Editoriale | 07 gennaio 2025, 23:10

Botte ai fascisti?

La stele memoriale che ricorda l'eccidio a Sant'Anna di Stazzema

La stele memoriale che ricorda l'eccidio a Sant'Anna di Stazzema

Lunedì 6 gennaio il consigliere regionale del Pd Andrea Padovani ha pubblicato sulla sua pagina Facebook la filastrocca della 'Befana comunista' che "vien di notte e i fascisti prende a botte". Il post ha suscitato plauso e ilarità a sinistra (accompagnata da alcune 'bacchettate' per un presunto immobilismo politico del Partito democratico valdostano che governa con gli Autonomisti) ma soprattutto un aggressivo, ipersgrammaticato sdegno a destra, con tanto di insulti scurrili e aperte minacce nei confronti dell'esponente pidino.

Io mi stupisco ogni volta di più per l'incredibile sequela di strafalcioni, sconcezze lessicali e brutalità dialettiche che provengono da tante tastiere del popolo social di destra dichiarata: un vero massacro della lingua italiana come raramente se ne osservano in altre categorie di utenti web e credo che su questo aspetto deteriore di una gran fetta di elettorato i ben più acculturati e informati leader di Lega e FdI dovrebbero interrogarsi. Personalmente, io qualche problema me lo farei...

Ma quello che mi lascia ancora più perplesso, anzi che davvero mi inquieta, è la rabbia furiosa che travolge tanti di questi cuor di leone al primo sospetto di 'attacco' (e in questo caso parliamo di una banalissima filastrocca, ma di esempi ce ne sono tanti altri) ai 'fascisti' pur se tali in astratto, intesi come figura retorica di appartenenza a un'ideologia. Scrivo una baggianata, ovvero che la Befana prende a botte i fascisti e subito scattano la polemica rovente sul 'sinistro assassino', la segnalazione di 'istigazione alla violenza', la messa al bando dell'autore della battuta e la promessa di fargliela pagare cara. Ma perché se la prende così, il popolo social della destra? Perché si arrabbia se la Befana o Babbo Natale vanno a prendere a sberle i fascisti? E che ci sarebbe di male, poi, a suonarle ai fascisti se, come gli stessi 'leoni' pigiano ossessivamente e quotidianamente sui tasti, i fascisti, il Fascismo, non esistono più? Che 'istigazione' è, quella che esorta a picchiare un fantasma?

Lo scorso 3 gennaio ricorreva il centenario dello storico discorso con cui Benito Mussolini sancì formalmente la nascita del governo fascista nel nostro Paese. Laprimalinea.it lo ha ricordato perché non abbiamo paura della Storia.

Ma sì dai, i fascisti si sa bene chi sono. Hanno forse scordato, i sostenitori online di Giorgia e di Matteo, che quelli che guidarono a Sant'Anna di Stazzema i demoniaci assassini di donne e bambini sotto lo stendardo della 16esima SS Panzergrenadier Division 'Reichsführer-SS', comandata dal Gruppenführer Max Simon, personaggio che pare uscito da una sceneggiatura di Wes Craven, erano collaborazionisti fascisti della RSI? E che, anche se camuffati sotto le truci, tattiche divise brune tedesche erano fascisti repubblichini gli italiani che agli ordini di Albert Kesserling parteciparono alle stragi di Marzabotto, Grizzana Morandi, Monzuno? Fascisti erano anche i membri delle diverse 'Squadre d'azione' e 'Legioni Mobili', massacratori responsabili di innumerevoli eccidi, razzìe e stupri nelle Langhe piemontesi, nel milanese, in Emilia-Romagna così come ovunque in Italia e nella nostra Valle d'Aosta inondata di sangue nei giorni della Resistenza. Ecco perché una Befana che si rispetti li prende sì a botte, i fascisti. E chi non avrebbe voglia di farlo, santiddio! Chi? Ah, già, i fascisti, ovviamente. Ma allora abbiano l'onestà di ammetterlo: ci arrabbiamo perché anche noi siamo fascisti e siamo dalla parte sbagliata della Storia, almeno per quanto riguarda la Storia della bella Italia nostra.

patrizio gabetti