Cronaca | 05 ottobre 2024, 07:42

Processo Geenna, nuovi dubbi della Cassazione sulla confisca dei beni di Antonio Raso

Dopo la restituzione di gran parte dei beni al ristoratore, annullato con rinvio in Appello anche il dispositivo che ha bloccato due conti correnti e una quota di alloggio

Processo Geenna, nuovi dubbi della Cassazione sulla confisca dei beni di Antonio Raso

Continua a vivere fasi alterne, il lungo e complesso procedimento scaturito dall'inchiesta 'Geenna' sulla presenza della 'ndrangheta ad Aosta.

Con decisione di ieri, la Corte di Cassazione ha annullato con rinvio a nuovo appello l'ultima parte della confisca dei beni del ristoratore aostano Antonio Raso, coinvolto nel processo e attualmente condannato in attesa di ricorso.

Si tratta di due conti correnti e di una quota di un appartamento, sui quali è ora chiamata a pronunciarsi nuovamente la Corte di Appello di Torino. 

I legali di Raso, Ascanio Donadio ed Enrico Grosso - avevano impugnato la sentenza con cui i giudici torinesi, nel maggio scorso, avevano già annullato gran parte del decreto di confisca, comprese le quote del ristorante 'La Rotonda' e un appartamento. La decisione era arrivata all'esito dell'appello-bis sulla misura di prevenzione: la perizia del commercialista nominato dai giudici aveva infatti appurato una 'sproporzione ingiustificata' di circa 140 mila euro tra i beni e i redditi di Raso. Una cifra molto inferiore a quella che invece aveva accertato la Direzione investigativa antimafia, che nel dicembre 2019 aveva sequestrato beni per un valore stimato di circa un milione.   

La confisca dei beni era stata disposta il 12 aprile 2021 e riguardava - oltre alle quote appartenenti a Raso della società che gestisce il ristorante La Rotonda di Aosta e un appartamento - anche un'autorimessa, due autovetture, tre conti corrente (dei quali uno al 50%) e il saldo attivo di due carte prepagate. 

red.laprimalinea.it