Forse pochi ricordano che il 'tramezzino', ideato ai primi del Novecento dai gestori dello storico Caffé Torino (di ritorno da un'esperienza newyorkese fatta di sandwiches), fu chiamato così da Gabriele d'Annunzio che, frequentatore dell'elegante locale torinese, prendendo spunto dalle 'tramezze' che dividono le stanze vide in quel piccolo e saporito panino dai tanti gusti un 'tramezzino' tra il pranzo e la cena.
E chi non è particolarmente appassionato di letteratura italiana forse non saprà che il grande poeta Guido Gozzano fu un affezionato villeggiante della Val d'Ayas. Questi e altri aneddoti del 'bel tempo che fu' hanno impreziosito l'evento andato in scena venerdì scorso al Grand Hotel Billia di Saint-Vincent, dove per una sera è tornato lo spirito della ‘Belle Époque’ con un talk show che ha visto come ospite la ricercatrice Chantal Vuillermoz intervistata dal giornalista Luca Casali.
Un ampio pubblico che ha gremito la sala conferenze, affascinato dalla 'lectio magistralis' di Vuillermoz sui fasti dell'epoca - narrati con grande semplicità e altrettanto rigore storico - e in seguito dall'alta presenza scenica dei figuranti del Gruppo Storico Nobiltà Sabauda vestiti con splendidi abiti d'epoca, durante un aperitivo a tema servito nella Hall Gran San Bernardo con Vermouth Carpano e sapori d’inizio ‘900, tra i quali i gustosissimi tramezzini 'torinesi'.
Saint-Vincent dalla metà Ottocento e sino agli anni Trenta del Novecento fu un importante centro termale che 'rapì' villeggianti da tutta Europa, attratti dal clima mite e dalle acque curative della Fons Salutis. L'arrivo di turisti, abituati agli agi e al lusso delle località termali europee, in particolar modo quelle della Riviera francese, avviò un periodo florido e di grande vivacità culturale per l'intera zona.
Nella sua esposizione, intervallata dalle domande del giornalista Casali, Chantal Vuillermoz ha ricordato tra i tanti avvenimenti dell'epoca la realizzazione e lo sviluppo della funicolare, che dal centro di Saint-Vincent portava villeggianti e residenti alle Terme; la costruzione di una cappella appositamente dedicata ai turisti e ai praticanti delle cure termali che trascorrevano nella Riviera delle Alpi alcuni mesi all'anno. Non sono mancate citazioni culturali originali, quale ad esempio la nascita della 'borsetta', accessorio che ebbe nella Belle Epoque una vera e propria consacrazione.
Chantal Vuillermoz (foto sotto), laureata in Lettere classiche e insegnante presso il Liceo Regina Maria Adelaide di Aosta, è vicepresidente dell’Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea in Valle d’Aosta; scrive articoli per diverse riviste e per la redazione valdostana de La Stampa, oltre ad essere autrice di alcuni libri tra cui “Saint-Vincent ville d’eaux. Turismo a Saint-Vincent tra ‘800 e ‘900” e “Alla montagna debbo ritornare. Donna Matilde Serao, villeggiante in Valle d’Aosta nell’estate 1892”.