Attualità - 13 settembre 2022, 13:24

Il parapendio in Valle d’Aosta, una breve cronistoria dai pionieri ai giorni nostri

Il parapendio in Valle d’Aosta, una breve cronistoria dai pionieri ai giorni nostri

Mi chiamo Luigi Boggia e sono, mio malgrado, uno dei piloti più “anziani” del parapendio in Valle d’Aosta.

Desidero raccontare del volo libero nella nostra regione al fine di far conoscere meglio questa affascinante disciplina e magari attirare qualche nuovo appassionato che si unisca a noi.

Sin da bambino amavo giocare con aeroplani, pupazzetti paracadutisti che si lanciavano in cielo con l'elastico e con qualche aeromodello, un po' più grandicello in bicicletta mi recavo spesso in aeroporto per vedere le attività di volo come spettatore, con il naso attaccato alla recinzione.

All’età di 17 anni convincendo a fatica i miei genitori molto scettici mi sono iscritto al corso di paracadutismo presso l’Aero Club Valle d’Aosta; erano i tempi in cui si usavano ancora i paracadute tondi, quelli con il profilo alare sono arrivati in seguito insieme alla mia crescita sportiva nella specialità.

Ho praticato molta attività anche agonistica per poi arrivare ad istruire allievi e diventare il direttore della scuola, un periodo fantastico della mia vita che mi ha portato a conoscere persone meravigliose del settore del volo. Dieci anni dopo per motivi personali ho dovuto abbandonare l’attività lancistica ma qualche anno prima avevo iniziato a sperimentare i decolli da pendio con i paracadute ad ala.

Era il 1980 a Chamois ed il parapendio, quello che conosciamo oggi, non era ancora ufficialmente nato anche se vari tentativi erano già stati fatti negli USA. Avevo imboccato una nuova strada, il primo 'vero parapendio' che ho acquistato era biposto: l’emozione di condividere il volo con qualcuno che non ha mai volato è impagabile, tutt'ora mi appassiona come il primo giorno.

Nelle varie avventure ho coinvolto mio fratello Paolo che già saltava con me dagli aerei e trascinato dal mio entusiasmo ha seguito le mie stesse orme; non abbiamo mai cercato la notorietà anche perché in realtà non pensavamo di far nulla d’eccezionale se non divertirci, mantenerci in allenamento per le gare di precisione in atterraggio che facevamo negli aeroporti e volare quasi gratis: visti i costi degli aerei la funivia Buisson/Chamois era una vera pacchia per il portafoglio.

Non abbiamo mai compiuto imprese spettacolari ma ottenuto molte soddisfazioni personali anche volando in diversi Paesi alla scoperta di posti nuovi. Posso vantare di essere stato il primo e probabilmente unico italiano ad aver volato in Etiopia; sicuramente tra i primi al mondo con un gruppo d’amici di diverse nazioni, tanto che la televisione locale ci dedicò molto spazio.

Aver volato nel cielo africano resterà un ricordo indelebile ed uno dei voli più emozionanti della mia vita. Ho cambiato molte cose nella mia esistenza ma il volo è sempre stato costantemente presente ed ora mi dedico all'attività biposto in compagnia di vecchi amici, anche loro pionieri che hanno iniziato poco dopo di me solo perché, buon per loro, sono un po' più giovani anche se ormai vecchie conoscenze del settore: Jean Claude Cavorsin e Roby Perret, che negli anni hanno mantenuta costante la passione come me.

Anche mio fratello continua a volare molto e bene ma n in singolo, specialità che gli sta dando molte soddisfazioni in Italia e all'estero. E' diventato uno degli esperti nel volo all'isola di Tenerife con exploit che hanno fatto molto parlare i piloti dell'isola stessa.

Ora io faccio coppia fissa con il mio bimbo Valerio di 8 anni, che è molto appassionato e vuole seguire le mie orme; poco tempo fa si è scritto di lui proprio su queste pagine in occasione della partecipazione al meeting internazionale di Laragne in Francia, dove è stato protagonista in quanto il più giovane praticante.

