L'album è frutto delle sessioni di studio registrate negli ultimi due anni ed è stato curato e prodotto da The Edge e vede la band rileggere alcune delle canzoni più celebrate della loro carriera ultra-quarantennale tra cui With Or Without You, One, Beautiful Day, Sunday Bloody Sunday e Invisible. Il risultato è registrazioni nuove di ogni brano, inclusi gli arrangiamenti e in alcuni casi nuovi testi. Le nuove 40 canzoni sono raccolte in quattro album separati ognuno dei quali prende il nome di uno dei componenti della band.
E' un vero viaggio nel tempo Songs of Surrender, canzoni di resa. Che se le trasformiamo in canti di arrendevolezza assumono un significato più romantico.
Il primo capitolo è One e credo che non poteva andare diversamente.
Ho ascoltato due volte le 40 canzoni per provare a raccontarvele e due da brivido sono 'All I want is you' e 'With o without You' (con un incipit elettronico) dove la voce si fa flautata e la chitarra diventa una carezza.
Ci sono pezzi bellissimi come Ordinary Love e Dirty Day, ma non sono i soli, dove sembra che gli U2 vogliano fare pace con la parte più ruvida di se stessi, vogliano scarnificare una carriera lunga oltre quattro decenni e renderla trasparente.
City of blinding Lights parte col pianoforte e lentamente cresce ma restando a distanza dall'originale.
Ascoltare la nuova versione di Walk on Ukraine oggi, con quello che sta accadendo in quel paese, è struggente. Sentite cosa scrissero gli U2 nel 2000, esattamente 23 anni fa: "E se la luce del giorno sembra lontana, e se il tuo cuore di vetro dovesse spezzarsi, e per un secondo torni indietro, Oh no, sii forte, Cammina, cammina, Quello che hai non possono rubarlo, no, non possono nemmeno sentirlo, Cammina, cammina, Stai al sicuro stanotte". In queste parole c'è tutto l'orgoglio di un popolo.
La chitarra elettrica che apre, e accompagna, 'Two Hearts beat as One', sembra quasi una intrusa nell'economia di un'opera prettamente acustica, un'ombra di punk in un mondo di (neo) ballads. 'Stuck in a Moment You can't get out of' sembra la sintesi finale, il titolo è eloquente, bloccato in un momento dal quale non puoi uscire. Che Songs of Surrender sia il grimaldello che per uscire da quel momento? Forse sì, anche se sono pronto a scommettere che c'è chi dirà che hanno rinnegato il Rock e la loro storia.
Io mi limito a commentare che è un grande disco e che è coraggio e non vigliaccheria far evaporare un po' di naftalina da certi "abiti" che da anni vivono negli armadi delle nostre anime!
A cura di Paolo Fassino- SpazioMusica, Aosta