Cronaca | 21 gennaio 2025, 14:08

Maxi operazione della Polfrontiera di Aosta contro il traffico di esseri umani; anche valdostani tra gli indagati

Sette arresti e oltre 20 denunciati. Inchiesta nata nel 2022 ai trafori del Monte Bianco e del Gran San Bernardo su impulso della dirigente Nadia Roggia, dei suoi colleghi della Polizia di frontiera di Bardonecchia e della Polizia locale di Lampugnano (Milano)

Maxi operazione della Polfrontiera di Aosta contro il traffico di esseri umani; anche valdostani tra gli indagati

Il prezzo del biglietto 'maggiorato' di una cifra che andava da 100 a 250 euro: questo il prezzo per raggiungere Parigi in pullman, per chi non poteva presentare documenti regolari alla frontiera. I loro nomi non figurano tra quelli delle sette persone arrestate, ma ci sono anche residenti valdostani, tra gli oltre 20 indagati nella maxi inchiesta contro un traffico illecito di migranti che avrebbero attraversato i trafori del Monte Bianco, del Gran San Bernardo e del Frejus a bordo di pullman delle tratte internazionali quali FlixBus e BlaBlaCar. A tutti viene contestato il reato di favoreggiamento dell'immigrazione illegale pluriaggravato.

L'inchiesta è nata nel 2022 ai trafori del Bianco e del Gran San Bernardo su impulso della dirigente Nadia Roggia (in Valle dal settembre di quell'anno, nella foto in basso al momento del suo arrivo assieme all'allora questore Ivo Morelli), dei suoi colleghi della Polizia di frontiera di Bardonecchia e della Polizia locale di Lampugnano a Milano, sede giudiziaria competente perché è sul piazzale dei bus di Lampugnano che i migranti dovevano versare il lauto 'sovrapprezzo' per salire a borso. Sette gli autisti di pullman coinvolti (ma indagati a piede libero): secondo gli inquirenti avrebbero preso soldi da centinaia, probabilmente migliaia di stranieri extracomunitari privi di documenti regolari.

Autisti corrotti da una 'rete' di favoreggiatori per trasportare gli immigrati irregolari senza controlli e "senza creare problemi" oltre il confine "italo-francese" e "italo-svizzero".  Gli arrestati, si legge nella custodia cautelare, sono "responsabili, a vario titolo, di aver organizzato una rete operante nell'ambito di un traffico illecito di migranti" dal 2022 in avanti. Rete che, come ha spiegato il procuratore di Milano Marcello Viola in una nota, sarebbe stata attiva "nelle province di Milano, Brescia, Bergamo, Varese, Monza e Brianza, Novara, Teramo, Aosta e Torino".

Ma Aosta, come ha confermato a Laprimalinea.it la dottoressa Roggia, ha avuto certamente una ruolo di primo piano nelle indagini, dalle quali è emerso che i cosiddetti "favoreggiatori" che operavano "nell'area dell'hub di Lampugnano", avrebbero avvicinato "gli stranieri irregolari" che arrivavano "alla stazione già con l'intenzione di spostarsi in altri Paesi dell'area Schengen, pur non avendone titolo". La Francia era la destinazione preferita, in particolar modo Parigi.

Alcuni autisti, che si rifiutavano di effettuare i trasporti sarebbero stati, invece, minacciati. Le misure cautelari hanno riguardato i favoreggiatori del traffico, non gli autisti. Le indagini, raggruppate in un unico fascicolo dalla procura di Milano, hanno messo in luce un numero "impressionante" di stranieri irregolari aiutati a varcare, in modo illecito, i confini italiani per raggiungere i vari Paesi europei. Da quanto riferito i numeri sono così alti da rendere al momento impossibile quantificare il giro di migranti favoriti e pure quello d''affari' dell'organizzazione smantellata oggi. "Parliamo di tantissime persone e di un giro di denaro 'importante'" conferma la dirigente della Polfrontiera di Aosta.

E' ai valichi del Monte Bianco, del San Bernardo e di Bardonecchia (il Frejus), che sono stati intercettati parecchi autobus partiti dalla stazione di Lampugnano e diretti in Europa. Il gip Fabrizio Filice, che ha firmato le ordinanze su richiesta dei pm Daniela Bartolucci e Rosario Ferracane, dovrebbe fissare gli interrogatori di garanzia tra domani e dopodomani. Lampugnano è una "meta per molti stranieri che sono entrati in Italia irregolarmente, seguendo una delle varie rotte migratorie", come quella "con partenze dalla Libia e dalla Tunisia e approdo in Sicilia" o l'altra "con partenza dalla Turchia e approdo in Calabria". Migranti che cercano di "spostarsi verso altri Paesi" europei "approfittando del regime di libera circolazione nello spazio Schengen". E' chiaro, spiega la Procura, "che gli stranieri che giungono illegalmente in Italia non dispongono di un visto per l'ingresso né di un titolo di permanenza regolare". Sono stati "i controlli e le riammissioni di stranieri irregolari effettuate ai confini italo-francese e italo-svizzero ad aver fatto emergere il fenomeno criminale".

Gli arrestati nell'inchiesta dei pm Rosario Ferracane e Daniela Bartolucci su ordinanza del gip Fabrizio Filice, spiega ancora Viola, avrebbero comprato i biglietti per i viaggi dei migranti "online" e "con generalità" false, perché gli stranieri non avevano "documenti regolari". Gli autisti, 'comprati', non facevano controlli su biglietti e documenti. E l'attività di "avvicinamento e di pressione sugli autisti dei bus" è diventata "un fenomeno del tutto noto" nella stazione. Alcuni autisti avrebbero incassato una parte dei soldi pagati dai migranti per il viaggio, altri sarebbero stati intimiditi, minacciati o aggrediti. I sette arrestati sono stati portati nel carcere di Rimini. Un altro destinatario dell'ordinanza, invece, è irreperibile.

"Ci sono stati momenti toccanti - spiega la dirigente di polizia - come quando in pieno inverno è capitato di fermare pullman con a bordo una decina di migranti vestiti con abiti leggeri. Non potevamo certo lasciarli sul piazzale al freddo. Si è dovuto trovare una sistemazione adeguata a tutti. E' stata un'indagine importante anche sotto l'aspetto umano".

patrizio gabetti