Attualità | 30 dicembre 2024, 07:45

Courmayeur, l'Hotel Des Alpes censito dal ministero della Cultura non c'è più ma il nuovo 'TH' della Vico vince un premio

L'Hotel des Alpes dell'architetto Fabio Mello

L'Hotel des Alpes dell'architetto Fabio Mello

"La struttura, di chiara impronta espressionista, vuole ricreare una sorta di paesaggio montano artificiale attraverso il modellamento del suo profilo, strategia progettuale sovente utilizzata per integrare nel paesaggio strutture articolate e dalle notevoli dimensioni". Così la Direzione generale Creatività Contemporanea del ministero italianao della Cultura-Mic descrive - nel 'Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi' - l'Hotel des Alpes di Courmayeur, inaugurato nel 1963 e realizzato dall'architetto lombardo Fabio Mello (autore di diverse prestigiose opere tra cui, sempre nel 1963, la 'storica' biblioteca di Baggio a Milano).

Oggi, però, quell'albergo - di cui il Censimento del ministero della Cultura apprezza "l’analogia con le forme minerali e geologiche" e ne esalta l’impianto generale che "ha ancora oggi delle fattezze estremamente contemporanee nell’ambito dell’architettura montana" - non esiste più. In qualche cassetto del Comune di Courmayeur deve esserci ancora un progetto di riqualificazione della prestigiosa struttura, ma prima di tutti è arrivata l'impresa Vico srl dell'imprenditore di Hone Ezio Colliard, che tempo fa ha acquisito il 'Des Alpes'. Il progettista di Colliard, l'architetto valdostano Domenico Mazza, non ci ha pensato due volte e sulle ceneri dell'abbattuto albergo realizzato dal collega Mello ha fatto sorgere il nuovissimo Hotel TH Courmayeur des Alpes (qui in foto)', inaugurato nel 2018 e gestito dalla società Th Resort Compal dell'imprenditore di Hone. 

Gli ambientalisti avevano protestato: "E' troppo vicino alla Dora", ma sorge per l'appunto sui resti del precedente e omonimo albergo e ha ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie. Il progetto di Mazza si chiama 'Curve di neve e radici di pietra'; l'intento è rimasto quello originario, ovvero realizzare un edificio che richiamasse l''alpinità' del massiccio del Monte Bianco: a ben guardare, forse rispetto al 'vecchio' disegno del professionista milanese qualche elemento romantico è venuto meno, così come qualche perplessità potrebbe destarlo il fatto che, visivamente parlando, nel progettare il nuovo modernissimo albergo l'architetto della Vico non pare essersi curato granché delle considerazioni del Censimento ministeriale.

Però tutto ciò non ha impedito (anzi, al contrario, potrebbe aver contribuito) alla Vico srl di partecipare con il progetto del TH Des Alpes al 'Premio Aureum Templum 2024' e di vincerlo. Il Premio è promosso dall'Associazione Liber in collaborazione con la casa editrice Rde dell'editore Riccardo Dell'Anna, che pubblica la rivista Architettitaliani.

“Siamo orgogliosi - commenta in una nota diffusa alcuni giorni fa l’amministratore Unico di Vico srl, Ezio Colliard - di aver realizzato una struttura ricettiva visitata da migliaia di turisti e ospiti ogni anno e che genera indotto diretto su occupazione e fornitori e indiretto sugli impianti a fune e sulle attività commerciali di Courmayeur". Al progetto architettonico verrà dedicata la prossima copertina della rivista-volume Architettitaliani, cui alcuni membri di redazione sono anche giurati del Premio.

"Il Premio Aureum Templum per 'Curve di neve e radici di pietra' del TH Courmayeur Des Alpes dell’architetto valdostano Domenico Mazza - conclude la nota - incaricato da Vico, è il vincitore tra i 20 selezionati, uno per regione, selezione supervisionata dal Comitato d’Onore, presieduto dal Presidente del Consiglio Nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori".

Courmayeur 'base felice' per la Vico di Colliard

Premio a parte, è innegabile e sarebbe ipocrita sminuirne la portata: l'espansione immobiliare di Ezio Colliard ai piedi del Monte Bianco sta conoscendo una stagione felice e una citazione a parte merita la vicenda di Maison Prois a Courmayeur. Qui però è inevitabile sottolineare una gaffe storica macroscopica (magari però è stata voluta...): il complesso residenziale da 65 alloggi 'prima casa'- iniziativa imprenditoriale accolta con grande favore dall'Amministrazione comunale della località ai piedi del Monte Bianco, il cui costo di realizzazione di 14 milioni di euro fu sostenuto dalla Bccv e per il quale fu creata da Colliard la società  Prois Group srl di Hone - sorge sullo storico 'Sasso Preuss', che porta il nome del grande alpinista austriaco Paul Preuss che, dopo averlo scoperto nel 1912, ne fece per mesi la sua palestra di allenamento per la salita al Mont Rouge di Peuterey e al Pic Gamba. Il 'Sasso Preuss': una centenaria icona per gli scalatori di tutto il mondo che si pronuncia 'prois' ma si scrive, per l'appunto, 'preuss'. L'imbarazzo però non sta tanto nella storpiatura del nome ma nel fatto che ora quel bellissimo masso erratico si trova...sotterrato nelle fondamenta di Maison Prois, o meglio ne emerge soltanto più una piccola porzione rocciosa, tanto da far dire al giornalista-alpinista Enrico Camanni "era meglio farne ghiaia...". Le ruspe della Prois Group evidentemente non hanno fatto granché attenzione alla storia dell'Alpinismo. Polemiche, accuse, campagna sui social...tutto inutile, il 'Sasso' resta sottoterra. 

pa.ga.