Tante e importanti riflessioni, venerdì 22 novembre alla Biblioteca regionale di Aosta, sullo 'stato dell'arte' delle politiche per l’invecchiamento attivo in Valle. Un appuntamento che ha riunito protagonisti e referenti degli enti e delle istituzioni che stanno operando affinché sia possibile che la 'terza età' possa vivere e pensare a un presente, ma anche a un futuro, inclusivo e sostenibile.
A introdurre i lavori è stato l’assessore regionale alla Sanità, Carlo Marzi (foto sotto, al centro), che ha definito le politiche per l’invecchiamento attivo come "la sintesi che deve avere, insieme al coordinamento amministrativo, la politica di coesione di tutta una serie di altre attività già in essere rispetto al dell’invecchiamento della nostra società".
Da un punto di vista pragmatico, "si tratta di trasformare in una grande opportunità una presa d’atto, che è la centralità delle persone anziane all’interno del sistema famiglia, ma che è anche il numero, elevato, delle persone che si trovano nella fascia della vita definita 'la terza età'".
"È quindi necessario - ha proseguito Marzi - fare in modo che si arrivi all’obiettivo di avere la persona anziana in salute e per raggiungere questo obiettivo è necessario che gli anziani siano attivi all’interno della comunità. Dobbiamo lavorare tutti insieme – e questo è lo scopo del Tavolo interistituzionale sulle Politiche dell'Invecchiamento - si devono creare le opportunità, i progetti e le strutture affinché le persone anziane continuino a collaborare per la costruzione e lo sviluppo della comunità".
A sollecitare l’importanza di coesione progettuale e di intenti per potare avanti nuove politiche per uno sviluppo di progettualità in favore dell’invecchiamento attivo è stato Claudio Latino, Presidente del Coordinamento Solidarietà Valle d’Aosta-CSV: "Una reale politica tesa a favorire l’invecchiamento attivo non si enuncia ma la si pratica. Per tale motivo, vi è l’esigenza di creare alleanze tra gli attori del Tavolo regionale insieme alla necessità di un serio coordinamento tra gli stessi. Il convegno di oggi rappresenta una grande opportunità e sarà vincente se ognuno dei soggetti farà la propria parte, assicurando al progetto coraggio e risorse certe".
Illustrando il proprio contributo all’interno del Tavolo interistituzionale sulle Politiche dell'Invecchiamento è intervenuto Stefano Ghidoni, Presidente di Savoir&Faire VdA, l’associazione degli assistenti personali e degli operatori sanitari della Valle d’Aosta: "Con lo slogan 'S&F VdA pensa proprio a te che pensi sempre agli altri', la nostra Associazione promuove l'aggregazione delle persone che lavorano in Valle come OSS, Assistenti personali, badanti e caregiver, offrendo corsi di aggiornamento professionale, incontri di sostegno psicologico e momenti di arricchimento culturale e di socialità, al fine di aggiornare le competenze di queste lavoratrici e lavoratori, e di migliorarne l'immagine pubblica. Nel Tavolo e nel contesto in oggetto, la nostra presenza vuole servire a valorizzare la funzione di queste figure, fondamentali per l'assistenza alle persone anziane nei vari ambiti (ospedale, microcomunità, famiglia...) ma bisognose di più approfondita formazione di base e di specializzazione, per mantenere salute, abilità fisiche, intellettuali e relazionali degli anziani 'ancora attivi' anche se malati, con ridotte capacità residue a casa o già ospiti di strutture protette”.
"Nuove esigenze sociali e politiche devono essere affrontate con urgenza per migliorare la sostenibilità del processo. Uno degli strumenti messi in campo, a questo scopo, è l’invecchiamento attivo, che propone un approccio olistico ai problemi sociali relativi alla terza età, con benefici che ne derivano per l’individuo e la società - ha evidenziato Davide Lucantoni, rappresentante dell’Istituto nazionale di ricovero e cura a carattere scientifico IRCSS-INRCA di Ancona -. In questa direzione la Regione Valle d'Aosta ha iniziato a dotarsi di strumenti di governance, come il 'Tavolo interistituzionale sul tema dell’invecchiamento attivo', utili per l'implementazione del concetto di invecchiamento attivo nella sua complessità e multidimensionalità, attraverso la creazione di politiche.
