Religio et Fides | 13 dicembre 2024, 11:47

Santa Lucia, la martire che porta regali ai bimbi; storia e tradizioni per questa notte magica

'Santa Lucia bella, che dei bimbi sei la stella, tu porti dolci e doni a tutti i bimbi buoni, ma i regali più belli portali ai poverelli'

Santa Lucia, la martire che porta regali ai bimbi; storia e tradizioni per questa notte magica

Santa Lucia non è soltanto la notte più lunga che ci sia, è anche molto altro. Il 13 dicembre si celebra la santa della luce con riti in molte parti del mondo, da fare la notte precedente, e doni in anticipo rispetto a Babbo Natale.

In questo periodo dell’anno, il Natale si avvicina. Le giornate si accorciano, le notti si allungano, i bambini diventano sempre più entusiasti e i genitori iniziano a chiedersi: cosa regalare per il Santo Natale? Ma Babbo Natale e la Befana non sono gli unici capaci di far comparire regali per i bambini buoni dopo una notte magica ma anche la festa di Santa Lucia per tradizione.

Le fonti spiegano che la Santa fosse di origine siciliane, della zona di Siracusa, città di cui è patrona. Viene ricordata come la vergine martire dei primi secoli dopo Cristo. Si dice che si occupasse dei più poveri nelle catacombe e che usasse la ricchezza della sua famiglia nobile per aiutare i bisognosi. In una delle storie che la tradizione ci ha consegnato, la Santa della Luce, per poter usare le mani nel suo servizio agli altri, si pose sul capo una coroncina con delle candele, simbolo che vediamo in alcune raffigurazioni di Lucia.

Processata come cristiana sotto la persecuzione di Diocleziano – denunciata forse dal promesso sposo offeso dal voto di consacrazione che la santa aveva fatto –Santa Lucia subì la sorte di tanti martiri del tempo. Lucia era una ragazza cristiana, di famiglia benestante, nata a Siracusa intorno all’anno 281, fidanzata con un giovane concittadino. Orfana di padre, era molto affezionata alla madre Eutichia, che la educò a una autentica fede cristiana. Durante un pellegrinaggio sulla tomba di Sant’Agata per implorare la guarigione della madre, in uno stato di estasi, le apparve la Santa Catanese, che le profetizzò il martirio. Nello stesso momento Eutichia guarì dalla grave forma di emorragia di cui soffriva da lungo tempo. Tornata a Siracusa, ancor più forte nella fede in Gesù Cristo, decise di votarsi completamente a Lui, rinunciando al matrimonio e ai beni che possedeva, distribuendoli ai poveri della città. Ciò non piacque al promesso sposo che la denunciò al prefetto Pascasio: Lucia fu così arrestata con l’accusa di essere cristiana. Era il periodo in cui Diocleziano aveva scatenato l’ultima e più cruenta persecuzione contro i cristiani in tutto l’Impero Romano. Durante il processo Lucia fu invitata ad abiurare la fede con lusinghe, minacce e torture, ma lei rimase irremovibile nella sua fede. La condanna a morte fu quindi inevitabile e Lucia venne decapitata  il 13 dicembre 304.

Prima di morire profetizzò l’imminente caduta di Diocleziano e la pace per i cristiani in tutto l’impero. Santa Lucia fu sepolta a Siracusa nelle catacombe che ancor oggi portano il suo nome e venne da subito venerata dai suoi concittadini quale patrona; sulla sua tomba venne edificata una chiesa, meta di numerosi pellegrinaggi. La più antica testimonianza archeologica del suo culto è “l’iscrizione di Euskia”, trovata a Siracusa nelle catacombe di San Giovanni e risalente alla fine del quarto secolo, lo stesso del martirio. Il culto si espanse rapidamente in tutta la cristianità, come succedeva per i santi più popolari e amati. 

