"Il bilancio dovrebbe essere la concretizzazione di un percorso di condivisione e di un dibattito politico che porta a una sintesi di tante posizioni per offrire le migliori opportunità alla comunità che siamo chiamati ad amministrare. Invece, questo documento diventa sempre più un mero esercizio contabile". Ci è andato giù duro il consigliere di maggioranza Erik Lavevaz (UV) nella sua esposizione sul Bilancio previsionale 2025/27 in discussione sino a giovedì (giorno della votazione) in Consiglio Valle.
"Il vero momento in cui si possono fare scelte strategiche importanti arriva con l'approvazione del primo assestamento - dice Lavevaz - un' anomalia che in qualche modo va risolta. La responsabilità non è da imputarsi all'amministrazione ma alla politica che deve cambiare marcia. Certo, la politica è fatta di consenso che muove certe scelte. In tutti gli ambiti pubblici vediamo decisioni prese con la volontà di far crescere una comunità e altre che, invece, riguardano intervenenti puntuali".
Per Lavevaz "in Valle d'Aosta il consenso si muove su dinamiche che hanno piccole dimensioni tali da far confondere, a volte, un intervento per pochi come un intervento per molti o per tutti. Su questo si basano le dinamiche della politica, ma credo che si dovrebbero fare delle scelte, anche impopolari, se necessarie alla crescita della comunità: la sommatoria di tanti piccoli interventi non per forza contribuisce allo sviluppo sociale. Abbiamo il compito difficilissimo di recuperare la fiducia dei valdostani, non di ottenerne il consenso e questo passa necessariamente attraverso delle riforme strutturali e recuperando la centralità del Consiglio inteso come luogo di condivisione e di partecipazione. Voterò questo bilancio - che è in linea con la maggioranza -mosso dal senso di responsabilità più che da quello di condivisione, soprattutto del metodo".