Ambiente | 23 maggio 2024, 08:22

Lupo e protezione del bestiame, confronto in Consiglio Valle su possibili soluzioni

Un cane 'antilupo' appositamente addestrato a protezione del gregge

Un cane 'antilupo' appositamente addestrato a protezione del gregge

Con un'interpellanza illustrata nella seduta consiliare di ieri mercoledì 22 maggio, il consigliere regionale Christian Ganis (foto sotto, Lega VdA) ha chiesto al Governo regionale se vi sia l'intenzione di mettere in campo ulteriori misure per contrastare la presenza del lupo, a supporto del mondo dell'allevamento.

Ganis ha evidenziato le preoccupazioni degli allevatori con particolare riguardo alla fase di "inarpa" delle mandrie per sfruttare i pascoli degli alpeggi, ricordando che le misure messe a disposizione fino ad ora non si sono rivelate risolutive.

 

Riferendo che l'ultimo monitoraggio dell'Ispra sulla popolazione del lupo nel corso della stagione invernale 2023-2024 a livello nazionale non è ancora disponibile, l'assessore regionale all'Agricoltura, Marco Carrel (foto in basso) ha segnalato che i suoi  uffici  stanno lavorando a una nuova legge sui danni da fauna selvatica e sulle relative misure di prevenzione per dare maggiore sostegno agli agricoltori, in attesa anche della conclusione dell'iter dell'Unione europea per il declassamento dello status del lupo da specie "strettamente protetta" a "protetta". Gli allevatori possono ricorrere a delle misure di protezione, anche combinate (recinzioni elettrificate, dissuasori acustici e luminosi, cani da guardiania, collari anti lupo dotati di ultrasuono e di led luminosi molto intensi), che rientrano in quelle previste dalla delibera 1407/2021 che riconosce un contributo regionale del 90% per una spesa massima ammessa di duemila euro).

L'assessore è intervenuto anche in fase di formulazione del Piano regionale faunistico-regionale inserendo dei contenuti specifici su questa tematica. È stata data particolare attenzione alla necessità di promuovere protocolli locali specifici che contengano i criteri e gli obiettivi per gestire in maniera tempestiva, a livello locale, le criticità legate alla presenza del predatore, al fine di assicurare la convivenza del lupo con le attività agricolo-pastorali. 

"Si sta lavorando, di concerto con le altre Regioni - ha detto Carrel - per cercare di riattivare l'iter per fare approvare in via definitiva il Piano nazionale di gestione del lupo che è fermo da troppo tempo ormai".

Il consigliere Ganis, pur apprezzando l'impegno dell'assessore, ha rimarcato che "il problema, già segnalato nel 2021, non è stato risolto. All'epoca erano stati previsti incontri formativi con gli enti locali di cui non si ha conferma, le misure di prevenzione per cui erano stati stanziati 70mila euro non hanno sortito gli effetti auspicati. Ad oggi, il numero dei capi per cui è stata presentata una richiesta di indennizzo sono 66 ma non si dispone di un dato reale sulle effettive predazioni".

Per il consigliere leghista "le misure di prevenzione, ancorché da aggiornare, sono dei palliativi: gli allevatori chiedono di poter svolgere il proprio lavoro in tutta serenità rientrando a settembre nelle stalle con tutti i capi e non solo quelli rimasti. Serve dunque un intervento più incisivo da parte del Governo in tutte le sedi". 

red.laprimalinea.it