Ambiente | 25 aprile 2025, 07:57

Quando riaprirà il Tunnel del G.S. Bernardo? incognite su tempi, costi e perdite

Scarse notizie dalla Svizzera dopo la valanga che ha danneggiato circa 300 metri della galleria di protezione Les Toules: gli elvetici assicurano di riuscire a terminare entro tre giorni i lavori di riparazione iniziati mercoledì 23 aprile e di riaprire alle 18 di domenica 27 aprile ma sulla tempistica permane incertezza. E qualcuno rispolvera il verbale di un cda della società Sitrasb di un anno fa

Lavori nella galleria di Toules (immagine dal sito web dell'Ustra)

Lavori nella galleria di Toules (immagine dal sito web dell'Ustra)

C'è una inspiegabile reticenza istituzionale a parlare della chiusura del tunnel del Gran San Bernardo, che dal 17 aprile - giorno della caduta di una valanga che ha danneggiato 300 metri della galleria di protezione Les Toules sull'A21 all'ingresso elvetico del traforo - è già costata decine di migliaia di euro.

La proverbiale riservatezza degli svizzeri non è smentita nemmeno in questo caso: "Sono iniziati i lavori di riparazione con l’obiettivo di riaprire il tratto entro pochi giorni", recita una nota pubblicata mercoledì 23 aprile sul sito dell'Ufficio federale svizzero delle strade-Ustra, il quale dopo aver spiegato che "massi di roccia e alberi trascinati a valle hanno causato danni all’infrastruttura su una lunghezza di circa 300 metri" e che mercoledi mattina "sono iniziati i lavori di riparazione, che stando all’attuale programmazione richiederanno circa tre giorni lavorativi, gela prontamente gli entusiasmi sottolineando che la galleria Les Toules, però, "potrà essere riaperta solo quando sarà garantita la sicurezza operativa" e che "al momento la spessa coltre nevosa impedisce una valutazione esatta del rischio di caduta massi lungo il pendio valanghivo" e quindi "ad oggi non è pertanto possibile stabilire una data precisa di riapertura", precisando infine che "anche una volta che riprenderà il transito, sul tratto interessato si circolerà a senso unico alternato con semaforo da cantiere, così da consentire il proseguimento dei lavori sull’opera".

E se gli elvetici assicurano di riaprire il tunnel alle 18 di domenica prossima, 27 aprile, nulla è dato sapere sui costi preventivati per il ripristino dei danni e se davvero, come pare a tutti ovvio, le spese saranno tutte a carico della concessionaria oltreconfine o della stessa Federazione elvetica. 

Nei giorni scorsi il presidente della società svizzera di gestione del tunnel TGSB SA, Olivier Français, ha incontrato Stefano Distilli, presidente da gennaio della 'consorella' italiana Sitrasb. Incontro evidentemente segnato da riservatezza visto che nemmeno una riga, ad oggi, è stata diffusa su quello che vi è ragione di considerare il primo confronto istituzionale tra i due vertici societari dopo almeno due anni - tanto è durata la gestione Sitrasb del presidente uscente Edy Avoyer - di continue frizioni e tensioni tra le due società concessionarie.

Vecchie 'ruggini': c'est l'argent qui fait la guerre

E' nota la pretesa svizzera del versamento di 26 milioni di euro da parte dell'Italia come quota parte per i lavori (preventivati e decisi unilateralmente a Bourg-Saint-Pierre) alla soletta di ventilazione danneggiata nel 2017 in un tratto del lato a gestione TGSB. Situazione 'sospesa', quella come altre, anche se qualche addetto ai lavori in questi giorni ha rispolverato con giustificata preoccupazione un verbale del cda di Sitrasb del 9 aprile 2024, convocato per dar conto della missiva datata sette giorni prima e inviata da Olivier Français (foto sotto) ai vertici di Sistrasb, di Sisex e alla competente Commissione mista (organismo intergovernativo sul traforo); lettera che giungeva dopo mesi di pressioni per ottenere dalla società partecipata regionale valdostana il pagamento di una serie di onerose fatture emesse da TGSB SA senza particolari dettagli giustificativi e che contraddiceva le ampie rassicurazioni pubbliche sulle garanzie di sicurezza all'interno del traforo del Gran San Bernardo rese in quei mesi alla stampa dagli stessi vertici di Sitrasb, ovvero l'allora presidente Edi Avoyer e il direttore Yanez Dalle, nonché nell'aula del Consiglio Valle da parte del Presidente della Giunta, Renzo Testolin.

Scriveva Français: "A seguito dell'annuale ispezione di esperti organizzata il 26 febbraio 2024 alla presenza degli ingegneri François Pignat, Albert Fournier, Umberto Ventosi e Yanez Dalle, quest'ultimo ha rilevato in particolare la presenza di mattoni da cassero in cotto nella rete protettiva e la rottura di due travi precompresse, ora trattenute dalla puntellatura temporanea realizzata nel 2017. Secondo le informazioni forniteci, il ripristino provvisorio della struttura attualmente effettuato sarebbe in grado di resistere alla rottura di sette travi. Siamo però estremamente preoccupati per questa situazione. Sottolineiamo che in caso di incidente, le nostre società incorrerebbero molto probabilmente nella responsabilità civile e penale e spetta a noi adottare tutte le misure di sicurezza per evitare un simile evento".

