Scientia | 24 gennaio 2025, 15:33

L’omeopatia non c’entra nulla con il principio e numero di Avogadro - parte 2

L’omeopatia non c’entra nulla con il principio e numero di Avogadro - parte 2

Secondo articolo di una serie di tre dal provocatorio titolo 'Quando la medicina era una cosa seria'; il dottor Diego Tomassone ci introduce nel mondo della medicina omeopatica. Partendo dalle origini storiche, una trattazione chiara dei prinicipi fondamentali di questa disciplina.

Per la prima parte cliccare qui

Lorenzo Romano Amedeo Carlo Avogadro (1776-1856), conte di Quaregna e Cerreto, è stato un fisico e chimico italiano.

Quanto affermato nel titolo è molto forte ma, come capirete leggendo, è tutto vero!

Il principio suddetto, enunciato nel 1811 dal chimico torinese ma accettato dalla comunità scientifica solo nel 1860 (a chi oggi sbandiera questo principio come verità assoluta consiglio di rileggersi la storia della scienza che in breve trovate QUI, perchè ci sono voluti quasi 50 anni e la morte dello stesso scienziato perchè questa importante scoperta venisse accettata in maniera definitiva, situazione paradossale perchè Avogadro ha gettato le basi per tutta la chimica moderna!), afferma che nelle stesse condizioni di pressione e temperatura volumi uguali di gas diversi contengono lo stesso numero di molecole. Questo significa che il volume di una sostanza gassosa non dipende dalla dimensioni delle molecole ma solo dal loro numero effettivo.

Nonostante il principio non parli affatto di moli (concetto introdotto solo nel 1896 dal chimico W. Ostwald), servì a portare l’attenzione sul numero di molecole dei gas.

La mole (unità di misura del Sistema Internazione della quantità di materia), si riferisce a una quantità definita di molecole che può avere pesi diversi per elementi diversi. Si tratta infatti della quantità di sostanza pari a un numero fisso delle unità fondamentali (atomi, molecole o ioni), sempre pari a  6,02214076×10^23.

Si tratta, in breve, di un metodo per conoscere il numero di molecole non solo per i gas ma per tutti gli elementi e soprattutto farvi riferimento per bilanciare i coefficienti delle reazioni chimiche (cosiddetta stechiometria).

E’ risaputo che la costante di Avogadro, in termini stechiometrici, si colloca tra la diluizione 11 e la 12 Centesimale Hahnemanniana quindi, in teoria, dopo la 12CH e dopo la 2LM o Q non dovrebbe più esserci sostanza (ricordo che la 3LM è quel numero indicato da Hahnemann nella nota 7 al § 270, ovvero: 1/125.000.000.000.000.000.000!).

Ma è davvero così? 

Premesso che anche si fosse dimostrata in via definitiva l’assenza di particelle oltre la diluizione 12CH, ciò non dimostrerebbe una inefficacia dei rimedi omeopatici (come capiremo meglio nel prossimo articolo riferito all’effetto placebo), in questi 2 lavori in particolare però, si dimostra che così non è, decretando invece e veramente in maniera inequivocabile, che un minimo di materia è sempre presente anche oltre la potenza 200CH!

In questo primo lavoro del 2017 in particolare, si illustra in maniera molto accurata come rimangano ancora concentrazioni di pochi pg/ml di Nanoparticelle e si dimostra in maniera inequivocabile, con i risultati illustrati, che i rimedi omeopatici testati a dosi contenenti pochi livelli di femtogrammi (fg)/ml dei metalli di partenza, hanno avuto la capacità di indurre l’attivazione di un processo ormetico indipendente, aumentando in modo evidente la sintesi proteica intracellulare (chi volesse approfondire e comprendere meglio cosa sia il fenomeno dell’ormesi, può leggere QUI).

Homeopathy 2017; 106(03): 135-144

DOI: 10.1016/j.homp.2017.06.002

Metal nanoparticle induced hormetic activation: a novel mechanism of homeopathic medicines

Homeopathy 2020; 109(02): 065-078

DOI: 10.1055/s-0039-1694720

Dilution-Induced Physico-Chemical Changes of Metal Oxide Nanoparticles Due to Homeopathic Preparation Steps of Trituration and Succussion

Questi risultati quindi (ormai di 7 anni fa), forniscono un contributo estremamente importante nel comprendere l’azione delle diluizioni omeopatiche più estreme, a partire da una prospettiva biologica e a decretare l’inutilità di tirare sempre in ballo (in maniera per lo più ridicola e strumentale), principio e numero di Avogadro, per tentare di smontare l’efficacia di una medicina che prescinde anche da questo principio!

(c) dott. D. Tomassone MD PhD

A presto con il prosieguo, dove potrete leggere come:

“Dimostro che l’Omeopatia NON è assolutamente effetto placebo”;

“L’omeopatia sta alla medicina allopatica come la meccanica quantistica sta alla meccanica newtoniana”.

Per Gentile concessione del Dottor Diego Tomassone

 

 

 

 

 

 

 

Medico chirurgo piemontese, esercita la libera professione occupandosi prevalentemente di immunologia, pediatria e medicina predittiva, avendo conseguito diversi master post laurea e un dottorato di ricerca in malattie infettive, microbiologia e sanità pubblica. Esperto di medicine non convenzionali (iscritto nel Registro dell’OdM di Torino per la disciplina Omeopatia), oltre alla laurea in medicina e chirurgia, ha conseguito la laurea triennale in scienze matematiche, e le lauree magistrali in fisica e chimica.

Revisore scientifico della linea editoriale di 'Nature', la più importante rivista scientifica al mondo; editorial board (membro di redazione) di riviste di medicina e fisica; ricercatore affiliato 'Foundation of Physics Research Center' affianca il lavoro di medico a quello di fisico; attualmente dottorando di ricerca in fisica teorica, si occupa prevalentemente di fisica quantistica e biofisica.

Di seguito le pubblicazioni scientifiche del dott. Diego Tomassone

https://www.holosmedica.com/pubblicazioni-scientifiche 

La redazione vi invita a seguire le prossime uscite su questa rubrica, dove il luminare ci coinvolgerà nelle sue ricerche offrendoci le sue spiegazioni nella sintassi comprensibile anche per chi non è del settore. 

Dott. Diego Tomassone- red.laprimalinea.it