Religio et Fides - 04 settembre 2022, 09:00

'In The Car', 1963; lettura d'arte domenicale a cura di Don Paolo Quattrone

Non vi è mai accaduto di non riuscire a districarvi in una certa situazione, di accanirvi, di arrabbiarvi anche con il destino, con Dio, con il mondo e ad un certo punto veder accadere qualcosa di inaspettato proprio nel momento nel quale vi siete arresi e avete mollato la presa?

In the car-1963 Roy Lichtenstein (1923-1997)

In the car-1963 Roy Lichtenstein (1923-1997)

“Quale uomo può conoscere il volere di Dio? Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?”. Con queste parole si apre la prima lettura tratta dal libro della Sapienza. Quante volte nella nostra esistenza ci accade di domandarci quale sia la volontà di Dio e spesso restiamo senza risposta e questo perché cerchiamo in modo sbagliato. Una cosa sappiamo con certezza ed è che Dio desidera il bene di ciascuno di noi, la felicità, cioè che la nostra vita possa realizzarsi, fiorire, prendere forma.

Il problema è che noi spesso pretendiamo di sapere a priori per quale strada passi il nostro bene e allora tutto si ingarbuglia.

Compiamo un salto: dalle parole di apertura della prima lettura andiamo all’ultima frase del Vangelo secondo Luca, è Gesù che sta parlando ai discepoli e dice loro: “Chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo”. Dio desidera la nostra felicità più di quanto non la desideriamo per noi stessi ma ci chiede una cosa: mollare la presa. Sovente ci si domanda quale sia la volontà di Dio su di me, sulla mia storia, per una persona, per la Chiesa e ci arrovelliamo, preghiamo anche ma non facciamo l’unica cosa che il Signore desidera davvero: lasciare  un po’ gli ormeggi e farci portare da Lui e dal soffio del suo Santo Spirito. Gli chiediamo di capire da che parte andare però intanto non molliamo un solo secondo il volante, il timone.

Se ci credo davvero che Dio desidera il mio bene devo allora fidarmi di Lui e farmi condurre, che non vuol dire restare passivo ma lasciarmi sorprendere da Lui perché se lo lascio fare sa stupirmi davvero!

Non vi è mai accaduto di non riuscire a districarvi in una certa situazione, di accanirvi, di arrabbiarvi anche con il destino, con Dio, con il mondo e ad un certo punto veder accadere qualcosa di inaspettato proprio nel momento nel quale vi siete arresi e avete mollato la presa?

Il Signore ha a cuore il mio bene ma allo stesso tempo mi chiede che io rinunci a voler avere il controllo su tutto. A volte siamo proprio comici, chiediamo a Dio cosa vuole per la nostra esistenza, per il futuro della Chiesa, delle parrocchie, della società però continuiamo ad andare avanti per la nostra direzione senza mollare di un solo centimetro, senza fermarci, sotto sotto crediamo di sapere cosa vuole, pensiamo di conoscere già la sua risposta e non lo lasciamo parlare ed agire, come chi viaggia in auto e anche se il navigatore gli suggerisce di svoltare e insiste nel farlo, imperterrito procede dritto nella convinzione che tutto sommato la strada giusta la sa. Restando in tema automobilistico, quando si guida per troppe ore è importante fermarsi per riposare e se si è in due è bene darsi il cambio. Noi invece stiamo alla guida senza mollare, Dio ci sta a fianco sì ma non li cediamo mai il volante a costo di rischiare un colpo di sonno.

Non basta credere che Dio è con me, che mi è vicino come spessissimo ci diciamo ma occorre anche ogni tanto cedergli la guida!

Roy Lichtenstein (1923-1997) è un artista statunitense che insieme ad Andy Warhol ha inaugurato la strada della pop art  facendo entrare nell’arte la quotidianità fatta di merci, immagini, marchi, star cinematografiche e personaggi dei fumetti ed è proprio al mondo del fumetto che si ispira per realizzare le sue opere. In The Car del 1963, esposto presso la Scottish National Gallery of Modern Art, una coppia viaggia ad alta velocità su un auto. Lui la guarda come per chiedersi cosa stia pesando, siamo noi che spesso siamo lì a fare conferenze e discernimenti astrusi per domandarci cosa Dio vuole da noi, per cercare di indovinare cosa gli frulla per la testa mentre l’unica cosa da fare sarebbe cedergli il volante e farci portare là dov’è il nostro vero bene, la vera via d’uscita, perché Lui nella sua sconfinata creatività sa condurci sempre su strade nuove ed inaspettate che da soli non riusciremmo mai a trovare.

Qual è la volontà di Dio? E’ che impariamo ad abbandonare la nostra volontà, che impariamo ogni tanto a fermarci, a metterci in discussione, a sospendere la corsa per cedergli la guida e lasciarci condurre e stupire da Lui che sa agire anche nelle situazioni che sembrano le più disperate e a vicolo cieco.

 

don Paolo Quattrone-red.laprimalinea.it

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