A introdurre l’esperienza nell’ambito del Tavolo interistituzionale sul tema dell’invecchiamento attivo è intervenuto Vitaliano Vitali, coordinatore del Dipartimento politiche sociali che ha delineato il processo partecipativo della raccolta dei dati: “Ritenevamo importante, come prima fase ed in un’ottica di coordinamento degli interventi tra tutti gli stakeholder, avere una fotografia rispetto alle diverse attività implementate su tutto il territorio regionale nell’ambito dell’invecchiamento attivo. Fondamentale sarà, avere un linguaggio comune su cosa si intenda quando si parla di invecchiamento attivo".
A dettagliare la mappatura con esempi concreti rispetto a quanto viene proposto dal territorio è stata Katia Zanello, responsabile dell’Unità organizzativa Programmazione in ambito sociale e RUNTS, che ha sottolineato: “È sicuramente necessario stabilire relazioni strutturate e un coordinamento tra i diversi attori per rendere l’offerta più omogenea e rispondente ai bisogni degli anziani".
A parlare delle esperienze territoriali a carattere regionale è stata Casola Sabrina, Dirigente della struttura Servizi alla persona, alla famiglia e disagio abitativo: "La Valle d’Aosta sta affrontando la sfida dell’invecchiamento progressivo della popolazione, trasformandola in un’opportunità per valorizzare il contributo degli anziani alla comunità. I servizi sociali, nel percorso di riorganizzazione, hanno chiaro il processo di empowerment degli anziani, in un’ottica generativa. È importante valorizzare e potenziare il contributo e le esperienze degli anziani che hanno il diritto di sentirsi utili".
Durante l’intervento sono stati presentati alcuni progetti sperimentali quali l’Aquilegia, co-progettazione relativa al co-housing che promuove la socializzazione e il benessere degli anziani attraverso laboratori artigianali, educazione finanziaria e creazione di un orto sociale. Sono state evidenziate anche le iniziative del Centro per le Famiglie di Aosta, con laboratori intergenerazionali e corsi creativi pensati per favorire il dialogo tra generazioni e stimolare la partecipazione sociale. Un ruolo fondamentale è svolto degli Animatori di Comunità nell’ambito dei Punti Unici di Accesso-PUA, che facilitano l’accesso ai servizi, promuovono la partecipazione attiva degli anziani e creano reti di supporto comunitarie.Un ruolo centrale è svolto dagli Animatori di Comunità, che facilitano l’accesso ai servizi, promuovono il coinvolgimento attivo degli anziani e costruiscono reti di supporto comunitarie, rafforzando il tessuto sociale della regione.
A tracciare i contorni di una delle realtà territoriali più rappresentative della regione, quella del capoluogo regionale è stata Stefania Magro, Dirigente dei Servizi Sociali, Demografici e Pubblica istruzione e vicesegretario Generale del Comune di Aosta: "L’amministrazione comunale di Aosta da oltre 30 anni è impegnata nell'attività di socializzazione degli anziani e, negli ultimi anni, la logica si è evoluta verso forme con progetti di partecipazione attiva. Il prezioso coinvolgimento di associazioni, delle istituzioni scolastiche, delle forze dell’ordine e dei cittadini volontari arricchiscono l'attività del Comune che riveste così una notevole importanza sociale per il tessuto cittadino. La fascia d'età interessata è molto ampia, dai 60 ai 99 anni, così come ampia è l’interazione intergenerazionale. Ed è davvero bello vedere figli e genitori partecipare attivamente".
A parlare di 'Comunità attive', definitive e contenute nel Piano Regionale della Prevenzione 2021/2025 è stato il dottor Maurizo Castelli, Direttore della Struttura complessa Medicina Legale e del Dipartimento di Prevenzione della Usl VdA, che ha messo in evidenzia le peculiarità del programma meso in atto a livello regionale e le sue linee di sviluppo in ambito di invecchiamento. Quattro gli assi di intervento e di azione per promuover l’attività fisica; la sorveglianza dei fattori di rischio legati a malattie croniche ed agli stili di vita nella popolazione; la cooperazione dei sistemi sanitari con le istituzioni pubbliche e con le organizzazioni rappresentative della collettività, al fine di realizzare programmi intersettoriali mirati.