Cronaca | 15 febbraio 2025, 18:35

Allevamento abusivo di cani ad Aosta, Liliana Padurariu patteggia e recupera due barboncini

Alla donna il maschio Felice e la femmina Valery; le spettava anche un gatto persiano che però nel frattempo è morto. Altri 19 cani 'toy' sequestrati alla donna nel 2023 dalla Guardia di finanza e dalla Polizia locale sono stati confiscati e consegnati a chi li ha già in custodia

Liliana Padurariu (a dx) insieme a un conoscente con in braccio uno dei due cani all'esterno del Comando della 'Locale'

Liliana Padurariu (a dx) insieme a un conoscente con in braccio uno dei due cani all'esterno del Comando della 'Locale'

Quando, nel tardo pomeriggio di venerdì 14 febbraio, è uscita dal Comando della Polizia locale di Aosta insieme a un conoscente che si è offerto di aiutarla nelle fasi della 'restituzione' Liliana Padurariu, cittadina romena residente da diversi anni ad Aosta, non è riuscita a trattenere le lacrime.

Accusata di aver allestito un allevamento abusivo di barboncini toy tenuti in un alloggio di pochi metri quadrati in via Pollio Salimbeni, nel quartiere Cogne, la donna il 6 febbraio scorso ha patteggiato nove mesi di carcere per il reato di abbandono di animali (727 cp); nella circostanza il giudice Maurizio D'Abrusco ha acconsentito a restituirle immediatamente due dei 21 barboncini sequestrati a Padurariu nel 2023 dalla Guardia di finanza e dalla 'Locale'; gli altri 19 sono stati confiscati e consegnati a chi li ha già in custodia. All'imputata spettava anche la restituzione di un gatto persiano, che però nel frattempo è morto. 

I due cani, il maschio Felice e la femmina Valery, sono stati riconsegnati a Liliana Padurariu venerdì pomeriggio nel Comando della Polizia locale del capoluogo: qualche firma sugli atti amministrativi e poi sono comparsi i cani, che la donna ha potuto portare via con sé. 

L'indagine del pm Giovanni Roteglia aveva accertato che Liliana Padurariu custodiva i 21 cagnolini, oltre al gatto, in condizioni non compatibili con la loro natura e avrebbe inoltre omesso di comunicare le variazioni reddituali previste per gli anni 2021 e 2022.   

In base alle indagini, la donna allevava i cani per venderli a circa 1.800 euro l'uno: la procura le contesta di aver così guadagnato poco più di 13 mila euro, reddito che - se dichiarato - non le avrebbe consentito di percepire il reddito di cittadinanza, come invece avvenuto.

Dagli accertamenti è emerso che i clienti pagavano in contanti, ma anche con bonifici. Le indagini erano iniziate a novembre dello scorso anno e avevano portato al sequestro dei cagnolini; sono state condotte dalla Guardia di finanza e dall'aliquota di polizia locale della sezione di polizia giudiziaria.

pa.ga.