Il recente sabotaggio alla seggiovia di Cielo Alto a Cervinia e la possibilità che episodi simili possano riproporsi in altri comprensori sciistici allarma la politica valdostana. Sulla questione sono due le distinte interpellanze iscritte all'ordine del giorno del Consiglio Valle del 24 e 25 gennaio.
I consiglieri di Rassemblement Valdotain Stefano Aggravi e Dennis Brunod, "considerato il fatto che negli ultimi anni vi siano stati altri casi di danneggiamento e/o 'sabotaggio' ad impianti o mezzi da cantiere della Cervino Spa" vogliono sapere "quanti siano stati ad oggi i casi di danneggiamento e/o sabotaggio che hanno interessato impianti e/o cantieri della Cervino Spa" e in particolare: "se a questi abbia fatto seguito relativa denuncia agli organi inquirenti e quali ne siano state le conclusioni; quali tipologie di danno e/o sabotaggio siano stati accertati e a quanto ammontino le relative spese già sostenute o da sostenere per le riparazioni; se la società Cervino SpA abbia provveduto a potenziare procedure e/o sistemi di sicurezza e prevenzione" a seguito dei danneggiamenti.
Meno concentrata sulla 'Cervino' ma assai simile nei contenuti generali è l'interpellanza del consigliere Christian Ganis (foto sotto) del gruppo Lega Vallée d'Aoste, il quale evidenzia che "sono stati lacerati due dei sei ‘trefoli’, le sezioni circolari che compongono il cavo su cui sono agganciati i seggiolini dell’impianto, destinati al trasporto degli sciatori in quota" e che "la rottura del cavo portante causerebbe gravi danni all’impianto e una situazione di grave pericolo per gli sciatori trasportati e al personale di servizio".
Ganis ricorda anche che "questo gesto non è l’unico poiché nel maggio del 2015 ignoti si sono arrampicati su un palo della funivia che porta dal paese a Plan Maison e hanno parzialmente tagliato la fune e, poche settimane dopo, è toccato alla seggiovia Bec Carré di Valtournenche, causando il medesimo danno" e inoltre che "la società Cervino Spa, che gestisce gli impianti di risalita, ha dovuto correre ai ripari e spendere oltre 180 mila euro per sostituire le due funi".
Alla luce anche delle indagini in corso della Procura, la Lega VdA vuole conoscere "se sia intenzione dell’Amministrazione regionale, in collaborazione con le Società che gestiscono gli impianti di risalita, porre in atto ogni possibile misura di prevenzione volta a scoraggiare simili e pericolosi episodi".