Il capogruppo di Rassemblement Valdôtain, Stefano Aggravi, non ha fatto sconti nel suo intervento quale relatore di minoranza sulla legge di stabilità regionale e sul bilancio della Regione per il triennio 2025-2027.
"Stiamo vivendo una stagione di bilanci sempre più 'corti' e sempre più dipendenti da fonti terze - ha sottolineato Aggravi - una tendenza che porta il 'governante' di turno a limitare nel concreto la propria visione programmatoria ai soli 12 mesi piuttosto che a pianificare con maggior certezza i successivi 36 del triennio di riferimento. I bilanci 'corti' e l’incombente peso della spesa corrente, accentuata da fattori esterni e da rinnovi contrattuali rimandati troppo a lungo, ci impongono di ripensare una struttura di bilancio troppo statica e ancorata a logiche storiche. Dobbiamo essere consapevoli del fatto che le risorse e le opportunità del passato non esistono più".
Tuttavia, proprio per questo, per l'esponente di RV "è essenziale cambiare approccio e strumenti, affrontando con coraggio e responsabilità le criticità del presente. Se continueremo a ragionare con logiche superate, rischieremo di trovarci di fronte a problemi fuori controllo, senza possibilità di mitigazione. In sintesi, purtroppo, questo non è altro che l’ennesimo bilancio che ha tutte le carte in regola per aspettare soltanto il prossimo assestamento di bilancio".
Il consigliere si è quindi soffermato su tre temi "che si intrecciano strettamente con le logiche di bilancio e con la programmazione futura. Il primo è la riforma del comparto pubblico, attesa da anni, per la quale è stato depositato un disegno di legge in Consiglio il 4 dicembre scorso. Una riforma che non riguarda soltanto 'persone' e ruoli: essa incide su un aspetto cruciale della spesa regionale, sia in termini di costi correnti per il mantenimento del sistema, sia in relazione all’efficienza complessiva della gestione finanziaria. La burocrazia ha un costo, che può tradursi in efficienza o, al contrario, in inefficienza. I rinnovi contrattuali pesano sul bilancio regionale: sul triennio 2022-2024, il costo complessivo si tradurrà in un incremento del 15%. A questo si aggiunge il maggiore onere dovuto all’aumento della dotazione organica, un elemento che assorbe una quota sempre più consistente del bilancio regionale. C’è tuttavia il timore, già più volte manifestato, che questa riforma sia stata concepita più come un intervento di “posizionamento” che come una revisione organica del sistema".
"Nel frattempo, resta ancora nel 'mondo delle idee' un’altra riforma cruciale per il sistema pubblico della Valle d’Aosta: quella degli enti locali, che per ora è rinviata - ha aggiunto Aggravi -. Avevamo un anno intero per discuterne, e, magari, adottare scelte coraggiose. Invece, ha prevalso il consolidato atteggiamento di appeasement, per cui si cambierà forse qualcosa, ma senza intervenire davvero in profondità. Oggi disponiamo di una prima bozza su cui lavorare, ma il tempo stringe, e con esso anche il coraggio necessario sembra diminuire".
"Infine, un altro elemento che merita attenzione è l’approccio alla pianificazione degli investimenti. L’intervento sull’edificio scolastico di via Torino (l’ex Maria Adelaide), che dovrebbe trasformarsi in un community center, ha un investimento complessivo stimato in 37 milioni di euro e per il quale sono previsti 600mila euro per il primo biennio destinati alla progettazione e 3,7 milioni per l’avvio dei lavori e la demolizione dell’edificio esistente. Il resto degli stanziamenti, tuttavia, non è ancora definito, seguendo un modello decisionale che guarda al breve termine e che riflette, in modo evidente, l’assenza di una programmazione a lungo respiro. Questa non vuole essere una critica banale, ma un invito a riflettere sull’urgenza di innovare gli strumenti di finanziamento delle opere pubbliche".