Il Bastone di Asclepio | 15 ottobre 2024, 15:00

Guida alla Mediazione familiare con la dottoressa Manuela Cappello

Un intervento essenziale rivolto alle coppie e alle famiglie che vivono situazioni di criticità, finalizzato a riorganizzare le relazioni familiari

Guida alla Mediazione familiare con la dottoressa Manuela Cappello

Quando le dinamiche all’interno della coppia non funzionano più la ricerca della serenità è l’obiettivo che ogni persona si pone. In questi casi un aiuto concreto è quello di  ricorrere alla mediazione familiare, determinante per il cambiamento e la risoluzione del conflitto.

Qualè lo scopo della mediazione familiare?

Non è né la riconciliazione né tanto meno la guida verso la separazione o il divorzio. E’ un percorso che guida verso la presa di consapevolezza di un cambiamento che ha portato a una nuova situazione.

In caso di separazione l’obiettivo della mediazione consiste nel raggiungere accordi scritti e firmati dalla coppia. Il documento può essere poi passato all’avvocato che  lo presenta al magistrato, evitando quindi lunghe procedure giudiziarie. In questo senso il percorso, quindi, può essere alternativo o integrativo alle azioni del sistema giudiziario, può essere avviato in qualsiasi momento della separazione  oppure può essere lo stesso giudice a sospendere il giudizio e stabilire un tempo   entro il quale la coppia potrà rivolgersi al mediatore per costruire accordi nei diversi ambiti.  

Il mediatore non è una figura di parte, ma funge da facilitatore del dialogo.

Qual è il momento migliore per iniziare un percorso di mediazione? 

In qualsiasi momento. Premesso che alla mediazione familiare possono accedere coppie in conflitto che necessitano di lavorare sulla comunicazione.

La mediazione familiare è “ Ri-generativa” quando consente alla coppia di Ri-trovarsi , di  RI-trovare il filo della coppia che spesso il quotidiano ci fa perdere. L’obiettivo  non sarà la separazione, ma RI-conoscersi come coppia e RI-equilibrare la relazione secondo i cambiamenti che la vita ci pone davanti ogni giorno.

Uno spazio in cui si apprende a TRAS-formare una relazione. 

La mediazione familiare può essere una valida guida per le coppie che hanno già preso coscienza del bisogno di cambiamento, ma non hanno ancora deciso se separarsi o restare insieme. 

Non esiste un “ tempo giusto” per iniziare un percorso di mediazione. Bisogna considerare solo il tempo della coppia, ossia quando questa sente la necessità di un confronto, di un cambiamento oppure in qualsiasi momento del processo separativo. 

La mediazione familiare  interviene quando la coppia ha già deciso di separarsi,  ma ha bisogno di una guida per capire come organizzare gli accordi, come dovrebbe avvenire  l’uscita di casa di uno dei coniugi. Ecco che insieme si affronta  la parte forse più pragmatica del percorso.  

Il mediatore accompagna la coppia a “cucire” degli accordi che non possono essere uguali per  tutti nella relazione e  nelle famiglie, in quanto   le variabili che intervengono sono molte; ad esempio il lavoro su turni di uno dei genitori o addirittura di entrambi, le differenti risorse familiari, l’età dei figli... e molte altre ancora. Sappiamo tutti che quando i figli sono piccoli, intorno ai  6/ 7 anni non  ci si può organizzare nello stesso modo di una famiglia con figli adolescenti di 15/16 anni. 

La mediazione familiare  può anche essere richesta quando gli accordi sono già stati presi e  sono già da tempo depositati in tribunale, ma uno dei coniugi chiede la revisione perchè pensa che quegli accordi non siamo più funzionali e non rispettino più l’esigenza dei figli.

Mediare  è  inoltre un percorso utile ai nonni  o a  tutti i componenti della famiglia che desiderano supportare i loro figli e i loro nipoti nel difficile passaggio da famiglia tradizionale a famiglia di genitori separati. Quale può essere l’aiuto che i nonni possono dare in questi momenti cosi faticosi? Quali i loro confini? Quale il loro ruolo?

La mediazione può inoltre e ancora intervire  quando alla struttura della famiglia si aggiunge un  nuovo componente, ad esempio, nuovi compagni dei genitori. 

Ci si chiede quali siano i confini dei così  detti “ terzi genitori”? 

Cosa può e non può fare un nuovo compagno della mamma o una nuova compagna di papà verso i figli dell’altro ? Vivere con i figli dell’altro non è semplice. 

Quali rapporti possono esserci tra i figli nati da diversi matrimoni ?

La struttura di una famiglia può essere complessa, ma non necessariamente deve essere complicata, a volte le cose  sono più facili di quanto sembrino. D’altro canto, da parte di un genitore pensare che il proprio figlio abbia a fianco un’altra figura può non essere un boccone facile da digerire. 

