Non accadeva da 20 anni: nel mese di novembre, la popolazione residente in Valle d'Aosta è scesa al di sotto dei 123.000 abitanti.
Per la regione è il nono anno consecutivo di calo anagrafico, determinato da un contestuale calo delle nascite ormai stabile e dalla quasi totale assenza di nuova immigrazione, che "sebbene in crescita non riesce a compensare il saldo naturale negativo", si legge nella relazione socioeconomica presentata questa mattina a Palazzo regionale dal dirigente dell'Osservatorio economico e sociale della Regione, Dario Ceccarelli e dal presidente della Giunta, Renzo Testolin.
Dal 2014 al 2022 la popolazione valdostana è calata del 4%, con una perdita complessiva di 5.100 persone.
La Valle d’Aosta ha però livelli di benessere relativo più alti che nel resto d'Italia e nel complesso dei territori del Nordovest. Classificando le province italiane in cinque classi di benessere relativo (bassa, medio-bassa, media, medio-alta e alta), sul complesso degli indicatori disponibili per l’ultimo anno di riferimento (2020-2022), il 34,4 per cento delle misure colloca la Valle d’Aosta nella classe di benessere più elevata; nel complesso il 60,6 per cento degli indicatori le assegna alle classi medio-alta e alta (la media delle province del Nord-ovest è rispettivamente 24,0 e 50,1 per cento). I segnali di svantaggio sono meno frequenti: il 23,0 per cento delle misure si concentra nella coda della distribuzione, ovvero nelle due classi di benessere relativo più basse tra le cinque considerate (la media delle province del Nord-ovest è 28,2 per cento).
I risultati migliori
Si registrano nei settori relativi al Lavoro/conciliazione dei tempi di vita e Sicurezza, dove oltre l’80 per cento degli indicatori rientra nelle classi alta e medio-alta. In quello Politica e istituzioni il 60 per cento è nella alta, il rimanente nella medio-alta. Per l’Istruzione e la formazione il 55,6 per cento degli indicatori si colloca nelle classi alta e medio-alta e una piccola quota (11,1 per cento) nella medio-bassa. L’unico indicatore del settore Relazioni sociali ricade nella classe alta.
I punti di debolezza
Paesaggio e patrimonio culturale è il settore con la totalità di posizionamenti nelle classi bassa e medio bassa. Tuttavia va osservato che a livello nazionale i tre indicatori considerati per misurare questo settore (Densità e rilevanza del patrimonio museale, Diffusione delle aziende agrituristiche e Densità di verde storico) si distribuiscono in maniera fortemente asimmetrica, con poche province su livelli molto elevati e a notevole distanza da tutte le altre. Punti di debolezza emergono anche nel settore Qualità dei servizi, in cui il profilo della regione appare polarizzato tra le classi bassa e medio-bassa e quelle alta e medio-alta (circa il 43 per cento per entrambe).
Le disuguaglianze territoriali
I maggiori squilibri si osservano nei settori Ambiente e Qualità dei servizi, dove vantaggi e svantaggi si equivalgono in numero e intensità e pressoché tutti gli indicatori rilevano differenze, sia in positivo sia in negativo, anche molto ampie rispetto alla media-Italia. Nel settore Ambiente sono cinque gli indicatori che segnalano vantaggi e 2 quelli che denotano svantaggi (su un totale di 10); nella Qualità dei servizi sono rispettivamente 3 e 4 (su un totale di 8).
La Valle d’Aosta tra le regioni Europee
La Valle d’Aosta si colloca tra le regioni europee con i risultati migliori rispetto alla media Ue27 per tre dei nove indicatori BesT dell'Istat disponibili per il confronto: Speranza di vita alla nascita e Mortalità infantile nel dominio Salute (34°e 1°posto su 234 regioni; anno 2021); Partecipazione elettorale nel settore Politica e istituzioni (132° posto su 226 regioni per cui il dato è disponibile; anno 2019).
I ritardi più netti in termini di distanza dalla media Ue sono nei settori Innovazione, ricerca e creatività, Ambiente e Istruzione e formazione.
Nel settore Lavoro e conciliazione dei tempi di vita il tasso di occupazione delle persone di 20-64 anni è in linea con la media dell’Ue27, diversamente dalla maggior parte delle regioni italiane che anche nel 2022 si collocano sotto di essa.