Cronaca | 20 giugno 2024, 14:50

Inquilino in carrozzella resiste anche al secondo tentativo di sfratto dell'Arer

Fabrizio Lovato, 65 anni, è affetto da una grave patologia invalidante. Come il 16 aprile scorso, oggi alla sua porta si sono presentati Arer con avvocato, Polizia Locale e assistenti sociali. Lui ha chiamato i carabinieri; 'esco da qui solo per andare in una casa dove posso realmente vivere'

Fabrizio Lovato nella sua abitazione

Fabrizio Lovato nella sua abitazione

Secondo atto, oggi giovedì 20 giugno, di una vicenda dai tanti risvolti umani, sociali, economici, tecnici e amministrativi. E per la seconda volta ad aver ragione dell'apparato burocratico è Fabrizio Lovato, 65 anni, professionista residente ad Aosta "affetto da una patologia autoimmune invalidante, irreversibile e ingravescente" certifica la diagnosi medica. Controparte è l'Azienda regionale di edilizia residenziale pubblica-Arer, che ha deciso che in quell'alloggio al quartiere Dora - dove Lovato è entrato nel 2016 in emergenza abitativa e che è poi passato in regime di 'edilizia convenzionata' - lui non ci può più stare perché a fronte di un canone mensile complessivo affitto+spese di 1000 euro lui ne paga soltanto 400 e negli anni ha accumulato un debito di qualche decina di migliaia di euro. 

Così l'Arer ha avviato la procedura di sfratto e un primo tentativo di mettere l'uomo alla porta era stato condotto il 16 aprile scorso, data dell'esecuzione di rilascio dell'immobile (dove Lovato vive con la moglie e un figlio, entrambi con problemi di salute). Lui non si era mosso dal letto, spiegando di rischiare la morte se fosse stato messo in strada impossibilitato ad assumere la sua complessa terapia. Inoltre, a suo dire, non vi era una sentenza di sfratto definitiva emessa dal giudice. L'Arer e gli agenti avevano chiamato il 118 per far uscire Lovato di casa in barella e per condurlo eventualmente in ospedale. Ma quando è arrivata l'ambulanza, medico e infermieri avevano valutato che non era compito loro partecipare all'uscita 'forzata' dell'inquilino e se ne erano andati. A quel punto gli esecutori dello sfratto avevano consentito a Fabrizio Lovato di restare nell'appartamento ma solo dopo aver sostituito la serratura ed essere entrati in possesso loro stessi della chiave. 

Oggi la circostanza si è ripetuta pressoché uguale, tranne la presenza del 118 sul posto. L'Arer ha nuovamente desistito dall'esecuzione e chiederà al tribunale un provvedimento di conferma dello sfratto, dove il giudice dovrà indicare le modalità di rilascio dell'alloggio e ordinare l'uscita dell'inquilino. 

"Ci opporremo in ogni caso, se per quel giorno l'ente pubblico non avrà individuato un'abitazione adeguata per il mio assistito" spiega l'avvocato aostano Pasquale Siciliano.

"Nel 2016 a Lovato era stato consegnato questo alloggio in emergenza abitativa - ricorda il legale - perché era l'unico disponibile a un adeguamento delle barriere architettoniche. Per l'abbattimento di tali barriere, Lovato cede un credito di 10.000 euro all'Amministrazione dell'Arer.  Dopodiché l'immobile da 'emergenza abitativa' passa alla categoria di 'alloggio di edilizia residenziale convenzionata', con un canone di locazione determinato in base a un calcolo clamorosamente errato dell'Isee, che ha attribuito al mio assistito 1.400 euro al mese in più della somma realmente percepita, ovvero 800 euro di pensione. L'alloggio inoltre, purtroppo, presenta diverse problematiche legate alla dispersione di calore, che vanno a incidere fortemente sullo stato di salute di Fabrizio Lovato, aggravandolo: la morsa della sua malattia prospera nel freddo e si allenta con il caldo, ma in casa ci sono spifferi ovunque e l'impianto di riscaldamento funziona solo in parte. A questo punto il mio assistito, in considerazione del fatto che quel reddito indicato falsamente nell'Isee non lo ha mai percepito e in considerazione del fatto che l'alloggio presenta carenze importanti in danno alla sua salute, decide di autoridursi il canone di locazione da versare all'Arer, che non vuol dire 'non pagare' bensì pagare il giusto valore dell'immobile rispetto alle mie condizioni economiche e di salute. L'Arer rifiuta questa decisione e avvia lo sfratto per morosità, al quale ovviamente ci opponiamo; lo sfratto nel luglio 2023 viene concesso e inizia la causa di merito. Siamo in attesa del pronunciamento definitivo. In questo arco temporale, Arer e assistenti sociali hanno omesso di comunicare a Lovato che ha il diritto ad accedere al contributo affitti, di rientrare in emergenza abitativa, di accedere al bando degli alloggi Erp e perfino alla garanzia di morosità incolpevole, quindi lui ora si ritrova in situazioni patologica ed economica gravissime".

patrizio gabetti