La superstar Alessandro Barbero ha travolto la piccola Aosta. La sua lezione "L'invenzione di San Francesco", annunciata da alcune settimane per la serata di ieri, ha travolto tutto e tutti. Le prenotazioni per i 450 posti messi a disposizione al teatro Splendor sono stati bruciati in un minuto. Sono arrivate oltre 2.000 email di prenotazione. Non sarebbero bastati 6.000 posti per accontentare tutte le persone che avrebbero voluto assistere all'incontro pubblico con lui.
A meno di 24 ore dalla diretta su YouTube, il video dell'incontro di ieri sera ha già avuto 2.000 visualizzazioni. Grande storico, affabulatore, divulgatore, Barbero ha riempito lo Splendor: tanti in lista d'attesa hanno tentato la fortuna alla ricerca di un posto rimasto libero, ma invano. La lectio è stata un'ora di storia, di citazioni, di ricostruzioni inedite di un personaggio da sempre controverso, ma di cui la storiografia italiana e internazionale hanno restituito un'immagine bucolica, astratta, quasi angelicata.
A margine dell'incontro, Barbero ha risposto a qualche domanda dei giornalisti. Il successo? "Cerco di prenderlo limitandone gli effetti negativi, diciamo così. È una cosa è successa, ridicola, finché dura me la prendo, cercando per l'appunto di evitare che mi divori la vita". Perché ridicola? "Ma se lei da un giorno all'altro scoprisse che le arrivano 150 email al giorno e che le persone la fermano per la strada dicendole 'posso farmi un selfie con lei?' non la troverebbe anche un po' comica la cosa? A me è successo quello, da un giorno all'altro".
Come Barbero convive con l'immagine che si è creata attorno alla sua figura? Una cittadina come Aosta ha vissuto per giorni un vero delirio per sua venuta. "Posso fare una sola cosa: cercare di ignorare tutto quello che avviene attorno alla mia immagine, altrimenti ci sarebbe da diventare matti- spiega Barbero-. Certo che temerei la mia immagine se andassi a leggere i commenti su internet alle cose che faccio, ma non lo faccio, non vado a leggerli ed è l'unica cosa che si può dire nel mondo di oggi".
Sul suo lavoro, conclude: "Cerco di fare delle cose interessanti, sono molto contento che i ragazzi mi sentano e che mi fermino per la strada per farsi un selfie. Molto contento, mi diverte molto e mi gratifica molto. Al tempo stesso, uno essendo sempre la stessa persona che era prima, non può fare a meno di dire 'ma dai!'".