Tunnel del Frejus chiuso da ieri per la frana caduta in Maurienne (Savoia) su un tratto dell'autostrada A43 e della ferrovia, traffico dei mezzi pesanti deviato ovviamente anche al tunnel del Monte Bianco con code, questa mattina, di oltre tre ore ai caselli.
"Rimaniamo in attesa che la concessionaria francese del traforo del Fréjus interessata dalla frana concluda le proprie valutazioni in merito ai tempi della riapertura - ha detto oggi all'Ansa Riccardo Rigacci, direttore gerente del gruppo europeo di interesse economico del traforo del Monte Bianco (Geie-Tmb), che gestisce il tunnel - poi trarremo le nostre conclusioni. Al momento non sono state assunte decisioni e non abbiamo variato i nostri programmi".
La speranza di Rigacci o meglio degli operatori al tunnel del Bianco è che la galleria tra Bardonecchia e Modane possa riaprire prima di lunedì prossimo, in modo da non dover rischiare di variare il programma per il rifacimento della volta del tunnel del Monte Bianco, lavori per i quali è prevista la chiusura totale da lunedì 4 settembre sino al 18 dicembre prossimo, con il Frejus che dovrebbe assorbire il 90% dei mezzi pesanti. Il Geie-Tmb ha previsto uno stop di 3-4 mesi all'anno fino al 2041, in alternativa una chiusura totale per tre anni. Durante l'interruzione prevista da lunedì prossimo per oltre tre mesi sarà allestito un cantiere-test in modo da valutare la "migliore metodologia operativa per il prosieguo delle opere".
E il tema del raddoppio del tunnel del Monte Bianco torna a farsi sentire proprio ora, dopo la frana caduta ieri in Savoia."Una delle nostre considerazioni, sollevata anche con l'inviato di missione del ministero francese dell'Ambiente, era stata quella relativa ad un'eventuale chiusura o blocco di altre strutture sull'arco alpino che avrebbero potuto paralizzare i traffici transfrontalieri- ha spiegato questa mattina in conferenza stampa il presidente della Giunta, Renzo Testolin (foto sopra) - e quindi la necessità di affiancare ai lavori di rifacimento della volta del tunnel del Monte bianco l'idea di raddoppio della canna che in questa situazione emerge come ancora più necessaria".
Testolin ha spiegato che "questi mesi ci hanno visti impegnati in una serie di situazioni che dovranno essere monitorate durante il periodo di chiusura del tunnel in collaborazione con l'università della Valle d'Aosta e la Chambre, con la quale abbiamo predisposto iniziative da mettere in campo contro le ricadute socio economiche sul territorio". È anche prevista una "verifica tecnico ambientale condotta dall'Arpa e dell'omologa società transalpina per "verificare le differenze tra la viabilità aperta e chiusa".