Nel sesto secolo vi erano già chiese, oratori, monasteri a lei dedicati, anche a Roma e Ravenna, papa Gregorio Magno introdusse il nome di Santa Lucia nel Canone Romano e le consacrò una cappella nella basilica di San Pietro. Il suo corpo rimase nelle catacombe di Siracusa fino al 1039, quando venne trasferito a Costantinopoli per proteggerlo dai Saraceni. Durante la crociata del 1204 i Veneziani lo trasportarono nel monastero di San Giorgio a Venezia ed elessero Santa Lucia co-patrona della città; le dedicarono successivamente una grande chiesa dove il corpo fu conservato fino al 1863, quando questa venne demolita per far posto alla stazione ferroviaria (che per questo si chiama Santa Lucia); il corpo fu trasferito nella chiesa dei Santi Geremia e Lucia, dove è conservato tutt’oggi, incorrotto.     

Reliquie del corpo della Santa si trovano in molte città d’Italia, fra cui Siracusa, ed Europa, fra cui Metz, in Lorena, fatto che spiega la diffusione del culto nei paesi nordici. Una reliquia si trova anche nella chiesa di Santa Lucia Extra in Verona. Due piccole reliquie, donate dal Patriarca di Venezia, si trovano dal 2002 nella chiesa di Santa Lucia eretta presso il Centro Ragazzi Ciechi “Kekeli Neva” di Togoville in Togo. 

Il nome Lucia, dalla radice latina lux, lucis, fa riferimento alla luce, e venne via via a significare segno e promessa di luce spirituale: per questo Santa Lucia è la Patrona dei ciechi e degli oculisti, invocata per la protezione della vista e nelle malattie degli occhi. 

"Accendiamo una candela per l'intera notte tra il 12 e il 13, arriva la santa che torna a vedere, la vittoria della Luce sul Buio, e anche del Bene contro il Male". 

La devozione per la Santa  è molto forte in Sicilia, infatti vi sono festeggiamenti per tutta la settimana; in Svezia non da meno, ma anche in diverse parti d'Italia. Sono moltissime le  località che la festeggiano, da Aci Catena ad Alessandria, dalla catanese Belpasso a Bologna , Crema Crotone, Napoli e ancora nelle province di Udine, Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi, Mantova, Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Verona (dove il mercatino storico del Natale è dedicato a Santa Lucia).

Molti riti per questa giornata sono legati alla luce.

In Svezia la tradizione vuole che la figlia maggiore si vesta con un abito bianco e una cintura rossa e sulla testa una corona di foglie e sette candele. È lei a svegliare la famiglia portando i biscotti preparati il giorno prima. La dea antica che si collega a Lucia è Artemide; entrambe sono vergini e Artemide è ricordata anche come dea della luce. C’è un’affinità anche con Demetra, dea dei campi.

La leggenda vuole che la notte che precede il 13 dicembre la Santa voli sui campi con una corona di luce per riportare fertilità. Come Babbo Natale, ma con dieci giorni di anticipo arrivano i regali di Santa Lucia.  

In alcune regioni del Nord Italia esiste la tradizione della lettera scritta alla Santa per ricevere doni. I piccoli devono andare a letto presto e lasciare un po’ di cibo per Santa Lucia e fieno per l’asino che guida il suo carretto. Dopo la morte la Santa sarebbe stata autorizzata, secondo la leggenda, a tornare sulla Terra per portare gioia ai bambini nella notte del 13 dicembre.

Ma attenzione...la notte di San Lucia non è la notte più lunga che ci sia, anche se la rima viene bene. Prima dell’introduzione del calendario gregoriano, nel 1500, era vicina al solstizio d’inverno, ma con il nuovo calendario c’è una differenza di poco più di una settimana. Bisognerà aspettare il 21 per la notte con la maggiore durata dell’anno, la notte del solstizio d’inverno.

Preghiera a Santa Lucia

"Pieni di fiducia nella vostra potente intercessione, o gloriosa martire S. Lucia, vi supplichiamo a interporvi presso il vostro divin sposo Gesù, affinché si degni di mantenerci sempre sana la luce degli occhi del corpo, dandoci insieme la grazia di farne buon uso; cosicché nel giorno della universale risurrezione siano essi raggianti di quella luce celeste, che degni li renderà di vedere le bellezze ineffabili della patria beata. Così sia"

 

red.laprimalinea.it