Cultura | 18 aprile 2025, 10:50

La Pasqua; speranza e rinnovamento oltre la ciclicità del tempo

La Pasqua; speranza e rinnovamento oltre la ciclicità del tempo

La Pasqua, con la sua narrazione di morte e resurrezione, rappresenta un'occasione per riflettere sulla condizione umana e sulla natura della speranza. Questo periodo ci invita a porci una domanda fondamentale: cosa significa sperare in un mondo segnato dalla sofferenza e dalla morte? La risposta non è semplice, perché la speranza non è una certezza, ma un'apertura verso il futuro. È un atto di fiducia che si fonda sulla convinzione che la realtà non sia ancora completamente definita, che esista sempre la possibilità di un cambiamento. Ma cosa significa cambiamento in un mondo che sembra dominato dalle leggi dell'inevitabilità?

La Pasqua propone una risposta paradossale: il cambiamento non è continuità, ma un'interruzione. È un evento che interrompe la linearità del tempo e ci offre una prospettiva differente sul mondo. In questo senso, la Pasqua non è soltanto un momento dedicato alla resurrezione di Gesù, ma anche una riflessione sulla temporalità stessa. Ci invita a pensare il tempo non come una semplice linea retta, ma come un ciclo di morte e resurrezione. Qui il simbolo dell'ouroboros, il serpente che si morde la coda, rappresentante del ciclo eterno e dell'infinito, offre un interessante confronto.

Tuttavia, a differenza dell'ouroboros, che incarna un tempo ciclico chiuso su se stesso, la Pasqua introduce una rottura in questo eterno ritorno: è il trionfo della resurrezione sulla morte, un ciclo spezzato dalla grazia divina. Con Cristo, il ciclo dell'inevitabilità della morte si interrompe e si trasforma in una nuova vita, inaugurando qualcosa di completamente nuovo.

La speranza cristiana, dunque, non è solo un'accettazione passiva di ciò che è stato, ma una fede attiva in un cambiamento capace di rompere la ciclicità dell'ouroboros. È la promessa di un tempo redento e di un futuro aperto, nel quale la vita non è più prigioniera della ciclicità della morte, ma diretta verso un compimento eterno; essa non è una fuga dalla realtà, ma un modo diverso di abitarla. È un atto di coraggio che ci invita ad affrontare sofferenza e morte non come un destino inevitabile, ma come un'opportunità di trasformazione.

La speranza non è un'illusione, ma una realtà costruita giorno per giorno. È un atto di fiducia basato sulla convinzione che la realtà non sia ancora completamente definita e che ci sia sempre spazio per un cambiamento. Come osservava il filosofo Gabriel Marcel, "La speranza non è una certezza, ma una presenza. È la presenza di ciò che non è ancora, ma che potrebbe essere". Alla vigilia della Pasqua, siamo chiamati a confrontarci con questa presenza, con questa possibilità di cambiamento. Che possiamo trovare il coraggio di accoglierla e costruire insieme un mondo più giusto e umano. La Pasqua, così, diventa l'antidoto al ciclo infinito dell'ouroboros: un'esplosione di speranza e rinnovamento che apre le porte all'eternità.

a.a.