“La memoria di quella tragedia deve essere coltivata: per commemorare le persone che persero la vita e per dimostrare la vicinanza della comunità e delle istituzioni ai loro cari. La parola d’ordine rimane la sicurezza e la prevenzione".
Lo ha detto questa mattina il Presidente della Giunta, Renzo Testolin, che ha partecipato oggi a Courmayeur alla commemorazione dell’incendio del Tunnel del Monte Bianco che il 24 marzo del 1999 causò la morte di 39 persone.La cerimonia, organizzata da Traforo del Monte Bianco-GEIE, si è svolta in contemporanea sui due piazzali italiano e francese del traforo: alle 10:56, orario in cui 26 anni fa scattò l’allarme, il suono di una sirena ha aperto un momento di raccoglimento.
"L’impegno di tutti - ha proseguito Testolin - è di porre la massima attenzione affinché non si ripetano simili tragedie. Servono investimenti coraggiosi per adeguare le infrastrutture strategiche a standard di sicurezza sempre maggiori. In questo senso ribadiamo la necessità che sul tunnel del Monte Bianco si intervenga strategicamente in questa direzione".
Anche il Presidente del Consiglio Valle, Alberto Bertin, ha espresso il proprio ricordo di quella tragedia: "Questo evento drammatico ha segnato profondamente la Valle d'Aosta e la nostra comunità. Come Consiglio Valle rinnoviamo la memoria delle 39 vittime, tra cui sei valdostani, che perirono nell'incendio ed esprimiamo la nostra vicinanza alle loro famiglie. Ricordiamo anche con profonda gratitudine l'impegno di coloro che hanno prestato soccorso con coraggio e solidarietà, operando con dedizione in circostanze difficili, a scapito anche della loro vita".
Fra le 39 persone che quel 24 marzo rimasto impresso nelle nostre memorie trovarono la morte del tunnel ci furono sei valdostani: Maurilio Bovard, la moglie Nadia Pascal e la figlia Katia Bovard, Valter Pascal, Stefano Manno e il motard Pierlucio Tinazzi detto ‘Spadino’, addetto alla sicurezza nel versante italiano del traforo. Fu un Tir belga a prendere fuoco in galleria: le fiamme e il denso fumo da queste sprigionato uccisero 13 italiani, 18 francesi, due belgi, un inglese, un lussemburghese, un olandese, uno sloveno, un croato, un tedesco. Quando si accorse che erano divampate le fiamme, 'Spadino' (foto sopra) cercò di aiutare chi era pericolo di vita, muovendosi all’interno del tunnel con la motocicletta di servizio. Uscì ed entrò nel tunnel per ben cinque volte riuscendo a portare in salvo 10 persone, ma durante il quinto tentativo non fu più in grado di tornare indietro e si rifugiò, con il camionista francese ferito che stava cercando di soccorrere, all’interno di una cella di sicurezza. Il fuoco li raggiunse anche lì e persero la vita, insieme, con la speranza di farcela fino alla fine.
Nel 2000 la Presidenza della Repubblica ha conferito a Pierlucio Tinazzi la medaglia d’oro al valor civile.