Cronaca | 04 giugno 2024, 19:13

Quattro indagati per le perforazioni sul ghiacciaio per la Coppa del Mondo di sci a Cervinia

Sono Federico Maquignaz, presidente e amministratore delegato della Cervino spa, società che gestisce le piste italiane; il suo predecessore, Herbert Tovagliari; l'operatore della pala meccanica che ha materialmente eseguito lo scavo e Franz Julen, presidente elvetico del comitato organizzatore.

Quattro indagati per le perforazioni sul ghiacciaio per la Coppa del Mondo di sci a Cervinia

Si è chiusa con quattro indagati, l'inchiesta della procura di Aosta sui lavori per la pista italo-svizzera 'creata' per le tappe di Coppa del mondo di sci alpino Zermatt-Cervinia e mai andate in scena né nel 2022 e né nel 2023.

Il pm Giovanni Roteglia contesta l'esecuzione non autorizzata di uno scavo trasversale alla lingua del ghiacciaio: una perforazione lunga 330 metri e larga otto.

Sono indagati Federico Maquignaz (foto sopra), presidente e amministratore delegato della Cervino spa, società che gestisce le piste italiane; il suo predecessore, Herbert Tovagliari (foto sotto); l'operatore della pala meccanica che ha materialmente eseguito lo scavo e  Franz Julen, presidente elvetico del comitato organizzatore.

Secondo gli inquirenti la pista di collegamento tra quella principale e il ghiacciaio di Plateau Rosà non risulterebbe nei progetti autorizzati. L'accusa verte su "opere eseguite in assenza di autorizzazione o in difformità da essa" come dall’articolo 181 del Codice dei beni culturali e del paesaggio.

Maquignaz, Tovagliari e l’operatore della pala meccanica sono difesi dall’avvocato aostano Corrado Bellora, Franz Julen - che è anche presidente della società degli impianti di risalita di Zermatt Bergbahnen, dall’avvocato Federico Fornoni, anch'egli del foro di Aosta.

Gli accertamenti dell Corpo forestale della Valle d’Aosta erano scattati su iniziativa della stessa procura, diretta dal pm Luca Ceccanti, dopo le notizie emerse nell’autunno 2023 in merito alle polemiche per i lavori sul versante elvetico del tracciato, dove hanno giurisdizione le autorità svizzere. 

La pista ‘Gran Becca’ parte ai 3.720 metri di quota della Gobba di Rollin, oltreconfine, e arriva ai 2.835 metri dei Laghi di Cime Bianche, con un percorso per lo più su ghiacciaio e per due terzi in territorio italiano. Previste per due anni consecutivi, le discese libere maschili e femminili lungo la Gran Becca non si sono mai disputate: nell’autunno 2022 per la mancanza di neve, l’anno successivo - posticipate di un paio di settimane - per la troppa neve e il forte vento. Per il 2024 le gare non sono state inserite nel calendario della federazione internazionale. Contrariamente a quanto accaduto in Valle, in Svizzera una denuncia di alcune associazioni ambientaliste aveva portato allo stop parziale di alcuni lavori nell’autunno 2023.

red.laprimalinea.it