Cronaca - 29 maggio 2024, 11:23

E' partita da Aosta la Fiaccola della Memoria simbolo di legalità

Emozionante partenza della Fiaccola (immagine di repertorio)

Emozionante partenza della Fiaccola (immagine di repertorio)

Dopo l'emozionante momento dell'accensione, questa mattina, all'ingresso del Palazzo di Giustizia 'Giovanni Selis' di Aosta, è iniziato il percorso della Fiaccola della Memoria e della Legalità portata a staffetta dai ciclisti tedofori nell'ambito del Memorial Day 2024, evento che vuole ricordare le vittime del dovere, del terrorismo, della mafia e di ogni forma di criminalità.

L'iniziativa è organizzata dal Sindacato autonomo di polizia-Sap sotto l'egida della Procura della Repubblica, del Tribunale di Aosta e nell'ambito delle azioni del Piano regionale sulla corresponsabilità educativa e sulla legalità. Insieme al gruppo di ciclisti di Polizia di Stato, Corpo valdostano dei vigili del fuoco, Esercito, Guardia di finanza, Arma dei carabinieri e Corpo forestale della Valle d'Aosta all'iniziativa hanno preso parte studenti del Liceo Classico Artistico e Musicale e della scuola primaria del Ponte di Pietra.

I tedofori l'hanno portata lungo un percorso in ricordo delle vittime del dovere che raggiunge per prima la stele al pretore Selis in via Monte Vodice, poi la 'pietra di inciampo' dedicata al commissario di polizia Camillo Renzi davanti alla questura di Aosta, in seguito la caserma dei Vigili del fuoco intitolata a Erik Mortara, l'eliporto di Pollein, dove in un incidente in elicottero morirono, il 14 maggio di 51 anni fa, sette militari.

 "Esercitiamo tutti assieme lo strumento della memoria conoscendo la storia di tutte le persone che in questi decenni hanno sacrificato la vita per la legalità - ha detto il sostituto procuratore di Aosta Manlio D'Ambrosi -. Le vittime erano persone come noi, che la mattina andavano a lavorare credendo di fare la cosa giusta".

 Chiara Paglino, referente di Libera per Aosta, ha ricordato Ilaria Alpi, giornalista Rai uccisa il 20 marzo del 1994 a Mogadiscio insieme al suo operatore Miran Hrovatin: "Di fatto, 30 anni dopo, non esiste una verità sulla sua morte". Due vittime di mafia: Ilaria e Miran, inviati dal Tg3 per documentare la guerra civile somala, vennero crivellati di colpi nella zona nord della città mentre lavoravano a un'inchiesta sui traffici illeciti di armi e rifiuti tossici tra la Somalia e l'Italia.

pa.ga.

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