Un giocoso aneddoto calcistico sul suo "Toro che, dovendo convivere a Torino con la Juventus, ha sempre avuto gli arbitri contro..."; le 'carezze' alla moglie, Laura Romeo, "che da qualche decennio condivide con me i rischi di questa vita che abbiamo scelto".
Poi Giancarlo Caselli - ex procuratore capo di Palermo (nei difficili anni dal 1993 al 1999) e in seguito di Torino - in un incontro pubblico nella nuova Università di Aosta organizzato martedì 11 febbraio da Fondazione Comunitaria, UniVdA e Cittadinanzattiva VdA, ha iniziato la sua 'lezione' sulla legalità o meglio su chi della legalità ha fatto un nemico da combattere, dal tema 'Cittadini si diventa: democrazia, lotta alle mafie e legalità'.
"C'era una volta in cui la mafia non esisteva, anche se uccideva - ha esordito Caselli. Illustri personaggi pubblici e magistrati negavano la sua esistenza. Oggi la mafia esiste ancora e il negazionismo di ieri non è scomparso, semmai è più sofisticato e si è orientato a negare il 'concorso esterno' nell'associazione mafiosa, ciò che, alimentato da rappresentanti del mondo politico ed economico, permette alle mafie di 'ibridarsi' di sopravvivere e di proliferare. I mafiosi non sono soltanto dei gangster, se fossero solo questo non li avremmo tra i piedi da 200 anni. Sono nel tessuto sociale delle nostre comunità".
"Le relazioni 'esterne' con il mondo cosiddetto legale, civile - ha proseguito Caselli - e quindi con questi concorrenti esterni sono la spina dorsale e consentono alla mafia di andare avanti. Quindi non si nega più la mafia, oggi non è più possibile fare questo ma si nega il concorso esterno" ha ammonito il magistrato, ricordando come il primo e più noto esponente di questa corrente di pensiero sia stato Silvio Berlusconi, quando arrivò ad affermare che "la nota magistratura di sinistra, quella dei comunisti, ha creato il concorso esterno, un reato che non esiste". Un'affermazione che, secondo l’ex procuratore, ha nutrito la retorica che mira al ridimensionamento dell’impatto delle collusioni tra criminalità organizzata e pezzi del mondo economico e politico.
Ricordando alcune delle più importanti indagini contro la 'ndrangheta nel Nordovest italiano, Caselli ha precisato: "Le "mafie al nord sono consolidate, oggi è aumentata la facilità di circolazione di merce e denaro e la criminalità organizzata ha necessità di riciclare denaro sporco e deve andare al nord dove, nonostante la crisi, ci sono ancora movimenti importanti di denaro. Le porte al nord per la 'ndrangheta sono rimaste spalancate, in Piemonte e anche in Valle d'Aosta. E così la 'ndrangheta ha registrato una curva in crescita e un contrasto all'inizio quasi inesistente. Ecco perché occorre una magistratura sempre più indipendente che in tanti ancora oggi non vogliono. Se l'acqua bagna, bisogna attrezzarsi e aprire gli ombrelli ma pochi lo hanno fatto nonostante in questi ultimi 30 anni di sirene di allarme ne siano suonate tante e forti".
L'intervento di Caselli è stato preceduto dai saluti del presidente del Consiglio Valle, Alberto Bertin: "Per noi la presenza ad Aosta del procuratore Giancarlo Caselli con la sua lunga carriera dedicata al servizio della giustizia e della legalità è un momento importante e un grande esempio. Come Consiglio Valle abbiamo voluto istituire l'osservatorio sulla legalità e sosteniamo con forza iniziative di questo tipo".
Il ruolo fondamentale di CittadinanzAttiva
L'incontro con Giancarlo Caselli è stata l'occasione per Maria Grazia Vacchina, presidente di CittadinanzAttiva VdA, di ricordare il progetto 'Cittadini si diventa', un'iniziativa che ha come capofila CittadinanzAttiva VdA e che coinvolge partner significativi come Acli VdA, Enaip VdA, Cooperativa La Sorgente e Cooperativa Forrestgump. Queste realtà collaborano per ripristinare terre valdostane precedentemente sottratte alle mafie, creando opportunità di lavoro e crescita per le persone coinvolte. Patrocinato da importanti enti tra cui lo Stato, la Regione, il Csv e Fondazione comunitaria VdA, il progetto si propone di favorire la presenza di borsisti universitari nei campi estivi di Libera, un'iniziativa che promuove la cultura della legalità tra i giovani. Prima della 'lectio magistralis' dell'ex procuratore due giovani i giovani borsisti, Beatrice Somaglia e Carlo Ravagnani, hanno raccontato le loro esperienze nel progetto. "Bravi - ha detto loro Caselli - avete fatto un carico di esperienze importanti, prodotti pieni di vitamine e soprattutto con una vitamina in più, la 'L' della Libertà".
"Siamo felici di questa ulteriore opportunità - relagataci dall'incontro con il magistrato Caselli - per rinforzare legami e collaborazioni tra sostenitori della legalità - ha detto ieri Maria Grazia Vacchina - che devono poi tradursi in azioni concrete all'interno della comunità. Non stanchiamoci di incoraggiare una pratica democratica e legaalitaria nel quotidiano, nell'ottica di una sussidiarietà che è principio fondamentale della nostra Costituzione".
"Sono grata - ha sottolineato Vacchina - alla Magnifica Rettrice dell’Ateneo valdostano, la professoressa Manuela Ceretta; al Presidente del Consiglio Valle, Alberto Bertin; al Presidente della Fondazione comunitaria VdA professor Pietro Passerin d’Entrèves e, in modo particolare, al procuratore Giancarlo Caselli per la costante disponibilità ad accogliere e valorizzare in questi mesi un Progetto che vede protagonisti i giovani, fino a questo evento sinergico, aperto all’intera Comunità valdostana e finalizzato ad approfondire il tema della cittadinanza, oggi più che mai centrale e cruciale non solo per specifiche categorie".