Economia | 21 febbraio 2025, 07:50

Minelli (PCP), 'Tunnel Monte Bianco, interpretazioni tendenziose dei dati'

Minelli (PCP), 'Tunnel Monte Bianco, interpretazioni tendenziose dei dati'

"Mercoledì a Palazzo regionale sono stati finalmente resi noti i risultati degli studi di ARPA e dell'UniVda sugli impatti delle chiusure del tunnel del Monte Bianco nel 2023 e 2024. Il comunicato con la narrazione ufficiale della Giunta, ripreso da vari articoli apparsi sugli organi di informazione, merita alcune considerazioni critiche". Così in una nota la consigliera regionale di PCP Chiara Minelli (foto sotto), che di seguito elenca quelli che l'area ambientalista progressista ritiene punti " da chiarire".

Impatto sulla qualità dell'aria

Secondo Minelli "lo studio evidenzia che nel corso degli anni la situazione delle emissioni del traffico è un po' migliorata perché le norme europee hanno imposto dei parametri più severi. Ciononostante l'incidenza del traffico sulla qualità dell'aria rimane notevole, tanto è vero che l'analisi afferma che nel periodo di chiusura del 2023 il biossido di azoto (NO2) (pag 26) è minore del 65%  rispetto a quello medio dei cinque anni precedenti. Mentre il dato sul particolato (PM 10) si riduce del 47% (pag 27). E' stata analizzata anche la presenza di minerali pesanti e pericolosi nel particolato, in particolare del ferro e del rame (pag 33-34): le concentrazioni sono molto più basse nel periodo di chiusura del TMB. Lo studio analizza poi anche altre cause di inquinamento dell'aria (riscaldamento ndr), responsabili della concentrazione di sostanze potenzialmente pericolose. Non c'è comunque alcun dubbio che sotto l'aspetto ambientale il traffico veicolare e in particolare quello pesante continuano ad avere una incidenza notevolmente negativa.

Ricadute economiche

Il rapporto sulle ricadute economiche, ampio e articolato, ha perseguito un preciso obiettivo: 'presentare il potenziale massimo di impatto negativo'. Vengono volutamente sovrastimati gli aspetti negativi mentre vengono ignorati eventuali effetti positivi anche da un punto di vista economico (che pure ci sono). Lungo tutto il documento si fa tuttavia spesso riferimento alla capacità di resilienza e di adattamento alle problematiche connesse alla chiusura (già sperimentate in passato) che potrebbero incidere sui dati economici e sulle perdite stimate. E, pur sovrastimando gli effetti negativi, lo studio afferma che 'il massimo delle ricadute negative corrisponde a circa lo 0,25% del Pil valdostano'. Non è un dato macroscopico e non corrisponde a quanto riportato in un documento di Confindustria del dicembre 2022, sulle previsioni delle conseguenze della prima chiusura: 'Se la chiusura fosse di tre mesi, l’impatto economico sarebbe pari al -0,54%'.

"I dati e le informazioni che oggi abbiamo ci dicono quindi che le chiusure del TMB hanno effetto positivo sulla qualità dell'aria - conclude Minelli - e hanno ricadute negative molto limitate sotto l'aspetto economico. Se a questo quadro di dati aggiungiamo il fatto che la richiesta di raddoppio del tunnel cozza con la ferma opposizione della comunità della Valle dell'Arve e del Governo francese, allora sarebbe opportuno trarre qualche conseguenza logica".

Rispetto alla necessità di maggiore sicurezza, "si deve innanzitutto contenere il traffico, in particolare quello pesante - afferma la consigliera di PCP - non è affatto una utopia. La Svizzera da tempo cerca di rallentare il traffico di transito".

Per Minelli, dunque, "occorre operare per ridurre il transito dei Tir e realizzare i lavori di sistemazione del tunnel in modo razionale, abbandonando ipotesi di raddoppio del traforo che non sono né necessarie, né praticabili, né positive. Del resto la politica dell'Unione europea non va certo nella direzione di intensificare il traffico pesante su strada attraverso le Alpi, ma punta sulle trasversali ferroviarie. Non possiamo e non dobbiamo andare in Valle d'Aosta in una direzione opposta".

 

red.laprimalinea.it