Sarebbe stato proprio l'architetto Valerio a realizzare il progetto dell'hotel e ad adoperarsi, in forma ineccepibilmente legale sottolineano i difensori, per far si che si giungesse venerdì 19 maggio al preliminare di compravendita dell'ex area camper di Valtournenche.

Prezzo pattuito per l'acquisto da parte della Vico, due milioni e mezzo di euro da versare ai sette proprietari. Con Valerio Cappelletti, però, che per il buon fine di questa operazione ha lavorato per anni, Colliard si sarebbe accordato per l'ulteriore compenso di 330.000 euro a titolo di prestazione/consulenza professionale svolta in tutti questi anni: una cifra tutto sommato più che congrua, anzi inferiore di almeno la metà di qualunque provvigione, considerato che la realizzazione della struttura alberghiera costerebbe a Colliard poco più di 25 milioni di euro. E c'è di più, hanno sostenuto in udienza gli avvocati, mostrando al gip una scrittura privata sottoscritta da Colliard e Cappelletti subito dopo il preliminare di compravendita: trattandosi di un'operazione 'success free' ovvero 'salvo buon fine', se alla data del 30 novembre la compravendita non fosse stata perfezionata con tutti i proprietari dell'ex area camper, Cappelletti avrebbe dovuto restituire i diecimila euro anticipatigli da Colliard sul maggior compenso di 330.000 euro, oltre a eventuale caparra versata per l'acquisto del terreno.

Insomma, per la difesa dei due indagati, di tutto si è trattato tranne che di corruzione per la realizzazione di The Stone, della quale peraltro nelle intercettazioni i due non parlerebbero se non marginalmente. "Gli inquirenti certamente in buona fede hanno preso lucciole per lanterne  -  sostengono le difese -  Colliard e Cappelletti hanno sempre parlato al telefono di 'albergo', 'hotel'; qualcuno ha creduto che si trattasse di The Stone, ma quello è un fabbricato di civile abitazione...".

patrizio gabetti

SU