Se la separazione e il divorzio sono una possibilità che si può valutare di affrontare, allora, è bene affrontarli nel modo più integro possibile, la differenza sostanziale risiede nel COME ci si separa..

L’esperienza separativa purtroppo crea nella coppia e nei figli sofferenza sempre e comunque anche se questa è condivisa;  modifica il quadro familiare e capita che i bambini si sentano da soli davanti a genitori, che presi dalla loro sofferenza, fatichino a sintonizzarsi con loro. E' bene ricordare che la sofferenza dei figli è proporzionata al livello conflittuale dei genitori. I bambini utilizzano quotidianamente già molte energie per proseguire il loro percorso di sviluppo e spesso tali energie vengono sottratte al loro percorso di apprendimento. I segnali di uno stato di malessere in relazione al conflitto dei genitori possono manifestarsi soprattutto nell’ambiente di apprendimento,  causando  regressione negli apprendimenti, iperattività, oppositività, difficoltà di attenzione o altro. 

Raggiungere gli accordi di separazione è  parte di  un processo lungo e faticoso e se la coppia è offuscata dalla rabbia e dalla delusione il tutto diventa ancora più difficile. Spesso i coniugi  lanciano  schegge infuocate sulla testa dei loro figli e può capitare che ai bimbi/ragazzi non vengono spiegati i cambiamenti che dovranno affrontantare, investendoli rispetto alle loro abitudini consolidate: due case, due camerette, un giorno da papà una da mamma e cosi via perchè si è troppo occupati a sfogare il proprio dolore, la propria rabbia.Tutto si trasforma in vere e proprie guerre familiari dove anche quelle di origine si schierano in una guerra aperta e spietata per rivendicare un patto d’amore non mantenuto, pur di  trovare un colpevole e una vittima .

La mediazione familiare permette di richiamare l’attenzione sui  figli, ponendoli al centro; è un intervento pragmatico che permette di affrontare problemi concreti  come la nuova organizzazione familiare, accordi sui periodi di vistita  o la gestione dei bisogni educativi. E’efficace in quanto aiuta i genitori a tutelare la  loro funzione educativa. 

“Non è sbagliato il divorzio,  è sbagliato insegnare ai figli cose sbagliate sull’amore” (cit) 

“ Non scordiamoci i bambini!!”

Coscienti della difficoltà che incontra la famiglia, i bambini vanno necessariamente tutelati e al fine di ottenere risultati concreti è utile, se non addirittura essenziale, la presenza di un esperto che “ riacciuffi” l’attenzione dei genitori  verso i loro stessi figli attraverso un percorso che si affronta per garantire loro una famiglia serena sulla quale poter contare indipendentemente dallla sua struttura.

Sfatiamo l’idea che i bambini stanno bene solo in famiglie tradizionali. 

I bambini hanno soltanto bisogno che gli venga spiegato in maniera adeguata alla loro età il perchè della rottura del legame di coppia e che vengano accompagnati nel modo adeguato al cambiamento, essi stanno bene in famiglie in cui la coppia genitoriale limita il conflitto.

A volte i cambiamenti che la vita ci mette davanti vengono vissuti come tragedie poi, col passare del tempo, si realizza che i cambiamenti erano necessari per poter RI-nascere .

Solo quando la tzumani del cambiamento che ci ha investito sarà rientrato negli argini, allora ci sarà il tempo della rinascita. Una rinascita che sarà anche individuale. Molti realizzano, dopo la rabbia e la delusione, che il cambiamento che hanno raggiunto ha offerto loro una “seconda possibilità”, una vita che non si era mai pensato di poter avere, una trasformazione importante e funzionale che si è diramata positivamente verso tutto ciò che li circonda . 

In fondo la vita è davvero cosi: un percorso da RI-tracciare continuamente!!

 

A cura della Dott.ssa Cappello Manuela

Mediatrice Familiare Sistemica specializzata in Coordinazione Genitoriale AIMS & Tutor dell’apprendimento.

Nota per la sua esperienza e dedizione, la dott.ssa Manuela Cappello ha introdotto una serie di percorsi di mediazione familiare che stanno trasformando vite e migliorando le relazioni. I programmi  offrono supporto a famiglie che affrontano difficoltà, promuovendo il dialogo e la comprensione reciproca. Con un focus sull'empatia e la comunicazione efficace, questi percorsi aiutano le parti coinvolte a trovare soluzioni comuni in modo rispettoso e costruttivo. Grazie all'approccio innovativo della dottoressa, sempre più persone stanno scoprendo i benefici di questa pratica, costruendo fondamenta più solide per il futuro.

Contatti:

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