Cronaca | 10 gennaio 2024, 08:00

Aosta, guerra in tribunale tra Arer e un consorzio di imprese per il Bonus 110 al Q. Cogne

Un cantiere del Bonus 110 al Quartiere Cogne di Aosta

Un cantiere del Bonus 110 al Quartiere Cogne di Aosta

Sarà il tribunale di Aosta (prima udienza a fine gennaio, la seconda pochi giorni dopo) a stabilire chi ha ragione, tra l'Azienda regionale di edilizia residenziale pubblica-Arer da una parte e, dall'altra, il raggruppamento edile milanese Consorzio Stabile Da Vinci e l'impresa Costruzioni e Restauri srl che stanno realizzando due dei sette lotti di cantieri del Bonus 110 al Quartiere Cogne di Aosta ovvero il 'Giachetti 1' (vie Cavagnet, Lexert, Salimbeni) e il 'Liconi 3' in via Liconi.

O meglio 'stavano' realizzando, perché da mesi i cantieri del superbonus ai palazzi Erp sono praticamente fermi, inattivi e il ritardo nella consegna, rispetto ad altri terminati o in corso di ultimazione, è notevole.

La committente Arer ha tacciato di inadempienza contrattuale e ha applicato delle penali a Consorzio e impresa i quali, dal canto loro, assistiti dall'avvocato catanese Grazia Maria Tomarchio, il 30 novembre scorso hanno inoltrato ricorso contro la stessa Azienda regionale chiedendo un accertamento tecnico preventivo (procedimento cautelare che serve a determinare le cause tecniche oggettive che hanno determinato un problema o un vizio operativo). I due lotti hanno un valore di poco meno di tre milioni di euro ciascuno, su un totale di 17 milioni e mezzo di euro per l'intera riqualificazione Bonus 110 al Quartiere Cogne. 

Nel ricorso Tomarchio le imprese lamentato che il progetto (contrattualizzato il 27 marzo 2023) a base di gara si è rivelato da subito "del tutto lacunoso e carente, tale da comportare un sostanziale rallentamento dell'impresa e una totale fase di impasse, che attualmente la stazione appaltante non riesce a superare, ma che addirittura sta mascherando da potenziale danno dell'impresa, tanto da aver anche applicato delle penali". Nel ricorso sono riportate una serie di carenze e/o difetti progettuali (soprattutto del lotto Liconi 3 ma anche sul Giachetti 1) difficili o impossibili da superare, secondo le imprese: voci di prezzo e disegni esecutivi mancanti per opere pretese dal committente, richieste di eliminare alcune lavorazioni, disegni di dettagli non corrispondenti alla realtà e via di questo passo. Una perizia di variante per eliminare alcune problematiche è stata disposta sul lotto Giachetti e l'appalto a una ditta specializzata è stato siglato una ventina di giorni fa, ma intanto il tempo è passato e il Bonus 110 è ormai scaduto per passare ora al 70%. Per il lotto Liconi 3 il ricorso delle imprese parla apertamente di 'progetto solo formalmente esecutivo" e "privo di disegni e particolari esecutivi" con "elaborati lacunosi" e sostanzialmente basati "su uno stato di fatto difforme dalla realtà, privo anche di indicazioni su opere provvisionali per le lavorazioni sui balconi, alle pavimentazioni e per la demolizione di ringhiere, oltre a problematiche di smaltimento rifiuti da cantiere. Con la richiesta di accertamento tecnico preventivo le imprese vogliono si conceda loro il tempo per completare alcuni lavori e nel contempo che venga stabilito che altre opere richieste non possono essere eseguite.

L'Arer però non ci sta: "Suona alquanto singolare - spiega il direttore dell'Azienda, Manuele Amateis - che tutti questi problemi siano stati ravvisati su due soli lotti su sette, così come altrettanto bizzarro appare che i ritardi si siano accumulati solo nei cantieri delle imprese ricorrenti. A parità di tipologia di progettazione a base di gara, nessun altro ha avuto doglianze né ha ravvisato richieste 'impossibili' o dettagli 'inesistenti'. Resistiamo ovviamente in sede civile e richiediamo le giuste penali perché siamo convinti che Consorzio e impresa non abbiano assolutamente rispettato tempistiche e progetto e ora accampino scuse che siamo certi di poter smontare in fase di accertamento tecnico preventivo". 

L'Arer rileva che "il 70% del patrimonio pubblico ad Aosta è stato riqualificato, nonostante ci si sia dovuti confrontare con situazioni mai vissute prima: basti pensare che il contratto di cessione con Cassa Depositi e Prestiti, indispensabile per acquisire i fondi e mai stipulato prima d'ora, è stato siglato dopo un iter amministrativo durato un anno. Quanto alle accuse mosse nel ricorso, noi dobbiamo rispettare alla lettera il Codice degli appalti sia per quanto riguarda i pagamenti sia per il rispetto del cronoprogramma. Il resto è tutto da vedere, carta alla mano".

pa.ga.