Ambiente - 28 novembre 2022, 10:58

'Cime Bianche sia parco geo-archeologico'

Un'escursione del Comitato nel vallone di Cime Bianche

Un'escursione del Comitato nel vallone di Cime Bianche

Il vallone di Cime Bianche è "un luogo che incanta e meraviglia il visitatore, passo dopo passo, perché presenta una straordinaria varietà e stratificazione di ricchezze naturalistiche, paesaggistiche, geologiche, storico-culturali e archeologiche". Per questo, il Club alpino italiano della Valle d'Aosta e il comitato ambientalista 'Ripartire dalle Cime Bianche' mettono nero su bianco il loro progetto 'alternativo' rispetto alla costruzione di un sistema di impianti funiviari nel vallone dell'alta val d'Ayas, che secondo loro "si sta scontrando con la realtà di un territorio che presenta indiscutibili valori naturalistici, che è tutelato dalla vigente normativa europea, statale e regionale, e che per la sua conformazione non è adatto allo sci". Per il Cai VdA e per il comitato, che hanno promosso una petizione popolare arrivata a novembre al Consiglio regionale della Valle d'Aosta, "si è pubblicamente esplicitato di incontrare enormi difficoltà a stabilire la localizzazione della stazione intermedia".

Partendo dal presupposto che "il vallone è un ecosistema delicato e prezioso, che verrebbe irrimediabilmente alterato e deturpato dagli impianti funiviari", la proposta prevede di realizzare un "parco geologico" che "potrebbe diventare il punto di forza per uno sviluppo armonico e duraturo della val d'Ayas, grazie alla valorizzazione delle unicità che possiede" e "per un'offerta turistica che non può più essere incentrata solo sullo sci".

Il vallone delle Cime Bianche dal punto di vista geologico è un unicum: "L'eccellenza del vallone è legata alla sua eccezionale natura geologica" scriveva già nel 1990 il professor Giorgio Vittorio Dal Piaz e ne invocava la protezione con la costituzione di 'Parco dell'oceano perduto" scrivono Cai e comitato in una nota. Che ricordano: "Il vallone delle Cime Bianche è unico per le ricche e complete testimonianze dell'antico oceano, che sta all'origine delle Alpi", sia "per la completezza dei vari elementi costituenti il fondo oceanico (serpentiniti del mantello, antichi gabbri e basalti della crosta oceanica, antichi sedimenti) in uno spazio raccolto e ben delimitato", sia per "la loro distribuzione in tre livelli chiaramente distinti, dal basso: la litosfera oceanica profonda, la crosta di origine magmatica, il margine lagunare delle Cime Bianche e, ancora al di sopra, la successione oceanica di origine sedimentaria (Roisettaz, Tournalin)".

Il tutto in una situazione di facile "leggibilità delle varie associazioni mineralogiche nelle rocce, che illustrano sia le fasi di massima profondità (eclogiti, rocce a granato e giadeite), sia le successive fasi di risalita in superficie (in particolare la cosiddetta pietra ollare)". Cai e comitato propongono "l'attivazione di un sistema di visite guidate del percorso geologico, ideato dal compianto Francesco Prinetti".

Propongono ancora "la creazione all'alpe Mandria, raggiungibile con gli impianti di risalita esistenti, di un Centro visita dell'oceano perduto, dove con apparati multimediali sarà presentata la storia dell'orogenesi alpina, la storia cioè delle forze che hanno innalzato e modellato le Alpi". Secondo il Cai e il comitato, "il vallone potrebbe diventare sempre più meta di visitatori interessati alla conoscenza del territorio e favorire l'utilizzo anche primaverile e autunnale degli impianti di risalita nel comprensorio di Frachey-Champoluc, con un'offerta culturale in grado di attrarre ogni giorno centinaia di visitatori".      

red.laprimalinea.it

SU