Cultura | 24 giugno 2024, 13:04

'Pillole di benessere' a cura di Caterina Tubère; colite, qual è il problema?

'Pillole di benessere' a cura di Caterina Tubère; colite, qual è il problema?

"Dottoressa mi dia qualcosa per la mia colite!”.

E' una domanda che frequentemente mi viene posta in farmacia.

Cerchiamo di capire qual’ è il problema partendo dai sintomi.

Sono molteplici: gonfiore addominale spesso associato a dolore e crampi, a diarrea o al contrario a stipsi o, ancora, a diarrea e stipsi in modo alternato.

Il termine colite, utilizzato frequentemente,  è però improprio, è più corretta la definizione Sindrome dell’intestino irritabile (IBS): sindrome, perché il disturbo è caratterizzato da un complesso di sintomi, intestino, perché può essere coinvolto tutto l’intestino e non solo una parte, irritabile, perché alla base del disagio c’è un’alterata percezione di stimoli che in realtà dovrebbero essere normali. Fare una diagnosi di IBS è difficile, deve necessariamente essere condotta da un medico e nel processo diagnostico è importante saper escludere malattie che possono presentare segnali simili, come per esempio la celiachia, l’intolleranza al lattosio, le malattie infiammatorie intestinali. 

L’IBS è certamente qualcosa di più di un semplice gonfiore, può avere un impatto importante sulla qualità della vita e spesso l’approccio terapeutico è segnato da una serie di prove e tentativi che minano la fiducia del paziente nella possibilità di guarire. 

Al di là della variabilità dei sintomi derivante da cause differenti, è importante comprendere che i sintomi dell’IBS sono in parte dovuti ad un’aumentata permeabilità della mucosa intestinale che espone gli strati sottostanti ad un contatto non fisiologico con le sostanze irritanti normalmente presenti nell’intestino, rendendolo ipersensibile.

Una strategia che viene sempre più considerata come una nuova importante via di approccio all’IBS è quella basata sulla protezione della barriera intestinale. Vi sono diverse classi di sostanze naturali che possono essere utili per questo scopo: le principali sono le resine, i polisaccaridi e i polifenoli.

In particolare le resine e i polisaccaridi sono disponibili nel mondo vegetale in un’enorme varietà di strutture molecolari con differenti caratteristiche. Alcune evidenziano una particolare capacità adesiva alle superfici biologiche (comprese le mucose) e quindi possono essere in grado, se opportunamente estratte e combinate, di aderire e proteggere la mucosa intestinale.

I polifenoli, anche in questo caso presenti in una moltitudine di strutture diversificate, sono noti per la loro attività antiossidante e utili per ridurre il danno indotto alla barriera intestinale da parte dei radicali liberi, che si formano sia nel lume intestinale sia a livello della barriera stessa. 

Molto utili gli interventi di tipo dietetico, ogni persona che soffre di questa problematica avrà individuato nel tempo gli alimenti che possono scatenare la sintomatologia tipica dell’intestino irritabile e avrà imparato a consumarli con moderazione o addirittura ad escluderli dalla propria dieta.

Per alcuni pazienti è utile:                        

-  evitare bibite gassate o altri cibi e bevande che stimolano la produzione di gas intestinale;                              

-  mangiare lentamente;

-  astenersi il più possibile dal consumo di caffeina, alcool e dolcificanti artificiali;

-  evitare i cibi che possono aumentare la produzione di gas nell’intestino.       

A cura della Dott.ssa Caterina Tubère

 

 

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