Cronaca | 04 ottobre 2024, 07:05

Le aquile 'nazi' sul cancello sono costate a Fabrizio Fournier una multa di quattro ore di lavoro

Si è conclusa con l'applicazione di una sanzione minima l'udienza sulla sospensione dal lavoro disposta il 14 luglio scorso dai vertici del Casino de la Vallée nei confronti dell'ispettre tecnico 60enne, al quale saranno anche corrisposti 1.500 euro come contributo di spese di lite

Una delle aquile eliminate dal cancello della villa di Fournier

Una delle aquile eliminate dal cancello della villa di Fournier

"Ferme le proprie pretese e senza alcun riconoscimento delle rivendicazioni del ricorrente", su ordine del giudice del lavoro Luca Fadda, del Tribunale di Aosta, la società Casino de la Vallée comminerà la sanzione della multa di quattro ore di lavoro a Fabrizio Fournier, residente a Saint-Vincent e ispettore tecnico della Casa da gioco valdostana dal 1986. Fournier era stato sospeso dal lavoro in via cautelare e con effetto immediato dal 14 luglio scorso, aveva vinto un primo ricorso ed era rientrato dopo due settimane regolarmente alle sue mansioni al Casino, su decisione del giudice del lavoro del Tribunale di Aosta, Luca Fadda. Mercoledì scorso, al termine dell'udienza di merito sul procedimento disciplinare avviato nei confronti di Fournier  dall'Amministratore unico della Casino spa, Rodolfo Buat, il giudice ha concluso la transazione dalle parti con la minima sanzione possibile; la Casino spa ha inoltre riconosciuto a Fournier  l’importo di 1.500 euro a titolo di contributo di spese di lite.

I fatti

Con sentenza irrevocabile, il 5 luglio scorso la Suprema Corte di Cassazione (foto in basso la sede del palazzo romano in piazza dei Tribunali) aveva condannato Fournier a quattromila euro di multa per il reato di 'propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa'.

Le indagini della Digos di Aosta nei confronti del valdostano risalgono al 2019: Su due cancelli di accesso alla propria casa - affacciata su una strada pubblica - Fournier aveva fatto installare un'aquila priva di svastica ma di chiaro richiamo nazista e dei triangoli in metallo del tutto simili a quelli cuciti sulle divise degli internati. Era poi stato accusato di aver pubblicato su Facebook e Whatsapp dei video e messaggi con contenuti negazionisti sull'Olocausto. Condannato in primo e secondo grado per la pubblicazione di questi messaggi, Fournier è stato invece assolto in Cassazione "perché il fatto non sussiste" ovvero i suoi convincimenti non costituiscono reato per i Supremi Giudici. 

Il procedimento disciplinare, però, è stata altra cosa. Scrive l'au Buat nella lettera di sospensione notificata domenica a Fournier (lettera che riporta minuziosamente i capi d'imputazione nei confronti del dipendente) che "la condanna per detti fatti e conseguente reato accertato in via definitiva determina, fra gli altri, una rilevante lesione della Sua figura morale, offende l’onore, la dignità e gli interessi dei clienti e colleghi, reca pregiudizio alla disciplina, alla morale, nonché agli interessi anche della scrivente società e integra altresì una violazione del Codice Etico.” 

Contro la sospensione che di fatto aveva avviato il procedimento disciplinare, Fabrizio Fournier aveva opposto ricorso al Giudice del Lavoro, che il 5 agosto scorso, dopo aver deciso che al momento non sussistevano impedimenti per Fournier per il ritorno al suo impiego, aveva reimmesso il funzionario alle sue mansioni fissando udienza di legittimità (nel merito) per il 13 settembre e seguenti. 

Nel ricorso, l'avvocato Danilo Pastore del foro di Ivrea sottolineava preliminarmente che "l’indagato-imputato Fournier Fabrizio" si è sempre astenuto "da commenti pubblici, men che meno dava luogo a qualsivoglia occasione, anche fortuita, di coinvolgimento del datore di lavoro Casino de la Vallée Spa" e insiste più volte sul fatto che la multa di quattromila euro comminata a Fournier è per un fatto extra lavorativo ed extra aziendale di natura privata e personale e che la semplice guida in stato di ebbrezza è usualmente punita con una pena in concreto ben superiore. 

Circa il fatto che la sospensione lavorativa attinga anche dalle condanne in primo e secondo grado per la messaggistica 'negazionista' inviata da Fournier ad amici, reato che invece "non sussiste" per la Cassazione, secondo Pastore "sovviene la riflessione che il campo disciplinare è quanto di più si avvicina alle pretese tipiche della norma penale, a partire dalla tassatività e determinatezza, ma anche a voler analizzare la documentazione in materia di prevenzione di fattispecie delineate dal Codice Etico (della Casino spa ndr) e in materia di prevenzione di gravi condotte, non si rileva alcun precetto che prescriva la sospensione cautelare per un notorio e risalente fatto penale privato, extra lavorativo, ed extra aziendale, peraltro sanzionato con la pena pecuniaria della multa nella misura di 4.000 euro. Fatto che nulla incide sulle esigenze di garantire il regolare svolgimento dell'attività aziendale durante il periodo di pendenza dell'accertamento sulle eventuali responsabilità del dipendente, ed essendo palesemente contrario a proporzionalità, adeguatezza, nonché abnorme che, proprio perché risalente a cinque anni fa, privato, extra lavorativo, ed extra aziendale, possa attualmente far sì che la permanenza in servizio del dipendente coinvolto possa arrecare pregiudizio. Dipendente con stato di servizio lavorativo eccellente dall'1 agosto ’86". 

Il legale di Fournier cita anche "il pesante (e non voluto) condizionamento mediatico sin dal 2019, che è assolutamente impossibile, in una piccola realtà come la Valle d’Aosta, sia stato ignorato da uno dei principali datori di lavoro". 

Per l'avvocato, dunque, è "evidente che Fabrizio Fournier sia ingiustamente stato privato del diritto costituzionale al lavoro, con pregiudizio attuale di speciale gravità, inferto nella consapevolezza che lo strumento di tutela a posteriori è chiaramente inadeguato, rispetto a società che soggetta ad attività di direzione e coordinamento da parte della Regione Autonoma Valle d’Aosta, ma che tuttavia viene dignitosamente evidenziato quale concreto pericolo di 'estrema' eccezionale gravità ed urgenza che non consente dilazione alcuna".

pa. ga.