Eventi e appuntamenti | 08 luglio 2024, 14:08

Il recital 'Appartenere' di Roberto Saviano al Forte di Bard

Il recital 'Appartenere' di Roberto Saviano al Forte di Bard

Una pioggia fitta fende l’aria della Piazza d’Armi del Forte di Bard, luci rosse fendono l’aria sul palcoscenico. Un tavolo e una sedia di legno. Scenografia semplice, per uno spettacolo in cui Saviano vuole mettere in luce come la criminalità organizzata rappresenti in scala ridotta, e quindi in un modo più semplice, il funzionamento della società; rivelandosi così una via per comprendere meglio alcune dinamiche della comunità in generale.

Lo scrittore si concentra su come la mafia sia basata su regole che appartengono a un codice segreto. Essa ha una rigida morale che non ammette tradimenti, l’eccesso di alcol, il gioco d’azzardo, l’ascoltare musica: solo il controllo sul proprio corpo permette di gestire il potere. Nella visione di cosa nostra, il mondo è una guerra e in questa pugna si può essere dalla parte del calcio della pistola o dalla parte del mirino. Per gestire questo potere si deve controllare il corpo dai vizi e si accetta una vita costantemente a rischio e il carcere. Infatti i giovani della paranza vivono al massimo il momento, cercando di ottenere il più possibile da esso, sapendo di non invecchiare.

Appartenere è uno spettacolo che si ricollega al filone del teatro epico (da epos, narrazione) di Brecht. Saviano narra molte storie di eros e sentimenti nate all’interno della criminalità organizzata. Lo straniamento, tipico di questo genere di teatro, non deriva solamente dall’assenza di mimesi sul palco, ma anche dall’atrocità e dall’oscurità del contesto in cui queste vicende si collocano. Un altro espediente, tipico della scena brechtiana, è il ricorso ad immagini e filmati proiettati. Lo scrittore campano inserisce nella struttura della pièce fotografie e video di uccisioni e le dichiarazioni nei processi e nelle interviste. Tra la voce del narratore e le proiezioni si crea un montaggio: la voce avvolgente che racconta anche di amori, sessualità e sentimenti, aspetti che generalmente coinvolgono empaticamente, viene raggelata all’improvviso dai filmati e dalle registrazioni audio che mostrano in tutta la loro secca oggettività l’atrocità di questo sistema criminale, atrocità acuita dalla sua serialità, fluidità e semplicità.  

Il teatro, come rimarcava Pasolini, è rito. Nella Piazza d’Armi del Forte, la pioggia ha danzato per propiziare una maggiore ritualità durante questa messa in scena. Le forme rituali hanno i loro indumenti sia per staccare il momento del rito dalla quotidianità, sia per creare una comunione tra i partecipanti. La pioggia ha portato tutti  gli spettatori ad indossare una cerata che si è trasformata in tunica di un evento rituale in cui la società si ritrova per comprendere meglio se stessa e il mondo che la circonda.

Gian Marco Parrella