Attualità | 02 ottobre 2024, 07:25

Valtournenche, accordo tra Comune, Regione e 'Vico' di Colliard per il recupero del Gran Baita

Valtournenche, accordo tra Comune, Regione e 'Vico' di Colliard per il recupero del Gran Baita

E' in dirittura di arrivo l'accordo di programma tra il Comune di Valtournenche, la Regione e la società edile Vico di Ezio Colliard per la ristrutturazione e riqualificazione completa dell'hotel Gran Baita a Breuil-Cervinia. 

Dopo essere uscito vincitore, nel 2023, dalla complessa vicenda giudiziaria sulla prima compravendita della struttura da lui acquistata e poi rivenduta (muri e società di gestione), Colliard il Gran Baita se lo è definitivamente ripreso mesi or sono e ha presentato al Comune di Valtournenche i primi progetti per la ristrutturazione e riqualificazione completa dell'hotel, mettendo sul piatto ben quattro milioni di euro di oneri da riconoscere all'Amministrazione municipale tra interventi urbanistici, acquedottistica e quant'altro.

L'impresa di Hone è andata avanti dritta allo scopo e le firme sulla convenzione con i due enti pubblici sono imminenti. Contattato telefonicamente, Ezio Colliard non si è sbilanciato su particolari progettuali né sui costi: "Aspettiamo di chiudere l'iter dell'accordo, poi si potrà parlare dei dettagli".

Una storia lunga e intricata

Con la formula 'Perché il fatto non è previsto dalla legge come reato', l'11 febbraio 2023 in udienza preliminare il gup del tribunale di Aosta Giuseppe Colazingari assolse l'allora ex (poi nuovamente nominato) presidente della Cervino spa, Federico Maquignaz e l'imprenditore Ezio Colliard in qualità di rappresentante legale della Vico, dall'accusa di concorso in turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Il pm Luca Ceccanti aveva chiesto otto mesi di reclusione per ciascuno.

Il procedimento riguardava il presunto accordo per la cessione dell'albergo Gran Baita di Cervinia, da anni solo più un rudere e venduto nel 2016 dalla Cervino spa per un milione 570 mila euro alla Vico. L'imprenditore, insieme ad altre persone, aveva poi costituito una nuova società (La Gran baita srl) che nel novembre 2018 aveva rivenduto l'immobile per quattro milioni 350 mila euro alla holding 'Castello Società di gestione del risparmio-Castello Sgr spa'  e - spiegava la procura - senza effettuare alcun lavoro al fabbricato. Nella holding 'Castello', poi messo in procedura liquidatoria, c'erano ingenti fondi della Conferenza Episcopale Italiana-CEI.

Secondo l'accusa il tutto era avvenuto con "accordi, collusioni e mezzi fraudolenti", turbando "la regolarità della procedura di vendita" o "il procedimento diretto a stabilire il contenuto del bando" per "condizionare le modalità di scelta del contraente garantendo alla Vico srl l'aggiudicazione con relativi ingenti vantaggi economici".

Gli inquirenti sostenevano che il 17 marzo 2016 la Cervino spa (partecipata all'86 per cento da Finaosta) aveva trasmesso un invito a presentare offerte a nove soggetti. Il termine - sempre secondo l'accusa - era stato  "brevissimo", fissato al 21 aprile dello stesso anno. Inoltre non era stato indicato alcun prezzo base per l'immobile, nonostante la stima di Finaosta, nel maggio 2016, fosse di due milioni e 58 mila euro. Nato negli anni Trenta come grande albergo, l'hotel Gran Baita  (che non ha nulla a che vedere con un'altra omonima struttura alberghiera realizzata un decennio fa) era stato semidistrutto da un rogo nel 1973. Gli avvocati Corrado Bellora (difensore di Maquignaz) e Monica Atzei (per Colliard) avevano invece evidenziato al gup che l'incasso di oltre un milione e mezzo di euro era stato per la Cervino spa una soluzione vantaggiosa rispetto alla demolizione della struttura, che sarebbe comunque costata un milione di euro. 

Nel febbraio dello scorso anno l'80% del capitale della Castello Sgr, che possedeva il Gran Baita, è stato acquistato dal colosso finanziario Anima Holding per un controvalore  di 60 milioni di euro, pagati interamente per cassa. Obiettivo di Anima è "fare crescere la piattaforma esistente di Castello, che oggi conta oltre 20 fondi immobiliari, nel mercato degli alternativi e consolidarne il ruolo sul mercato domestico sia organicamente che con operazioni strategiche di crescita per linee esterne".

pa.ga.