Secondo Français, la circostanza dimostrava "il continuo degrado della vostra tratta (quella italiana dunque ndr)" e dunque il presidente di TGSB chiede a Sistrasb "di prendere posizione per la prosecuzione dei lavori di sostituzione della soletta intermedia secondo il programma contrattuale dell'impresa, essendo i lavori già iniziati sulla parte svizzera".

Il vertice di TGSB SA chiedeva poi che venisse "intensificato il controllo annuale degli esperti, vale a dire due volte l'anno. Tali verifiche dovranno riguardare in particolare lo stato delle travi precompresse, del sistema di sospensione temporanea e della rete di protezione. La successiva ispezione deve essere anticipata ed effettuata il più rapidamente possibile; dovrà valutare se le misure attualmente intraprese e previste sono sufficienti a garantire l'esercizio della galleria in perfetta sicurezza. Vista la situazione, attendiamo la vostra determinazione sui due punti di cui sopra entro il 16 aprile 2024".

 Non occorre saper leggere tra le righe per capire le intenzioni della società elvetica di mettere spalle al muro la 'consorella' italiana e costringerla a 'obblighi' di pagamento in solido di cifre determinate e pretese unicamente oltrefrontiera, pena la chiusura del traforo.

Sitrasb mostra i muscoli...

E proprio della possibile mendacità dei contenuti quella lettera e delle possibili gravi ripercussioni che avrebbe potuto generare si discusse nel cda di Sistrasb del 9 aprile 2024. A quella nota di Français "dai contenuti piuttosto pesanti", si legge nel verbale della riunione, era stata "abbozzata" una risposta nientemeno che dagli avvocati di Sitrasb Sanvido e Mazza e che tale risposta sarebbe stata poi perfezionata all'esito delle decisioni assunte dal Cda.

Avoyer, nella circostanza, informava il Consiglio di amministrazione "di non essere riuscito a prendere contatti con il presidente Olivier Français e di aver potuto intuire che lo stesso direttore di TGSB, François Pignat, non era particolarmente contento dell'iniziativa" ovvero della lettera scritta e inviata da Français. Nel verbale si legge poi che "viene sottolineata la gravità del fatto che una simile nota sia stata inviata addirittura alla Commissione Mista" e che pertanto anche la risposta "che verrà redatta dai legali dovrà essere inviata a tutti coloro a cui è stata inviata la missiva di TGSB". Venendo al tema vero e proprio della lettera di Olivier Français, nel verbale si legge ancora che, rispetto al danno segnalato dal presidente della concessionaria elvetica "non si trattava sicuramente di un danno che potesse in alcun modo compromettere la sicurezza della struttura (...) anche l'ingegner Cerise (membro del Cda ndr) afferma che  ciò era evidente e che, se così non fosse stato, il traforo avrebbe dovuto essere immediatamente chiuso".

Tradotto: le chiusure del tunnel non si minacciano: se il danno c'è, si chiude e stop. Ancora nel verbale si precisa che "quando si è rilevata la crepa cui alle fotografie allegate alla nota di TGSB non c'è stato nessun allarme particolare, tant'è che non è stato neppure segnalato sul posto"; nessuno degli ispettori svizzeri e italiani ha ritenuto trattarsi "di un fatto grave; se così fosse stato, sarebbe sicuramente scattato un allarme generale (...) generalmente, se si rilevano dei fatti gravi, questi vengono segnalati al termine della verifica e in questo caso ciò non è accaduto".

Seguono, nel verbale, riferimenti tecnici precisi sulla "integrità del nuovo graticcio installato da gennaio 2022" e che il danno segnalato da Olivier Français "è stato arrecato nel giugno/luglio 2017"  e che risulta "evidente come si sia trattato di una rottura da impatto e non di certo di una rottura da ammaloramento".

Poi, un passaggio che certamente ha pesato nei mesi seguenti come un macigno, nei rapporti tra le due concessionarie: "E' strano - si legge nel verbale - come tale danno, tra l'altro all'epoca dei fatti sottovalutato dai colleghi svizzeri che si erano addirittura rifiutati di procedere alla riparazione - poi tempestivamente eseguita dalla ditta Treves incaricata da Sitrasb, venga oggi utilizzato per paventare una situazione di scarsa sicurezza del Traforo". 

Lo scorso febbraio Olivier Français è stato insignito dalla Giunta regionale del riconoscimento di 'Amis de la Vallée d'Aoste" a evidente dimostrazione che qualcosa, nei rapporti tra le due società 'consorelle' deve essere necessariamente cambiato. E chissà che la gestione di questo nuovo danno strutturale che ha comportato la chiusura del tunnel non ne sia la riprova.

patrizio gabetti