"Nella seduta odierna del Consiglio comunale le forze di minoranza hanno deciso di abbandonare l’aula in base a una ricostruzione distorta delle analisi condotte durante la Conferenza dei Capigruppo".
Così inizia una nota dei tre gruppi di maggioranza in Consiglio Comunale ad Aosta il Progetto civico progressista, l'Union valdôtaine e l'Alliance valdôtaine - che replicano al gesto della minoranza sostenendo che "a norma di regolamento, la Conferenza dei Capigruppo non aveva ammesso alcune iniziative in quanto repliche di mozioni, interrogazioni e interpellanze già presentate nelle sedute degli scorsi Consigli e che hanno già avuto sufficienti risposte da parte della maggioranza e della Giunta, che mai si sono sottratte al confronto".
Renaissance valdôtaine, Lega e Forza Italia avrebbero abbandonato l'aula "senza ascoltare le repliche della maggioranza, sottraendosi al dibattito e al confronto su molti temi importanti per la cittadinanza tra i quali la variazione di bilancio che prevede diverse azioni, più volte sollecitate anche dai gruppi di opposizione: l'impegno finanziario per la demolizione del grattacielo -oltre cinque milioni di euro- gli incrementi dei costi relativi ai 12 interventi previsti per la riqualificazione del quartiere Cogne, del quartiere Dora e di via Monte Emilius, con la realizzazione dei lavori definitivi per la pedonalizzazione dell'Arco di Augusto, così come numerosi interventi e attività sugli impianti sportivi, con particolare riferimento alla pista di atletica" del campo Ettore Tesolin". La maggioranza "ha garantito il proseguimento dei lavori del Consiglio, approvando le deliberazioni previste".
I gruppi di maggioranza, la Giunta e il sindaco Gianni Nuti "rimangono perplessi, ma non sorpresi, di fronte a un atteggiamento in linea con l’approccio populista che alcuni esponenti della minoranza hanno adottato da qualche tempo non tanto nei confronti dell’attività dell’Amministrazione, ma in funzione delle elezioni del 2025 e a una campagna elettorale perenne volta a demonizzare le attività che insistono sulla Città che cambia volto, così come previsto dal programma elettorale con il quale l’attuale maggioranza si è presentata agli elettori e alle elettrici nel 2020. Il gesto di oggi compiuto dall'opposizione, "volutamente plateale e irrispettoso, denota un forte limite delle forze di minoranza e fa trasparire una certa difficoltà ad accettare che, a fronte di problemi complessi si debbano necessariamente formulare soluzioni altrettanto complesse e per questo non immediate".
Le cinque mozioni delle minoranze non ammesse
Tre di questi atti, secondo la maggioranza, sono copie di mozioni discusse nelle ultime sedute: il regolamento prevede almeno sei mesi di tempo tra due documenti di indirizzo che affrontano lo stesso argomento. Altri due atti, secondo la capigruppo, sarebbero stati scritti in modo non conforme al regolamento. Tre mozioni riguardano il verde pubblico, nel mirino delle minoranze -di ogni colore politico- negli ultimi 15 anni almeno: due delle mozioni non ammesse sono della Renaissance valdôtaine, una di Forza Italia. Il quarto documento tratta il tema della mobilità e della sosta: una mozione della Lega sull'audizione del sindaco Gianni Nuti e degli assessori Corrado Cometto e Loris Sartore nelle commissioni del Consiglio regionale chiedeva che gli stessi Nuti, Cometto e Sartore riferissero in Commissione comunale. Per la maggioranza, è sufficiente che due consiglieri di minoranza chiedano di convocare la Commissione, e per questo la mozione è stata "cassata". L'ultimo atto non ammesso è una mozione della Lega sul turismo, che per la capigruppo avrebbe un'impegnativa generica e non attuabile.