Il Bastone di Asclepio | 17 gennaio 2025, 11:30

L'orologio biologico e i ritmi circadiani

Il ruolo della melatonina nel ritmo sonno-veglia

L'orologio biologico e i ritmi circadiani

Il nostro orologio biologico ha la durata del giorno solare, formato da giorno e notte. Il ritmo circadiano è un ritmo caratterizzato da un periodo di 24 ore.

Il termine "circadiano" viene dal latino, “circa diem” e significa appunto "intorno al giorno". Esso regola tutte le funzioni fisiologiche correlate alla vita, che si sincronizzano con le diverse fasi del giorno astronomico, regolando l'alternanza delle fasi di sonno e di veglia , il metabolismo, il livello delle secrezioni ormonali, la temperatura corporea, la pressione arteriosa, la pulsazione cardiaca, l'attività elettrica del cervello, l'appetito.

E' ampiamente dimostrato che se lo stile di vita non è in equilibrio col ritmo circadiano, c’è la possibilità di andare incontro a numerosi disturbi, fino a sviluppare vere e proprie malattie. 

Quando, per svariate cause, come per un viaggio aereo di lungo percorso, o un lavoro che costringa a seguire turni di notte, il ritmo circadiano non coincide più con l'alternanza giorno-notte, si verifica uno sfasamento dell'orologio biologico, condizione che produce nell'organismo alcuni disturbi. 

Il più frequente è l'alterazione delle fasi del sonno, come avviene quando si verifica il cosiddetto jet-lag  nelle persone che attraversano diversi fusi orari per lunghi viaggi in aereo e che manifestano un senso di stanchezza, difficoltà di concentrazione, sonno ritardato e fatica ad addormentarsi, oppure sonno anticipato nei momenti sbagliati, mancanza di appetito, difficoltà digestive, nervosismo, irritabilità.

Il cambio di abitudini richiede alcuni giorni perché l'organismo si risintonizzi con le nuove differenti condizioni ambientali.  In questi casi può giovare l'assunzione di Melatonina. E’ un ormone prodotto naturalmente dall'organismo, a partire dal neurotrasmettitore serotonina, la cui produzione endogena varia tipicamente con l'alternarsi del giorno e della notte.

Assumerla poco prima di coricarsi, eventualmente associata a piante rilassanti e ipnoinducenti come Escolzia, Valeriana, Passiflora, Biancospino, Melissa, Luppolo, Griffonia, Giuggiolo, Withania, aiuta a contrastare l'insonnia favorendo nell'organismo una condizione simile alla veglia rilassata che precede la fase di addormentamento e riducendo perciò il tempo necessario per prendere sonno, senza lasciare nessuno stato di sonnolenza il mattino dopo, poiché viene metabolizzata in poche ore. 

Tutti gli individui producono fisiologicamente Melatonina, durante le ore di buio, quindi la sera e la notte: il picco massimo di produzione è fra le 2 e le 4 del mattino e poi decresce  quando l'arrivo della luce del giorno ne sopprime la sintesi.

Nei primi mesi di vita la Melatonina è prodotta in basse quantità, aumenta negli individui giovani e decresce con l'avanzare dell'età. 

Il ritmo circadiano della Melatonina si mantiene anche in assenza di stimoli esterni, in quanto è regolato da una sorta di pacemaker circadiano endogeno, situato in una zona del cervello chiamata ipotalamo.

La Melatonina può essere utile anche in quelle persone che devono, su consiglio medico, interrompere l'assunzione di ansiolitici e/o sonniferi, possibilmente associata alle piante ipnoinducenti  citate pocanzi.

L'uso della Melatonina non causa assuefazione e non ha particolari controindicazioni anche per un'assunzione prolungata, purché si rispettino le dosi consigliate.   

A cura della dottoressa Caterina Tubère

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