Spero che la sua voglia di volo cresca insieme a lui e che in futuro possa dargli i risultati che vorrà ottenere; è molto portato e gli riesce tutto piuttosto facilmente. Il nostro prossimo appuntamento internazionale sarà la visita all'evento di parapendio più importante al mondo, che si svolge da 40 anni in Francia a Saint Hilaire du Tuvet: saremo ospiti del nostro team BGD paragliding; lo si potrà seguire sul sito www.avventuredivalerio.it .

Una nota dolente è la situazione del parapendio valdostano che non è entusiasmante dal punto di vista numerico: nonostante sia uno sport di montagna con costi non proibitivi, siamo in pochi a frequentare costantemente le zone di volo, alcuni nuovi allievi si avvicinano ma pochi restano.

Il volo in generale richiede impegno, sacrificio e molta passione per superare le difficoltà iniziali, ma le soddisfazioni che arriveranno sono impagabili e uniche.

Oggi le persone vogliono tutto e subito, nel volo questo non è possibile, cercare di bruciare le tappe può diventare seriamente pericoloso. Ultimamente ci sono però alcuni talenti locali che si sono fatti vedere e valere anche in competizioni importanti nel nord Italia; mi riferisco ai campionati nord ovest e nord est che vedono ogni anno la partecipazione di piloti titolati a livello nazionale.

I nostri ragazzi hanno visto i loro nomi in testa alle classifiche, impresa tutt'altro che facile né scontata. In particolare, il giovane Luca Giordano ha vinto il circuito del nord ovest e sta ben figurando in quello del nord est ancora in corso, con più prove e piloti di livello alto: i migliori atleti italiani sono nati proprio da quelle parti, nel Triveneto i praticanti sono decisamente più numerosi e ovviamente grazie a questo fattore fondamentale in quel territorio possono emergere i talenti migliori.

Devo precisare però che la Valle d'Aosta è notoriamente una palestra di allenamento impegnativa per la sua morfologia; volare qui da noi con qualsiasi velivolo insegna molto ai praticanti, tempra il carattere che serve a crescere bene e li fa ben figurare quando escono dai nostri confini.

L'attività di biposto permette davvero a tutti di poter realizzare il sogno di volare, che sia per una volta o per sempre; in estate abbiamo turisti da tutta l’Italia e dall’estero che più volte vengono a trovarci: con alcuni siamo diventati anche buoni amici, ognuno di loro ha il suo pilota preferito, qualcuno è diventato pilota a sua volta.

Una curiosità: numericamente sono più le donne che trascinano i loro uomini a volare, non sappiamo perché ma è così da sempre. Volare in biposto come passeggero oltre ad essere una splendida emozione può essere un modo diverso per trascorrere una giornata all’aria aperta, festeggiare un evento gioioso in modo originale, meglio se con un gruppo di amici: in compagnia si vincono più facilmente tutte le paure.

Se si desidera avvicinarsi al volo come pilota, il mio consiglio è quello di frequentare il nostro centro, fare qualche volo in biposto per testare a fondo la propria passione, magari fare dei campetti con l'istruttore per familiarizzare con il materiale e se scatta la molla il gioco è fatto.

E' vero che il volo è visto con diffidenza ma noi facciamo della sicurezza una vera ragione di vita e i risultati si vedono.

Invito tutti a provare questa emozione, il mondo visto dall'alto offre sensazioni impagabili e chi tra noi non ha mai sognato di volare?

Spero che queste righe incuriosiscano i lettori e che molti vengano a visitarci.

Il volo libero valdostano ha bisogno di nuovi piloti e perché no anche di appassionati passeggeri di biposto: da poco siamo in grado di far volare anche i più piccoli. Vi aspettiamo numerosi.

www.regalistraordinari.it 

 

Luigi Boggia

SU