Eventi e appuntamenti | 21 dicembre 2024, 07:14

Don Cerri, Ami de la Vallée d'Aoste, ispiratore di un libro su Chiesa e cultura

Un' opera che è un invito a riflettere, magari per migliorare la società, scritta senza ridondanze e sbavature per allontanarsi dal 'mercato convenzionale'

Don Stefano Cerri

Don Stefano Cerri

Autore e conduttore tv, il 30enne lombardo Valerio Vecchi (foto sotto) è tornato in questi giorni nel panorama editoriale con il suo terzo libro dal titolo “Come la cerva anela ai corsi d’acqua” per Amazon Indipendent Publishing, disponibile anche in versione kindle. 

Dopo le opere letterarie “La spettacolare storia di Ebenizer” (2018) e “Il sorriso degli elefanti (2021), Vecchi si propone ora con un libro incentrato sulle relazioni e la Chiesa, affidando la prefazione a don Cesare Silva, parroco del Duomo di Vigevano, e il contributo finale a chiusura del volume alla scrittrice e giornalista Isa Grassano, che collabora con diverse testate nazionali. 

"Inevitabile per me interpretare tra le righe del romanzo - spiega l'autore - il profondo attaccamento con un sacerdote cittadino onorario della Valle d'Aosta, don Stefano Cerri, che è stato mio maestro di vita e con il quale questo libro è stato inizialmente condiviso, specie nelle parti in cui venivano sviscerate problematiche legate al tempo presente della Chiesa". 

Don Stefano Cerri è stato nominato nel 2020 Ami de la Vallée d'Aoste; è deceduto nel settembre 2022 all'età di 82 anni. Dal 1975, senza interruzione di continuità, il sacerdote ha accompagnato nelle due case alpine di vacanza sul territorio della Valgrisenche decine di migliaia di ragazzi del Vigevanese, dell'Oltrepo' Pavese, della Lomellina e del Monferrato. Do Cerri ha fatto loro conoscere le ricchezze in particolare della Valgrisenche e della Valle d'Aosta in generale, instaurando rapporti importanti con la comunità, dando lustro alla stessa e favorendo conoscenze storiche, artistiche, culturali e ambientali della Vallée a livello nazionale e internazionale. Un’intensa attività la sua, umana, sociale, religiosa, economica, rivolta a numerose generazioni di giovani ragazzi, oggi diventati adulti, che conservano della Valgrisenche e della Valle d'Aosta i ricordi più belli della loro adolescenza e alcuni dei quali sul territorio hanno fissato a pieno titolo la loro seconda dimora.

Sinossi del romanzo

Pietro Torre è un bibliotecario prossimo alla pensione. Abitudinario, semplice e rispettoso, svolge la sua mansione con amore e dedizione, pensando come cambierà la sua vita quando non lavorerà più con i suoi libri. Durante un temporale estivo, entra una donna con abiti che la rendono irriconoscibile in volto e lascia un volume in dono per la biblioteca, in realtà un'opera inedita. Pietro, leggendolo, si accorgerà che la sua vita è legata inspiegabilmente a quello scritto, più di quanto lui stesso possa credere. Inizia così un viaggio introspettivo, fatto di riflessioni sull’esistenza e soprattutto sulla fede, ripercorrendo anche i momenti della sua vocazione e rispolverando i dialoghi - attraverso i ricordi - con il suo amico sacerdote. Quella donna è anche una dolce scoperta che riaffiora dal suo passato e tutto ciò che circonda il bibliotecario diventa, così, un meraviglioso tessuto relazionale, che sviscera in profondità un ventaglio di sensazioni ed emozioni desiderose di essere come una 'cerva che anela ai corsi d'acqua'. 

“Questo libro vuole essere strumento di riflessione su due principali tematiche: la diffusione della cultura e le vocazioni – sottolinea  lo scrittore trentenne lomellino. Unire questi due temi non è stato facile. Il primo è stato spiegato per mezzo della metafora del protagonista che, prossimo al pensionamento, si dice preoccupato del futuro delle biblioteche. Ambientato tra vent’anni, considerando il calo di utenza e attrattività, nutro delle perplessità sul fatto che le biblioteche potranno avere ancora personale, a causa anche dei processi automatizzati e delle nuove diffusioni digitali. Il secondo tema, quello delle vocazioni, vede sempre più seminari svuotarsi e la Chiesa fatica ad avviare nuove generazioni al volontariato in Parrocchia. Questi due aspetti li ho voluti fondere in un viaggio introspettivo del protagonista, Pietro Torre".

"Don Stefano Cerri è stato ispiratore profondo di queste righe - ribadisce Vecchi -. Grazie all’esperienza in parrocchia, nella quale sono volontario, ho imparato tante cose indirettamente, osservando i tempi e le dinamiche che i tempi liturgici impongono. Credo sia una vera e propria scuola di vita. Non a caso, il titolo del libro si trova in un Salmo. L’idea è pensare che nuove generazioni possano riscoprire quei valori che si sono assopiti con il tempo, primo fra tutti il rispetto e sapere far parte di un gruppo: sono questi i due insegnamenti fondamentali che la Chiesa mi ha trasmesso”. 

 "Quest’opera  - conclude la nota di presentazione - è un invito a riflettere, magari per migliorare la società, scritta senza ridondanze e sbavature per allontanarsi dal 'mercato convenzionale' e 'sicuro'. È un libro senza mezze misure - a sé stante rispetto ai primi due volumi di Vecchi e che segna un nuovo inizio sia personale per l’autore, sia nella sua composizione stilistica, definita da alcuni addetti ai lavori più matura".

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