Attualità | 17 ottobre 2023, 07:10

'Sì a un nuovo ospedale'; il grande chirurgo vascolare Palombo e altri luminari ad Aosta con Vallée Santé

Grande partecipazione all'incontro promosso dal Comitato sul tema 'Sanità e Ospedali del futuro'; evidenziata 'la sconfitta della politica' e incoraggiamento a trarre 'insegnamenti dalla pandemia'

'Sì a un nuovo ospedale'; il grande chirurgo vascolare Palombo e altri luminari ad Aosta con Vallée Santé

"Oggi vi parlo, con piacere, di questa esperienza un po’ strana perché trovarmi qui ad Aosta, a distanza di 30 anni, a parlare delle stesse cose di cui trattavo negli anni 92-93 è quanto meno sorprendente. Se non deludente. Perché in questi 30 anni effettivamente si poteva fare qualcosa che non è stata fatta. In un modo o nell’altro".

Parole tra il sarcastico e il rassegnato dell’ingegner Luigi Quaranta, intervenuto venerdì ad Aosta all’incontro promosso dal Comitato Vallée Santé sul tema 'Sanità e Ospedali del futuro'. E l’intervento dell’ingegner Quaranta non è stato casuale perché fu il progettista a cui Valerio Beneforti, all’epoca assessore regionale alla Sanità, affidò l’incarico per analizzare alcune sedi possibili per insediare il nuovo Ospedale.

"Personalmente - ha detto Quaranta - sono sempre stato un professionista del 'fare' e fare significa, rispetto al 'rappezzare', progettare qualcosa di nuovo per essere sempre attenti all’evoluzione. La vera sconfitta in questa storia, posso dirlo serenamente oggi da ottantenne ancora attivo, è della politica. In 30 anni cos’ha fatto? Ancora oggi siamo qui a cercare di capire se è meglio costruire un nuovo ospedale in centro aumentando ancora di più le problematiche legate alla localizzazione quando un ospedale alternativo ha certamente risultati migliori".

Più o meno sullo stesso tono gli interventi dell’architetto Stefano Carera e dell’ingegner Paola Arneodo che ha tenuto a sottolineare le criticità cui vanno incontro gli ospedali esistenti rispetto alle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità-OMS: l’accessibilità per gli utenti, i mezzi di soccorso e i fornitori, i collegamenti interni ed esterni dei vari servizi ospedalieri e la presenza di spazi verdi.

"Negli anni 50-60, quando sono stati inaugurati molti ospedali italiani e qui parliamo di una struttura ancora più vecchia -hanno ricordato i due professionisti - non c’erano, ad esempio, le grandi apparecchiature diagnostiche di oggi che richiedono spazi maggiori e la ricollocazione degli spazi spesso ha creato effetti collaterali. Spesso non erano previsti volumi tecnici per la collocazione delle unità di trattamento dell’aria. Ricordiamoci, infine, che gli ospedali non chiudono mai per cui intervenire in queste strutture significa dover fare i conti con le polveri, i rumori e tante altre servitù di cantiere che non sono certamente in sintonia con chi deve essere curato".

Davanti ad una platea di circa 100 persone è poi intervenuto l’ingegner Giorgio Bongiorno, già amministratore Straordinario dell’Usl VdA a inizio degli anni ’90, per parlare di “trasformazione digitale e logistica nella sanità” ricordando che "se la sanità pubblica vuole rimanere competitiva deve abbracciare tutte le nuove tendenze innovando procedure e strumentazioni. Obiettivo principale della sanità, infatti, è quello di aumentare il valore delle prestazioni nei confronti dei pazienti".

Le conclusioni sono state riassunte dal professor Domenico Palombo, insignito della Legion d'Onore, già inventore della Chirurgia Vascolare in Valle d’Aosta prima di diventare Direttore della stessa specialità al Mauriziano di Torino e poi a Genova: "Sono qui in veste di usufruttuario di questa struttura ospedaliera e anche in veste di gestore in 20 anni di direzione del Dipartimento in diversi Ospedali che mi hanno portato ad incontrare tutte le criticità citate questo pomeriggio".

Il professor Palombo non è voluto entrare "nel merito dell’amarcord riassunto molto bene in questo video di 30 anni di indecisioni e sofferenze. Nell’intervento dell’ingegner Arneodo si è toccato un punto spesso sottovalutato e cioè l’importanza delle aree verdi in ospedale. Un tema sempre più importante. Si guarisce meglio dove ci sono ampi spazi verdi fuori dalle finestre".

Altro tema delicato per far funzionare bene una struttura ospedaliera "è l’accessibilità - ha ricordato Palombo - qui se ne è parlato molto. L’accessibilità è un problema sia per la logistica, sia per i pazienti e i loro parenti. E’ un grandissimo problema che non deve essere sottovalutato". Ma il problema chiave, per il luminare sanitario, "è la flessibilità. Realizzare strutture che rispondano rapidamente alle emergenze. Oggi la concezione, grazie alla pandemia, di cui dobbiamo tener conto, è quella ad esempio di creare un piano tecnico intermedio ai piani di degenza per far passare tutte le reti (elettrica, idraulica, ossigeno, vuoto, aria). Quando ho cercato di affrontare questo tema con amici e decisori locali la risposta è stata: perché dobbiamo fare un Nuovo Ospedale fuori dal centro quando già lo stiamo facendo qui? Non voglio entrare in questa diatriba. Certo è che, anche dal punto di vista organizzativo, è cambiato molto il modo di lavorare in ospedale per cui bisognerebbe costruire delle strutture in base a chi ci lavora e non a chi decide".

Secondo Palombo "il valore importante non è dividersi secondo una tragica tradizione nazionale in guelfi e ghibellini, chi è a favore e chi è contro, chi è per la Juve e chi per l’Inter, ma riconsiderare con serenità luci ed ombre in base a tutto ciò che è successo in questi anni. Rispetto anche solo a 3-4 anni fa ora tutto deve essere riconsiderato. Mi auguro e dico che il valore positivo di questo incontro è proprio quello di rimettere in discussione, non per schierarsi, ma per riesaminare un problema che oggi, comunque, va riesaminato perché tutto è cambiato".

pa.ga. - info Vallée Santé