Attualità | 24 gennaio 2024, 08:20

Prefetto di Torino e Forze dell'ordine (non la politica) hanno scongiurato la chiusura della A5

Fondamentale l'intervento di un ufficiale della Guardia di finanza collaboratore del sottosegretario ai Trasporti Edoardo Rixi. Valle d'Aosta regione che più avrebbe sofferto le gravi ripercussioni e a più livelli dell'interruzione dell'autostrada, eppure grande assente alla riunione di lunedì scorso

Il Prefetto di Torino, Giovanni Donato Cafagna

Il Prefetto di Torino, Giovanni Donato Cafagna

A meno che gli atti e i verbali ufficiali della riunione contengano un'inspiegabile e ingiustificata omissione (parlare di 'refuso' sarebbe fantascienza), nessun amministratore pubblico, né alcun rappresentante politico, economico o delegato di associazione è partito lunedì mattina dalla Valle d'Aosta per prendere parte alla seduta urgente del Comitato Operativo per la Viabilità svoltasi in Prefettura a Torino. Riunione al termine della quale è stato deciso di mantenere aperta l'autostrada A5, contrariamente alle indicazioni del ministero dei Trasporti prese alla lettera dalla società di gestione Ativa che intendevano chiuderne un tratto alle ore 14 di quello stesso giorno.

Al summit hanno preso parte  Marco Gabusi, assessore ai Trasporti della Regione Piemonte; rappresentanti delle Forze dell'ordine; i prefetti delle province piemontesi coinvolte (Torino e Vercelli); i vertici di Ativa e una delegazione del ministero dei Trasporti composta dai funzionari tecnici Massimo Lanfranco, Giorgio Giorgetti e Amos Bolis. Dunque, nessun rappresentante della nostra regione è stato convocato per prendervi parte, fosse anche telefonicamente; nemmeno il Presidente della Giunta - che pur ne avrebbe avuto titolo forse più di altri, visto che la chiusura a Pavone Canavese avrebbe comportato problemi gravissimi alla mobilità da e verso la Valle - è potuto intervenire. E, anche se è confermato l'interessamento convinto di esponenti politici valdostani (vedi Emily Rini per Forza Italia o Nicoletta Spelgatti per la Lega) presso i loro diretti interlocutori romani (Rini è consigliera politica del vicepremier Tajani e Spelgatti dialoga con Salvini che è ministro dei Trasporti ed è parte diretta in causa), si può dire che non è stata la 'politica' a scongiurare la chiusura di quello scarso chilometro di autostrada che tanti danni avrebbe comportato all'economia e alla socialità della Valle d'Aosta. A evitare il peggio sono stati il Prefetto di Torino, Giovanni Donato Cafagna, i rappresentanti della Polizia Stradale e dei Carabinieri del Piemonte e un ufficiale della Guardia di finanza esperto in materia e collaboratore del sottosegretario del ministero dei Trasporti Edoardo Rixi. Le ragioni del 'dietrofront' sono state unicamente di sicurezza e di incolumità e sicurezza pubblica, oltreché di natura sociale per le forti ripercussioni sulla popolazione valdostana e canavesana. 

Sono stati dunque loro ad aver 'alzato i pugni' durante la riunione, di fronte alla risolutezza burocratica dei delegati ministeriali (che comunque non si sono opposti alle contestazioni prefettizie e anzi su alcuni punti sono convenuti) e alla remissiva - seppur loro malgrado - adesione dei rappresentanti di Ativa alla diffida ministeriale del 16 gennaio scorso.

 Nell'atto ufficiale scaturito dalla riunione (che, a scanso di equivoci, Laprimalinea.it si è procurato in copia), il Comitato scrive che i rappresentanti del ministero dei Trasporti "precisano che il provvedimento di diffida non interferisce con l'attuale situazione di cantiere sulla tratta autostradale in questione, che consente parzialmente il transito ai veicoli in entrambe le direzioni e con le attuali limitazioni. Si riserva di valutare l'opera non appena saranno acquisiti come richiesto gli atti progettuali e ogni altra documentazione tecnico-amministrativa".

E se il ministero ha deciso, seppur temporaneamente (vi è una riserva valutativa che non consente duraturi sonni tranquilli, come peraltro ricordato dallo stesso Presidente Testolin dopo la presa d'atto della decisione) di fare dietrofront, è perché Prefetto, Forze dell'ordine e collaboratore del sottosegretario leghista hanno messo nero su bianco che "per quanto riguarda gli aspetti legati alla sicurezza della viabilità, all'ordine pubblico, alle problematiche relative alle attività di soccorso pubblico e di prevenzione da parte delle Forze di Polizia e degli altri organi sanitari e dei Vigili del fuoco, ANAs e Città Metropolitana, viene evidenziato che la chiusura della viabilità nel tratto in questione, determinerebbe gravi ripercussioni a tutti i livelli, incidendo in maniera significativa sul collegamento Piemonte-Valle d'Aosta e, attraverso il Traforo del  Monte Bianco, con la Francia". Insomma: non chiudete perché ve lo impediamo noi codice e protocolli sicurezza alla mano, non per ragioni di opportunità politica o economica. 

Per quanto riguarda il collegamento con la Francia: a questo riguardo c'è chi (e risultano fonti bene informate) è pronto a scommettere che il vero interesse del ministero dei Trasporti sia il potenziamento del traffico pesante su gomma da e verso il Frejus, sacrificando per questo gli impegni economici e operativi verso altre vie di transito. Altra storia. O no?

 

patrizio gabetti